Sagrantino Day in Campania


di Michela Guadagno

Foto ricordo a fine serata: Arcangelo Landolfi, Marina Alaimo, Miriam Siglioccolo, Michela Guadagno, Rachele Adanti, Luisa del Sorbo, Pasquale Brillante

Sagrantino Day international si svolge da Montefalco in tutta Italia e nel mondo contemporaneamente nella stessa data, quest’anno il 20 aprile 2009. Dal sodalizio tra Consorzio di tutela vini di Montefalco, Associazione Italiana Sommelier e Worldwide Sommelier Association, la manifestazione richiama da tre anni appassionati ed intenditori, oltre che sommelier. L’Ais Campania ha scelto di migrare ogni volta in una delegazione diversa, l’edizione 2007 si è svolta a Salerno all’Hotel Mediterranea, nel 2008 è stata la volta di Napoli all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, quest’anno è la scelta dei Comuni Vesuviani con Villa Signorini ad Ercolano.
Nella veranda creata nel giardino della villa si sono dati appuntamento 130 degustatori di Sagrantino, ad assaggiare questo vino forte ed espressivo del territorio umbro. Il colle di Montefalco è nel cuore dell’Umbria, il Sagrantino nasce qui e in altri quattro comuni limitrofi, Bevagna, Castel Ritaldi, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria, e non è altrove, autoctono e radicato in una regione dai terreni a impasto di limo e argilla, un vino non immediato, che nasce come vino dolce, usato come vino da messa, da cui l’etimologia del nome. Nasce passito perché parliamo di un’uva difficile da ammorbidire, l’uva più ricca di polifenoli, tannini e pigmenti, e l’unica maniera per vinificarla era quella di ammorbidirne la buccia facendola appassire, sulla pianta o su graticci, e concentrare gli zuccheri. La versione secca prevede 36 mesi di affinamento, in legno grande e alcune versioni anche in barrique, e poi lunga sosta nel vetro in cantina. Da sola uva sagrantino, con il suo contenuto più elevato di tannini al mondo e ricco di materia colorante, da rendere il vino praticamente impenetrabile; è il vino forse più longevo, arriva alla sua piena espressione anche dopo 10-15 anni.
Al tavolo dei relatori ne parlano con la produttrice Rachele Adanti del Consorzio di tutela, il presidente Ais Campania Antonio Del Franco, il delegato dei Comuni Vesuviani Pasquale Brillante, l’enologo Vincenzo Mercurio, Nicoletta Gargiulo campionessa italiana nell’anno 2007-2008, e il giornalista Luciano Pignataro.
Le annate 2005 servite: il primo vino, Sagrantino di Montefalco Terre de la Custodia, ha il colore dell’inchiostro, naso di more, liquirizia, carbone, in bocca il più astringente da ingoiare, giovanissimo, finale sottilmente amaro, ci lascia per un po’ a bocca chiusa; il secondo Sagrantino è di Antonelli San Marco, si apre con un naso balsamico, vegetale, note di tabacco, e bocca tannica e fresca di acidità, asciutta, di buona struttura, lunga persistenza, sei mesi in barrique e 9 di botte. Nel terzo vino il fruttato è evidente, si sprigionano note terziarie di smalto, in bocca più morbido e meno tannico, l’azienda produttrice è Scacciadiavoli. L’azienda Di Filippo presenta un vino con sentori animali, di caffè, dal gusto di terra, di humus, offre un palato spigoloso e lungo, tannino astringente, un vino di stoffa. Adanti, azienda storica, presenta l’annata 2004, e difatti il suo Sagrantino ha maggiore evoluzione già dal colore rubino carico leggermente sfumato nel granato, naso di confetture, spezie, austero, ritroviamo al gusto la confettura, il pepe nero, il cacao, adatto a piatti strutturati e succulenti per contrastare il tannino ruvido.
La novità dell’edizione 2009 del Sagrantino Day è data dalla presenza in degustazione della versione passito, ed eccolo questo di Madonna Alta, con il suo primo naso di caffè, rabarbaro, dolce con i suoi 30 g/l di concentrazione zuccherina ma appare quasi secco per l’alcolicità che lascia il palato asciutto, da bere su cioccolato, dolci secchi tipo Pan pepato, o da meditazione, e azzarderei l’idea di un abbinamento con il sigaro.