Terra di Lavoro Wines accende i riflettori sulla produzione casertana


terra di lavoro wines -il presidente di vitica cesare avenia con antonella amodio e relatori

di Chiara Giorleo

La quarta edizione di Terra di Lavoro Wines ha acceso i riflettori sulla produzione enologica della provincia di Caserta, in una cornice tanto prestigiosa quanto simbolica: la Reggia di Caserta, scenario di straordinaria bellezza che ben rappresenta egregiamente la grandezza e la profondità culturale del territorio.

L’evento, organizzato e curato da Vitica, il Consorzio di tutela dei vini della provincia di Caserta, ha proposto non solo i tradizionali banchi di degustazione dedicati alle principali denominazioni, ma anche approfondimenti tematici non scontati, capaci di offrire prospettive nuove sulla viticoltura casertana e campana. Tra questi il talk di apertura con un focus ampio sul territorio, le potenzialità e le opportunità a disposizione dei produttori professionalmente moderato da Antonella Amodio.
Prezioso ed evidente il coinvolgimento degli attori principali e dei produttori tutti, a partire dalle vice: Gilda Guida Martusciello e Mariaida Avallone per un lavoro di squadra di tale qualità.

Caserta si inserisce così in un quadro più ampio che vede la Campania del vino in costante ascesa, grazie alla sinergia tra i consorzi delle diverse province, uniti nel presentarsi insieme ai più importanti appuntamenti del panorama nazionale e internazionale. Un percorso condiviso che punta a comunicare la ricchezza stratificata di una regione affascinante, capace di intrecciare arte, paesaggio e cultura del vino, raccontata con passione dai professionisti dell’AIS e da firme autorevoli del giornalismo enologico.

Protagonisti, naturalmente, i vini simbolo di questa provincia: dal Falerno del Massico DOC, con i suoi rossi intensi e longevi, all’Asprinio di Aversa DOC, testimone della storica viticoltura “alberata”; dai profili dei Campania IGT e dei Galluccio DOC, fino ai rossi di Casavecchia e Pallagrello, varietà sempre più riconosciute come nuova leva della zona. Vini da abbinare ad eccellenze straordinarie dalla crescita inaspettata come la mozzarella di bufala, il cui consorzio è eccellenza nazionale come pochissimi altri.

 

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