Pian di Stio 2018-2012, la verticale completa del Fiano San Salvatore 1988 a Lsdm Paestum


Lsdm - Bottiglie di Fiano Pian di Stio degustate

Lsdm – Bottiglie di Fiano Pian di Stio degustate

di Enrico Malgi

Peppino Pagano, patròn dell’azienda agricola San Salvatore 1988, durante la verticale del Fiano Pian di Stio Paestum Igp, che si è tenuta presso l’Hotel Savoy Beach di Paestum nell’ambito di Lsdm 2019, si è lasciato andare ad una lunga confessione esperienziale che ha fotografato fedelmente la sua situazione di produttore vitivinicolo cilentano, prima ancora che imprenditore di successo.

Hotel Savoy Beach

Hotel Savoy Beach

Piantando alcune viti nell’entroterra cilentano, proprio nel comune di Stio che dà il nome a questo Fiano,  fino a toccare i seicento metri, ha dimostrato di possedere audacia e carattere, perché non è facile allevare specie varietali in questo difficile contesto territoriale. Lo stesso Riccardo Cotarella in un primo momento era contrario alla coltivazione del Fiano a Stio in presenza di condizioni così estreme. Ma poi l’insistenza e la caparbietà di Peppino l’hanno avuta vinta. E questo rappresenta quasi un’eccezione, perché nel Cilento la viticoltura viene praticata quasi interamente su un terreno prospiciente il mare e poco alto. Un’altra ed ennesima sfida vinta dal vulcanico imprenditore e viticoltore capaccese quindi, perché questo Fiano è davvero eccellente e oltre che pluripremiato.

Lsdm - Maria Sarnataro,Pier Paolo Chiasso, Peppino Pagano e Luciano Pignataro

Lsdm – Maria Sarnataro,Pier Paolo Chiasso, Peppino Pagano e Luciano Pignataro

La giustezza di questa scelta  è stata ribadita proprio durante la masterclass della verticale del Fiano Pian di Stio di ben sette millesimi presso una sala dell’Hotel Savoy Beach, alla presenza dallo stesso Peppino Pagano e condotta magistralmente da Luciano Pignataro, insieme con la vicepresidente Ais della Campania Maria Sarnataro e l’enologo Pier Paolo Chiasso.

Lsdm - Bottiglie di Fiano Pian di Stio in ghiaccio

Lsdm – Bottiglie di Fiano Pian di Stio in ghiaccio

Annata 2018.  Giovane colore giallo paglierino tenue, rimandi di verde clorofilla. I profumi  risaltano essenze fruttate di pesca, mandarino, fico, mela e pera, poi di ginestra e di biancospino e  di macchia mediterranea. L’impatto del sorso sulla lingua è rinfrescante, morbido, elegante, tonico, equilibrato, reattivo, pulito e sapido. Migliorerà col tempo. Su piatti a base di pesce senza pomodoro.

Annata 2017. Veste cromatica leggermente più carica rispetto al millesimo precedente. Bouquet intensamente profumato di frutta fresca locale, soprattutto pesca bianca, mela, agrumi e fico. Pregevoli le effusioni di tiglio, camomilla, muschio, citronella, acacia ed eucalipto. Accenno idrocarburico. Sorso teso, elegante, morbido, armonico, pervasivo, minerale e protettivo. Palato secco, strutturato, avvolgente, dinamico e scattante. Tratto finale persistente. Risotto alla pescatora.

Annata 2016. Il colore vira ancora verso un giallo paglierino più pieno. Approccio olfattivo sicuramente accattivante, che mette in mostra un pot pourri di eterogenei profumi di frutta fresca, di fiori di ginestra, di macchia mediterranea e poi anche di briciole speziate. Sulla lingua plana un sorso complesso, emozionante, sapido, evoluto e lineare e sostenuto poi da un’ottima carica acida. Palato fine, elegante, equilibrato, puro ed affidabile. Chiusura su toni leggermente amarognoli. Su formaggi freschi.

Lsdm - Degustazione in verticale di Fiano Pian di Stio

Lsdm – Degustazione in verticale di Fiano Pian di Stio

Annata 2015. La veste cromatica col passare del tempo diventa sempre più carica di un giallo dorato. Lo spettro olfattivo cattura delicatamente le narici per proporre poi un variegato ventaglio odoroso di pesca, fico, susina, muschio, menta, felce, mentolo ed eucalipto. In bocca fa il suo ingresso un sorso fresco e tonico, sapido e minerale, elegante e vellutato, morbido ed armonico. Fraseggio palatale sempre dinamico, aggraziato e teso. Progressione finale ben ritmata, seducente e solida. Carne bianca.

Annata 2014. Colore giallo paglierino non troppo carico. Il naso impatta un bouquet connotato da un passo lungo, che rimarca in primis aggraziati sentori fruttati di agrumi, mela, pera ed ananas. In appresso emergono anche vezzi floreali e vegetali di buona stoffa. E’ in bocca tuttavia che il vino fa la differenza, denotando ottima verticalità e grande struttura, che sfociano in un sorso imponente e quasi materico. Beva vivace, fresca, sapida e minerale e sottolineata da un appeal lievemente tostato e fumé. Lungo il finale. Zuppa di legumi.

