Vers Food Experience Aversa, la carne cruda si fa arte e provocazione
Un viaggio tra consistenze estreme e visioni creative firmate Michele Di Nardo
di Tonia Credendino
Siamo ad Aversa, in un locale che non somiglia a nessun altro. Vers accoglie con un design essenziale e curato, un luogo che ha scelto di farsi riconoscere non per gli orpelli ma per la sua anima. Qui il menù non è un semplice elenco di portate: è poesia, dichiarazione, manifesto. Ed è in questa cornice che prende forma la visione di Michele Di Nardo.
Un riconoscimento recente lo conferma: Vers Food Experience è entrato a far parte dell’1% dei migliori ristoranti del mondo secondo Tripadvisor, conquistando il premio Travellers’ Choice Best of the Best 2025, un traguardo che racconta non solo l’eccellenza dei piatti ma anche la capacità di trasformare una cena in esperienza memorabile.
E il viaggio comincia subito, con l’amuse bouche, non un semplice benvenuto ma un piccolo colpo di teatro che apre il sipario sull’esperienza: un gioco che spiazza e diverte, come il Lip Balm cacio e pepe, capace di introdurre fin dall’inizio la cifra stilistica di Vers, che è stupore, curiosità e provocazione.
C’è chi apre un ristorante seguendo le mode, chi si affida alle sicurezze, e chi invece sceglie la strada più difficile: quella dell’identità. Michele Di Nardo ha deciso di lasciare alle spalle la pizzeria per trasformare Vers in un luogo radicale, dove la protagonista assoluta è solo lei: la carne. Nessuna pasta, nessun compromesso, ma un’unica materia prima da esplorare con la curiosità di un viaggiatore e la precisione di un artigiano.
Alla base di questa cucina c’è un rispetto assoluto per la materia prima: tagli scelti con rigore, pensati per esprimersi al meglio nel crudo. Ogni preparazione poggia sulla certezza di una selezione che non lascia spazio al caso, perché solo da ingredienti intatti e autentici può nascere un’esperienza così radicale.
Il menù stesso racconta questa rivoluzione. “La carne non è brace: è un battito rosso che pulsa passione, vita e coraggio” si legge tra le pagine, e quella frase prende forma concreta al tavolo, dove ogni assaggio sorprende e spiazza. La carne non si limita a essere servita: cambia pelle, vibra, si moltiplica in consistenze e invenzioni che la trasformano in qualcosa di sempre diverso.
Abbiamo incontrato sushi di carne che gioca con culture lontane, fino agli uramaki sweet, roll che uniscono tartare di Fassona, frutta fresca e gel di mango. Poi carpacci e tartare che sono pura fantasia: il Carpaccio affumicato a freddo con spuma di erbe e pepe rosa, che evoca la brace senza mostrarla, la Brezza Selvatica dove la dolcezza lattica della bufala si intreccia a finocchietto e limone, e la Dolceamara, una cruda che danza tra amarene, cioccolato e nocciole.
E ancora, la Pop Art, un gioco tra burro montato, popcorn caramellati e polvere di formaggio, la Tartare Mediterranea, tra peperoni, olive e fiori di cappero, fino a Un soffio di rosa, carpaccio che sboccia come un fiore. Persino la tradizione si piega alla creatività con la Gricia Tartare, spaghetti di Fassona con crema cacio&pepe e guanciale croccante.
Quando Michele porta un piatto al tavolo, non consegna soltanto un assaggio: lo racconta come fosse un’avventura. Ogni descrizione diventa un viaggio, simile a salire su una giostra di sensazioni dove stupore, magia e adrenalina si intrecciano in un colpo solo. È in quel momento che capisci che la sua cucina non è solo materia ma emozione viva.
E quando pensi di aver visto tutto, arrivano i dolci. Non sono una parentesi ma il proseguimento naturale della stessa idea. Dal Segreto Fondente, un semifreddo che inganna l’occhio trasformandosi in un perfetto uovo sodo con cuore di cioccolato, fino a Teddy, chiusura lenta e fondente, con gin in gelatina, arancia in polvere e crumble salato. Piccole opere che spostano ancora l’orizzonte.
La cucina di Michele non rassicura: provoca, scuote, lascia un segno. Lo fa con la sicurezza di chi ha studiato, ma anche con l’incoscienza coraggiosa di chi non teme di rischiare. Ogni piatto è racconto, esperienza, emozione. “Ogni piatto è un viaggio, un’esperienza da ricordare, un’emozione da assaporare e un momento da rivivere”, scrive Michele nel menù. E davvero, a Vers tutto funziona così: si entra convinti di mangiare, si esce avendo vissuto.
Ad accompagnare questa cucina, una carta dei vini con oltre cento etichette, tra bollicine, bianchi e rossi, pensata per accogliere ogni gusto e aprire a nuove possibilità. Perché da Vers ci si può sentire accolti, provocati, spiazzati, ma mai fuori posto: ognuno trova il proprio calice, la propria misura, il proprio equilibrio.
La differenza, in fondo, sta tutta qui: scegliere di investire su un’idea, e non su una moda. Michele ha fatto la sua scelta. Netta, radicale, coraggiosa. E chi si siede ai suoi tavoli lo capisce subito: non è solo cena. È una sfida che accende i sensi e resta nella memoria.
Vers Food Experience
Via Alfredo Nobel, 3 Aversa – Ce
Tel 3917205046
@versfoodexperience















