Il Verrocchio a Villa La Massa: tra fascino sull’Arno, brunch da sogno ed eventi gourmet a Firenze
Il Verrocchio di Villa La Massa a Candeli
Via della Massa, 24
Tel. 055 62611
di Stefano Incerti
Nel cuore della campagna fiorentina, abbracciato dal lento scorrere dell’Arno e dai profumi di magnolie e ulivi, sorge Villa La Massa, un incanto di eleganza storica, custode di un’anima autentica e raffinata.
Tra le sue sale e terrazze, romanticamente e naturalmente illuminate al calar del sole, il ristorante Il Verrocchio si rivela come luogo d’eccezione per chi cerca un’esperienza intima ed avvolgente, capace di far vibrare i sensi.
Villa La Massa: oasi di lusso senza tempo a soli 10 minuti dal centro di Firenze
Costruita nel XIII secolo come residenza di campagna di una nobile famiglia fiorentina, Villa La Massa rimase proprietà di illustri aristocratici europei fino al 1948, quando venne trasformata in hotel di lusso. Dopo un completo rinnovamento, ha aperto le porte ai propri ospiti accogliendoli in un mondo di splendore ed eleganza dalla storia centenaria. Membro di The Leading Hotels of The World, Villa La Massa si è unita al Gruppo Villa d’Este nel 1998. L’hotel si trova a Candeli, in una vera oasi di pace e lusso a soli 10 minuti dal centro di Firenze.
Oggi è un gioiello d’ospitalità circondata da un parco di 10 ettari – uno scrigno di fioriture come l’iris che in maggio tinge i giardini – offre ambienti che raccontano la Toscana più vera: dalle camere wellness, eleganti e luminose, ai vialetti segreti tra cipressi e magnolie.
Il personale, cortese e professionale, accoglie con quel calore genuino che fa sentire l’ospite parte di una grande famiglia. La General Manager Elisa Peroli – che nel suo curriculum vanta direzioni prestigiose sia all’estero sia in Italia – trasmette una filosofia d’ospitalità italiana che innalza la Villa al di sopra del mero lusso formale.
Chef Stefano Ballarino: un vento dal Trentino
Alla guida delle cucine, lo Chef Stefano Ballarino, originario del Trentino e baluardo della nuova generazione gourmet, riversa in ogni piatto la passione per l’orto, gli ulivi e il territorio toscano.
Il suo menù serale oscilla tra tradizione e contemporaneità: sempre con ingredienti d’eccellenza e spesso a km zero prediligendo quelli del suo dell’orto – capolavoro di creatività e sostenibilità.
Taglio romantico e vista da sogno
Con ampie vetrate e una terrazza sospesa sull’Arno, Il Verrocchio si delinea come una delle mete più evocative di Firenze. L’ambiente definito “elegante casual” celebra serate a lume di candela e proposte genuine, madri di un’atmosfera intima e curata.
Eventi gourmet & brunch domenicale
Il Verrocchio non dorme mai: una cucina che si mette al servizio di serate a tema, premiazioni importanti che aggiungono valore alle serate. Le Wine Dinner, poi, trasformano una cena in un percorso sensoriale, degustando etichette pregiate in atmosfere raffinate.
Ma il momento magico della settimana è il brunch domenicale. Dal 20 Aprile al 16 Novembre – con una pausa estiva durante tutto il mese d’Agosto – ogni Domenica dalle 12:30 alle 15:00, un buffet itinerante tra piatti locali, pizze gourmet, carni alla griglia e corner dolci, pensati sia per adulti che per famiglie. Uno stile conviviale che invita a ritagliarsi un rituale domenicale memorabile.