Annata 2013. Ecco qui il giallo dorato. Al naso si esibisce un frutto maturo, accompagnato da sfumature di fiori autunnali. Rimandi mielosi, di canditi, albicocca in confettura, anice e di macchia mediterranea.  Sorso pieno ed avvolgente, caratterizzato da un’acidità non molto spiccata. In compenso il vino si dimostra tonico, profondo, dinamico, consistente, calibrato, sapido, essenziale ed elegante. Ottimamente appagante il lungo finale. Su piatti anche più strutturati.

Annata 2012. Colore giallo dorato e scintillante. Coté ottimamente fruttato e floreale, segnato poi da un delizioso vezzo tipicamente mineralizzante. Echi di confettura di fichi. Componenti odorose idrocarburiche molto simili ad un Riesling alsaziano.  Tono speziato, tostato, mentolato e balsamico come se il vino fosse stato trattato in barrique. Sorso fibroso, denso, tagliente, incisivo e succoso e comunque ancora molto giovane e per questo potenzialmente longevo. Palato trascinante per struttura, contrasto, sapore e persistenza. Chiusura edonistica. Da bere e godere anche da solo.

Come sempre, anche stavolta questo vino biologico, che matura soltanto in acciaio, ha stupito per la sua cristallina purezza, la screziata timbrica aromatica, la naturalezza dello sviluppo ed il perfetto equilibrio di tutte le sue componenti organolettiche. Per queste ragioni il Fiano Pian di Stio si può definire a giusta ragione uno dei migliori vini bianchi della Campania e del Meridione.

Azienda Agricola San Salvatore 1988
Sede a Stio (Sa) – Contrada Zerilli
Cantina a Giungano (Sa) – Via Dioniso
Tel. 0828 1990900 – Fax 0828 1990901
[email protected]www.sansalvatore1988.it
Enologo: Riccardo Cotarella
Ettari vitati di proprietà: 18, più 5 in affitto
Bottiglie prodotte: 180.000
Vitigni: Aglianico, Pinot Nero, Fiano, Greco e Falanghina.

Vino Pian di Stio

4 Commenti

  1. Si viri nu paese abbandunato
    co quatto case nzimma no sderrupo,
    na vecchia ca è cchiù vecchia re le mmura,
    cchiù ghianca re le pprete re la via,
    Chesta è la terra mia!

    Si truovi na campagna senza grano,
    na vigna ntesecata e nu pagliaro,
    nu viecchio co lo cane e l’accettodda,
    le mmano spertusate ra le sserchie,
    Chesta è la terra mia!
    Si passi pe no vosco solitario
    e nu craparo canta co passione
    na storia re bbreanti e de baruni,
    re gelusie, r’amore e de vendette,
    Chesta è la terra mia!
    Si sienti na campana c’accumpagna
    tutta la gente appriesso a no tavuto,
    fermate pure tu pe no minuto.
    Dancillo co rispetto no saluto.
    Chesta è la terra mia!
    Si sotta no portone senza luce
    nce sta no nome ca non se capisce,
    è nu surdato ca morette acciso
    senza conosce manco lo motivo.
    Chesta è la terra mia!
    Si assenno ra na chiesia all’intrasatta
    te viri nfacci no vestito ianco,
    nu velo, li cunfietti co lo grano
    e tutto no paese ca fa festa.
    Chesta è la terra mia!
    Si sotta no castiello co lo lippo
    lu mare fa l’amore co li scogli,
    le barche cunnuleiano nzimma l’onne,
    le rezze se stennecchiano a lo sole,
    Chesta è la terra mia!
    Si viri na valigia co no tuocco
    nzimma no treno ca vaie a Milano;
    si sotta na baracca a Francoforte
    le lacreme se mmeschiano a la birra,
    Chesta è la terra mia!
    Si viri na uaglioffa a primavera
    cu l’uocchi niuri e li capiddi r’oro,
    ddoie scocche nfacci e na cammisa aperta,
    le mmenne ca spertosano la vesta.
    Chesta è la terra mia!
    Chesta è la terra mia: terra r’amore,
    terra re stienti, re sururi e chianti!
    La gente è de boncore non fa nienti
    ca se la so’ scordata pure li Santi.

    Giuseppe Liuccio

  2. Gentile direttore,mi intrometto per chiederle,come mai secondo una nota rivista enologica,tra i migliori 50 vini italiani,non c’è nemmeno una etichetta Campana? Siamo messi così male? Grazie per l’attenzione.

  3. Non sono il direttore ma un semplice lettore come lei è cercherò di di risponderle a memoria anche se non è facile visto che non specifica se trattasi di rivista italiana europea o extracomunitaria.Ad ogni modo troviamo intorno alla 40 esima posizione del BIWA di Luca Gardini il pluripremiato Gran Furore di Marisa Cuomo e nella statunitense Forbes nelle prime posizioni il Greco di tufo pietra cupa di Sabino e Il piano di Montevergine dei Feudi.Con simpatia FM

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