Santina Vaccaro, la pizzaiola di Tramonti alla corte di Sting


Santina Vaccaro

Santina Vaccaro

di Mario Amodio

Un’artista della pizza alla corte di Sting. E’ Santina Vaccaro, una delle figlie della Costiera Amalfitana partita con la propria famiglia verso il Nord per esportare l’arte del lievito e della pizza.

Da Tramonti, precisamente, polmone verde della Divina che oggi conta migliaia di pizzaioli sparsi per il mondo. E’ lei la regina della pizzeria all’aperto nella tenuta Il Palagio, di proprietà del cantautore britannico e di sua moglie Trudie. Lì, nel comune di comune di Figline e Incisa Valdarno, in provincia di Firenze, Santina, chioma bionda e occhi di foresta, è giunta a fine primavera dopo essere stata contattata dalla sorella di Sting che era alla ricerca di una persona di esperienza a cui affidare il ruolo di pizzaiolo della tenuta. E le referenze hanno giocato a suo favore.

«Diciamo al Palagio sarei dovuta arrivare già lo scorso anno – racconta Santina – Ma impegni di lavoro già assunti me lo hanno impedito. Quest’anno invece è giunta puntuale la telefonata. E ho accettato. Abbiamo fatto una serie di videocall con la sorella di Sting per programmare tutto il lavoro che non è stato facile perché la loro filosofia è quella di utilizzare tutti i prodotti toscani. Quindi ho dovuto provare tutte le produzioni locali e trovare la sintesi dell’impasto che è fatto con un blend di farine speciali».

Le pizze nella tenuta di Sting

Santina, sforna ogni sera 200 pizze ed è sempre una festa. Perché il suo impasto e le farciture (appena sette così come ha voluto la signora Trudie) lascia tutti soddisfatti. E ogni sera fioccano i complimenti. Figlia d’arte, Santina Vaccaro è cresciuta con le mani in pasta. E anche se ha tentato la strada del cinema e della conservazione dei beni culturali alla fine è ritornata alle origini. Già, perché il papà fu uno dei primi tramontani a lasciare i luoghi perfetti dell’infanzia per trasferirsi a Bologna dove aprì negli anni ben 13 pizzerie. E Santina è lì che apprese l’arte dell’impasto. Senza perdere di vista lo studio e la passione per la recitazione.

«Diciamo che sono un’artista a tutto tondo – rivela la pizzaiola di Sting, il quale appena una settimana fa ha festeggiato il suo anniversario di nozze con sua moglie Trudie proprio al Palagio – ho studiato alla scuola di Vittorio Gassman e lavorato nel cinema con Francesco Nuti e Pupi Avati. Da restauratrice invece ho lavorato tra gli altri alla ripresa degli affreschi di palazzo Sanguinetti a Bologna. Il mio segreto? Amore, passione, felicità e l’arte di mio padre che tengo sempre con me». E proprio quella capacità di ben interpretare l’arte di famiglia l’ha portata alla corte di Sting.

«È stato qui fino a una settimana fa – rivela Santina – È una persona straordinaria, così come sua moglie. Le mie pizze? Le ha assaggiate un po’ tutte ma ne adorano due in particolare: la rustica di Santina – fatta con radicchio, pancetta, scamorza, ciuffi di salsiccia, parmigiano e mozzarella – e l’estate bianca con prosciutto cotto arrosto, pomodorini gialli, mozzarella, stracciatella e scorze di limone grattugiato». Santina che ha girato il mondo portando l’arte della pizza in Florida e in Svizzera spera però di fermarsi qui.

Santina Vaccaro la pizzaiola di Sting

«Con loro sto benissimo mi vogliono bene e io a loro. Anche se il lavoro è dalla primavera all’autunno – racconta – Vivo in un appartamento che mi hanno dato  qui e metto tanta passione nel mio lavoro. Le mie pizze sono una via di mezzo e piacciono perché non sono né troppo sottili né troppo alte. E poi l’impasto è lievitato oltre 48 ora con una umidità del 65%. Qui tutti i prodotti sono toscani anche la mozzarella di bufala e il fior di latte. Sting spero di rivederlo a settembre, ci siamo salutati con la promessa che sarebbe tornato. Per ora mi concentro sui clienti che popolano ogni sera la pizzeria all’aperto. Le pizze che arrivano ai loro tavoli non solo sono guarnite col meglio della produzione locale ma contengono amore e felicità».

Un commento

  1. Siamo di fronte ad una sconcertante e proclamata autarchi regionale.Non si capisce a questo punto la scelta di una pizzaiola Campana.Non sarebbe stato più logico un pizzaiolo locale?

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