Come si mangia a Il Verrocchio
Iniziamo la nostra degustazione con una rivisitazione di un piatto tipico toscano: la cecina. Lo chef Ballarino ne propone una versione contemporanea presentando una cecina soffiata, fagioli rossi ed erbette alla beccafico. Il piatto in sé risulta di un buon impatto visivo e cromatico. Pur essendo soffiata, la cecina rispetta il gusto del piatto originale e le erbette alla beccafico danno quella spinta al piatto che lo rende accattivante anche al palato.
Proseguiamo con scampi, cozze e pancotto. Oltre ad apprezzare la freschezza e la qualità di scampo e cozze, facciamo un plauso allo chef per l’eccezionale cottura che esalta ancora di più le caratteristiche dei crostacei e molluschi. Buono anche il pancotto. Nella versione contemporanea avremmo gradito un effetto crunchy nel piatto che, pur di buona fattura, era a nostro avviso troppo morbido al morso.
Veniamo ad uno dei piatti che abbiamo apprezzato maggiormente nella degustazione: orecchiette cavoli e pane che abbiamo scherzosamente ribattezzato da Nord a Sud. Qui lo chef reinterpreta con maestria le orecchiette con le cime di rapa mettendo però un twist delle sue origini trentine. Al posto delle cime di rapa troviamo il verzotto. La cottura della pasta è perfetta, la verza da quel tocco di amaricante – anche se ovviamente meno intensa delle cime di rapa in inverno – ed il pane chiude il cerchio regalando al piatto quel morso goloso che t’invoglia al successivo.
Una gradita sorpresa da parte della cucina: un assaggio dei tagliolini 40 tuorli, pomodori arrosto, guanciale e ricotta salata. Un piatto estremamente godurioso e di carattere. Impossibile non fare la scarpetta.
Arriviamo ad un piatto altamente tecnico che ci ha molto stupito per la sua bontà. Un Wellington vegetariano con sedano rapa, barbabietola e funghi. Tecnica ed idea messe al servizio del gusto.
Siamo così arrivati al piccione con rigatino, barbabietola, more e rafano. Oramai il piccione è inserito nei menù dei ristoranti fine dining come se fosse un esercizio di stile da parte degli chef. Questo è veramente molto interessante per cottura, temperatura di servizio ed abbinamento con more e rafano. Plating che non passa certo inosservato.
Come dessert un limone ricostruito esternamente con cioccolato bianco ed all’interno un semifreddo al limone su crumble di frolla. Proprio il caso di dire bello e buono, oltre che interessante idea.
La cucina di Stefano Ballarino è una cucina diretta, schietta, fatta di tecnica e passione. Una cucina senza effetti wow fini a sé stessi, mirata a non voler stupire per forza ma a farsi ricordare per la veridicità di un cibo che ti coccola dall’inizio alla fine dell’esperienza a tavola. Le porzioni sono secondo noi un po’ abbondanti per arrivare a gustare bene tutto il pasto ma noi, che siamo dei professionisti degustatori, non ci siamo certo lamentati. Anzi!
Il Verrocchio c/o Villa La Massa
Via della Massa, 24
50012 Candeli (FI)
Tel.: 055 62 611
Scheda del 15 agosto 2023
Ristorante il Verrocchio di Villa La Massa e la bellezza dell’Arno alle porte di Firenze

