Tra archeologia e agricoltura, a Cuma si celebra il Pomodoro Cannellino Flegreo e si avvia il percorso per la DOP


pomodoro cannellino flegreo

pomodoro cannellino flegreo

di Fosca Tortorelli

Nel cuore dei Campi Flegrei, storia e agricoltura si intrecciano in un’esperienza unica che celebra il territorio e ne rilancia le prospettive economiche e culturali.

Tra i resti millenari della città di Cuma, in uno scenario dove la terra racconta storie di antiche civiltà e di sapienti coltivatori, prende ufficialmente il via il Pomodoro Cannellino Flegreo Tour 2025. L’iniziativa segna un momento cruciale per il futuro di questo prodotto legato a questo territorio, con la nascita del Comitato Promotore per il riconoscimento della DOP; un primo passo verso la tutela e la valorizzazione formale del pomodoro cannellino flegreo, frutto di una tradizione agricola secolare.

Patrocinato dal Parco Archeologico dei Campi Flegrei, dal Parco Regionale e dal Comune di Pozzuoli, l’incontro ha saputo coniugare l’archeologia alla cultura agroalimentare. L’incontro è stata anche occasione per scoprire i nuovi ritrovamenti della Città Bassa di Cuma – con le Terme del Foro, la necropoli della Porta Mediana e l’antico abitato greco-romano – dove i campi di pomodoro si fondono in modo unico nel paesaggio archeologico.

«Il sito archeologico di Cuma ha un eccezionale contesto naturalistico che conserva importanti tracce del paesaggio agrario e forestale flegreo e offre al visitatore un’esperienza singolare», ha dichiarato Fabio Pagano, direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei. «Tra gli obiettivi prioritari del Parco – ha aggiunto – rientra anche la salvaguardia e la valorizzazione di questo patrimonio. Questo evento è per noi l’occasione per raccontare il nostro lavoro – ricerca, restauro, valorizzazione – ma anche per interpretare al meglio la natura profonda di Cuma; un luogo dove archeologia e agricoltura instaurano un legame osmotico, restituendo ogni giorno frutti della stessa terra, siano essi pomodori o reperti».

Il Pomodoro Cannellino Flegreo è una varietà antica, tipica del territorio, che si è perfettamente adattata ai terreni vulcanici sabbiosi e al microclima flegreo. La sua coltivazione, tornata in auge nell’ultimo decennio, ha visto una costante crescita grazie al lavoro di giovani agricoltori e alla riscoperta di pratiche colturali tradizionali. Oggi si contano oltre 55 ettari coltivati, una decuplicazione rispetto agli inizi.

«Siamo partiti con pochi ettari e tanta passione. Ora, grazie al lavoro di squadra, alla tenacia di chi crede in questo territorio e alla creazione del comitato per la DOP, iniziamo un nuovo percorso», racconta Giovanni Tammaro, produttore e proprietario dell’azienda Cumadoro. «Questo non è solo un traguardo per noi agricoltori – prosegue – ma per tutta l’area flegrea, che potrà così ottenere un riconoscimento collettivo della propria identità produttiva e culturale».

Il comitato promotore appena costituito, composto da agricoltori e aziende locali, ha il compito di redigere il disciplinare di produzione e accompagnare il prodotto verso il marchio DOP, un riconoscimento europeo che certifica origine e qualità. Tra i membri anche Generoso Colandrea, primo presidente del comitato, Vincenzo e Giovanni Tammaro, Nicola Laezza, Giuseppe Lanni e i fratelli Pignata.

Una visione condivisa anche da Nicola Caputo, Assessore regionale all’Agricoltura, che ha sottolineato: «Il Pomodoro Cannellino Flegreo Tour è un percorso affascinante tra archeologia e agricoltura, dedicato alla scoperta della storia e delle caratteristiche di questo prezioso prodotto. La Regione Campania è vicina al comitato per il riconoscimento della DOP, un passo importante per valorizzare questo vero e proprio tesoro rosso, i suoi produttori e l’intero territorio».

Come ha ricordato l’assessore Caputo: «Se oggi pochi ettari sono diventati più di cinquanta, lo si deve alla lungimiranza di alcuni imprenditori capaci di fare rete e pensare al futuro. La DOP sarà il riconoscimento ufficiale di questo percorso, ma anche la base per rafforzare una vera identità territoriale, capace di competere su mercati sempre più ampi».

In una terra dove ogni zolla custodisce storia, arte e cultura, il Pomodoro Cannellino Flegreo si conferma non solo un frutto della terra, ma un simbolo della rinascita flegrea. Una risorsa da coltivare, proteggere e raccontare.

Alla giornata hanno partecipato anche Confagricoltura Campania, con il presidente Fabrizio Marzano, e l’Ebat – Ente Bilaterale Agricolo Territoriale, a testimonianza di una rete solida a supporto delle filiere agricole d’eccellenza. Un esempio virtuoso di cooperazione pubblico-privata che fa del cannellino flegreo non solo un prodotto di pregio, ma anche uno strumento di crescita collettiva.

L’iniziativa si inserisce in un più ampio processo di rigenerazione urbana e sviluppo sostenibile, sostenuto anche dal Progetto Monterusciello Agro City (MAC), finanziato dall’Unione Europea. Il progetto ha permesso il recupero di aree coltivabili e ha incentivato la creazione di nuove imprese agricole, contribuendo alla rinascita economica e sociale di quartieri periferici attraverso l’agricoltura.

 

2 Commenti

  1. Perché non elencate le caratteristiche e le peculiarità di questo pomodoro? Cosa ha di diverso dal buon san marzano o dagli ottimi pomodorini dei monti lattari?

  2. Perché non elencate le caratteristiche e le peculiarità di questo pomodoro? Cosa ha di diverso dal buon san marzano o dagli ottimi pomodorini dei monti lattari?

    NON HO MAI SCRITTO PRIMA DI ADESSO QUESTO COMMENTO, E’ LA PRIMA VOLTA ANCHE CHE LEGGO QUESTO ARTICOLO

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