Ronco delle Mele 2008 Venica&Venica in magnum, apologia del Sauvignon


Ronco delle Mele 2008 Venica&Venica

Ronco delle Mele 2008 Venica&Venica

Ronco delle Mele 2008 Venica&Venica: ecco un altro vino, tra i pochi bianchi per la verità, che ha fatto storia nel grande boom enologico italiano partito un quarto di secolo fa. L’azienda di Gianni e Giorgio Venica è stata protagonista assoluta della fortuna dei vini friulani che adesso sono nuovamente in grande spolvero mediatico anche se con stili profondamente diversi. Ornella Venica, ex presidente del Movimento Turismo del Vino, è una delle donne più conosciute del nostro paese: straordinaria comunicatrice di territorio e di italianità pura.
Nella prima grande ondata, infatti, il riferimento era lo stile francese con il passaggio più o meno calcato in legno mentre oggi, macerazioni a parte, si cerca di conservare più freschezza e mineralità con molto successo.
Tra i vitigni internazionali, personalmente il mio gusto è indirizzato proprio verso il sauvignon, di cui trovate proprio in questo sito un pezzo del 2010 firmato dall’allora giovane enologo Gerarrdo Vernazzaro: al termine di questa bevuta didattica del gruppo di enologi che all’epoca si riuniva per bere insieme e discutere, fu proprio il Ronco delle Mele 2009 a prevalere.
Questa bottiglia, in magnum, è invece del 2008 ed è una edizione speciale per celebrare i primi 50 anni dell’azienda. Dopo aver riposato qualche anno in cantina è stata tirata fuori per una bevuta estiva carezzati dalla brezza marina del mare di Ulisse nel cuore della notte cilentana.
La performance è stata notevole, soprattutto da un punto di vista olfattivo: a distanza di undici anni, questa vendemmia perfetta lavorata con uva esposta a Nord Ovest nel Collio oltre alle consuete note di peperone verde ha evidenziato sentori di frutta bianca matura, rimandi balsamici e fumé e n generale una energica freschezza. Al palato leggermente più desuto rispetto alle grandi aspettative del naso ma comunque ancora frescoe senza alcun cenno cenno di cedimento con un finale molto lungo, preciso, pulito, che ha invogliato la beva senza mai stancare il palato.
Un gran bel vino insomma, non sappiamo se, come oggi, una parte della massa viene lavorata solo in acciaio, ma la tecnica ha comunque perfettamente fuso legno  frutto sia al naso che alla bocca regalando dunque un bianco di valore assoluto e davvero molto piacevole.
Insomma, ancora una volta, possiamo chiudere che a crederci di più, l’Italia può essere territorio di grandi bianchi che non hanno alcuna concorrnza da temere. Bisogna crederci di più, ma soprattutto il grande pubblico deve abituarsi ad aspettare qualche anno prima di stapparli. Considerati i prezzi generalmente abbordabili, il rapporto con la qualità ha valore assoluto.
Se avete Ronco delle Mele, questo il consiglio finale, dimenticatelo per qualche anno e ne trarrete benificio.

www.venica.it
Prezzo: in internet sui sui 38 euro, la magnum a poco più di 70.