Villa La Massa, scorcio della sala della Trattoria l’Oliveto
Prima di entrare a Firenze, esattamente uscita Firenze Sud, vi potete regalare una cena su una delle anse più belle e spettacolari dell’Arno, qui a Villa Massa. Troverete una cucina efficace e leggibile, uno stile italiano neo classico e una grande cantina a vostra disposizione: il Verrocchio, questo il nome del ristorante della struttura a cinque stelle ricavate da una cistruzione del 1300 a Candeli, è infatti aperto anche agli esterni.

Villa La Massa, scorcio sull’Arno
Ma prima di addentraci nel menu, sarà bene aggiungere qualcosa su questa struttura che vede come general manager Elisa Peroli, veronese trapiantata da 16 anni a Firenze, grande esperienza all’estero e al lavoro con importanti responsabilità nel magic team di Patrizio Cipollini al Four Season del capoluogo toscano. Il Ceo è il mitico Davide Bertilaccio. Villa La Massa appartiene infatti al gruppo proprietario di Villa D’Este sul lago di Como, controllato dall’imprenditore Giuseppe Fontana, ribattezzato mister Cernobbio.
Quello che è emerge nella visita alle due strutture è la stessa filosofia: valorizzare al massimo lo stile della grande ospitalità italiana evitando il tipico anonimato super alliffato del Corporate. Una operazione che si realizza scegliendo e fidelizzando le persone giuste senza inseguire le mode o i miti del momento che stanno devastando le menti di alcuni chef. Una precisa gerarchia nelle diverse mansioni in ricevimento, in sala e in cucina dove domina la figura di Michele Zambanini, uno dei pochi capo-scuola rimasti in Italia e di cui lo chef Stefano Ballerini è allievo.

Villa La Massa, la hall
Quello che colpisce di questo luogo è la cura del dettaglio, ogni cosa è pensata sul piano estetico e pratico. Il giro che abbiamo il piacere di fare nei vari fabbricati in compagnia del capo del ricevimento Tamara Trambusti, qui in servizio dal 1979, è davvero impressionante ma quello che ci colpisce più di tutto è la filosofia imprenditoriale che, se fosse seguita da più imprenditori e non prenditori, farebbe un gran bene al nostro Paese: ossia riqualificare l’esistente invece di costruire ancora. Qui, mi raccontano, ce ne sarebbe la possibilità, ma la volontà della proprietà è stata quella di riprendere tutte le costruzioni, dalla abitazione del contadino al palazzo nobiliare, agli spazi, e dare loro più valore facendole rivivere.

Villa La Massa, interni
Cosa si mangia al Verrocchio di Villa La Massa

Villa La Massa, la sala del Verrocchio
Diciamo subito che come tutti gli hotel di lusso al ristorante gourmet si affianca ormai la trattoria (L’Oliveto) e, sempre più spesso, la pizzeria. Quel che sembrava un ossimoro sino a qualche anno fa è diventato regola quando si è capito che il cliente straniero vuole trovare l’Italia in Italia. Il Verrocchio ci presenta una cucina lineare, basata su ingredienti di territorio e di stagione, la cucina può disporre anche di un buon orto oltre che, basilare, la produzione propria di olio d’oliva. Piatti leggibili, saporiti, gustosi, senza grilli per la testa, in cui gli ingredienti si combinano bene seguendo il principio francese freddo caldo e, quello più moderno, di dolci non troppo zuccherini, ma defaticanti.
Una bella esperienza in riva all’Arno circondati da un servizio perfetto che costa sui 100 euro a testa vini esclusi con un menu completo. Imperdibile quando passate per la Toscana, ma anche i fiorentini potrebbero iniziare a scoprire le virtù della loro campagna fuori dalla bolgia turistica che tutto ha massificato, omologato e banalizzato. L’eleganza non è un lusso, è uno stato mentale che presuppone cultura e conoscenza della vita.

Villa La Massa, il sous chef Lorenzo Bertin

Villa La Massa, l’extravergine al tavolo di propria produzione

Villa La Massa, il benvenuto: piccola montanara

Villa La Massa, gazpacho ai tre pomodori

Villa La Massa, saint jacques

Villa La Massa, raviolo alla parmigiana

4 Villa La Massa, spaghetto al burro affumicato

5 Villa La Massa, la faraona con le pastenache

Villa La Massa, dessert al limone

Villa La Massa, cantucci a fine pasto

Villa La Massa, la cantina

Villa La Massa, il bar

Villa La Massa, uno dei tavoli

Villa La Massa, ingresso alla spa

Villa La Massa, palestra

Villa La Massa, una delle camere

Villa La Massa, suite, angolo conversazione













