Roma, Osteria Antica Pesa a Trastevere
di Virginia Di Falco
Una vera macchina da guerra. Questa è oggi l’Antica Pesa, osteria in Trastevere dal 1922. Una macchina oliata dove tutti gli ingranaggi sono al loro posto. L’ospitalità, il servizio, la cucina, l’atmosfera. I fratelli Panella sono bravissimi a farla funzionare così. Simone sta in cucina, Francesco in sala, cerimoniere tele e fotogenico come pochi, regista di una truppa ben addestrata.

Una sala confortevole con opere d’arte contemporanea e un elegante privè, in un edificio storico. Ma il punto di forza è il giardino interno: stare qui seduti a cena e veder funzionare più di cento coperti alla giusta velocità e cortesia è sempre uno spettacolo. I clienti sono della più varia umanità: star vere o presunte tali, turismo medio-alto, per capirci, di quelli che ancora mettono una collana di perle o una giacca (e non infradito birkenstock) per andare a cena fuori, c’è la famiglia alto-borghese con il figlio dodicenne dotato di prematuri gemelli ai polsini della camicia; ma anche tavolate di giovani in jeans e teschi d’ordinanza sulle t-shirt. Tutti accolti con indiscutibile mestiere.

La cucina, regalando un po’ di estro e leggerezza ai piatti della cucina classica romanesca e ad una buona materia prima, ha una sua indubbia solidità. Qui il menu non rinuncia al cacio e pepe e alla carbonara ma con interessanti innesti e una copertura pressochè completa dei prodotti tipici regionali.


Molto buoni gli antipasti, con un calamaro grigliato il giusto e fatto decollare grazie al carpaccio di asparagi e agretti, crema di carota e mostarda di pomodoro. Fresca di primavera ma anche di una certa consistenza la zuppetta di piselli e straccetti di pescatrice, profumata ed equilibrata. Divertente l’arzilla marinata servita nel barattolino di vetro con le olive nere di Gaeta e accompagnata dalla classica insalatina di puntarelle.


Tra i primi piatti, oltre ai già citati classici della cucina romanesca e un buon ajo e ojo con la bottarga, diverse varianti sul tema marinaro. Qualcuno più riuscito, come i ravioli con ripieno di gallinella di mare e gamberi, qualche altro un po’ troppo pasticciato, a discapito del pesce, come nel caso dei cannolloni farciti con ragù di tonno e melanzane ma con una crema di caprino che aggredisce naso e palato.

Indovinata la cottura e buona la carne dello stinco di agnello, anche se avrebbe aiutato l’accompagnamento di un contorno più coinvolgente. Sfizioso e gradevolmente tenace il galletto indiavolato dalla salsa tandoori. Ottimo il pane e cantina ricca, con sommelier pronto a consigliare e sintetizzare un librone di proposte.


Si chiude con una discreta scelta di dessert al cucchiaio, tra i quali l’immancabile tiramisù, qui proposto in una soluzione “a sfera” e accompagnato da gelato al caffè; e un semifreddo al cioccolato bianco con delle ottime fragole. Conto sugli 80 euro.
Via Garibaldi, 18 (Trastevere)
Tel. 06.5809236
Aperto solo la sera
Chiuso la domenica
www.anticapesa.it
Una risposta
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Niente male la DIi Falco scopre dei posticini niente male!