Vini Galardi – Nuove Annate


Vini Galardi

Vini Galardi

di Enrico Malgi

Con mia somma gioia, nel corso degli anni ho instaurato un rapporto privilegiato con alcune aziende vitivinicole sparse in tutta Italia per cui ho il piacere di assaggiare quasi sempre in anteprima le novità aziendali e, soprattutto, le nuove annate.
Una di queste aziende fidelizzate è quella di Galardi, famosa nel mondo per il suo ex unicum Terra di Lavoro, che ha riscosso e, per fortuna continua a riscuotere, un grande successo a livello planetario. Dall’annata 2017 a questa etichetta è stata affiancata un’altra di Piedirosso che, manco a dirlo, ha subito incontrato il favore degli appassionati e degli esperti settoriali.

Controetichette vini Galardi

Controetichette vini Galardi

Dopo le annate 2017, 2018 e 2019, ecco qui pronto il millesimo 2020, che recita cosi: Terra di Rosso Piedirosso Campania Igp 2020. Soltanto uve biologiche di Piedirosso allevate sul vulcano spento di Roccamonfina nel Casertano. Affinamento in barriques nuove per otto mesi e poi elevazione in vetro. Tasso alcolico di quindici gradi. Prezzo finale intorno ai 30,00 euro.
Qui occorre subito fare una doverosa premessa sul Piedirosso o Pér ‘e Palumm che dir si voglia, che rappresenta il secondo vitigno a bacca rossa più coltivato in Campania (soprattutto nelle province di Benevento, Caserta e Napoli ed isole comprese) dopo l’Aglianico, che poi vorrebbe dire in tutto il mondo visto che questo vitigno è quasi inesistente in altri areali. Ebbene in un recente passato su questo vino sono state dette tante cose, molte volte a sproposito. Quelle più ricorrenti raccontavano che il vino non possiede una sua personalità e per questo non può essere vinificato in purezza, ma va bene soltanto come contributo minimale in un blend con l’Aglianico. All’olfatto spesso esibisce certe sgradevoli puzzette derivanti da un marcato sentore di ridotto (leggi uova marce dovuto all’idrogeno solforato), insieme ad un carattere prettamente vegetale. Ha poi un colore sbiadito, è leggerino, beverino, poco alcolico e carente di struttura.
Bene, detto questo prendiamo ad esempio questo Piedirosso di Galardi, che possiede nel suo Dna tutt’altri parametri, che smentiscono categoricamente quanto sopra. Sintomatico già nel colore connotato com’è di un rosso rubino-purpureo non troppo concentrato certo, ma sicuramente non labile. Naso propositivo e seducente, ricco di un sontuoso e plastico bouquet di frutta e di fiori rossi, che declina come incipit espressioni varietali di melagrana, sottobosco e geranio. Sincere poi le captazioni speziate e terziarie che allietano le narici. Ovviamente niente sentori di ridotto. In bocca penetra un sorso che subito stupisce per la percezione di un’alta alcolicità e perché è pieno, avvolgente, centrato, voluminoso, complesso, strutturato e vibrante come un Aglianico, merito anche del misurato uso della barrique. Progressione palatale secca, fruttata, morbida, balsamica, sapida, minerale, fresca e polposa. Trama tannica ben calibrata. Silhouette elegante. Ottima senz’altro la serbevolezza. Affondo finale persistente, gioioso e leggermente amaricante. Da provare su una zuppa di pesce, ma va bene anche su una tagliata di carne alla brace. In ogni caso si tratta davvero di un eccellente Piedirosso e che possiede sicuramente una sua precisa personalità.
Terra di Lavoro Rosso Campania Igp 2020. Blend di Aglianico all’80% e saldo di Piedirosso. Affinamento per un anno in barriques nuove. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale intorno ai 50,00 euro.
Di questo eccellente, affascinante e pluripremiato vino è permesso di discutere soltanto sul millesimo, per il resto poi si può tranquillamente affermare che si tratta di un’etichetta sempre in auge e costantemente affidabile nel tempo.
Bicchiere tinto da un lucente colore rosso rubino sfaccettato. Al naso salgono eterei, inebrianti e pluralistici profumi di tanta buona roba. Si incomincia con pervasivi ed insistenti aromi fruttati di ciliegia, prugna, ribes, mirtilli, more e lamponi, che fanno da apripista ad un generoso corollario olfattivo. Afflati floreali di rosso vestiti, sospiri speziati di noce moscata, chiodi di garofano e pepe nero, solidali nuances terziarie e credenziali sulfuree si disputano tra di loro l’ambita seconda posizione. Approccio palatale di grande impatto, laddove si percepisce subito una sensazione limpidamente aggregante, solida, profonda, paradisiaca, maestosa, sensuale e materica. Un’ottima spalla acida va a contrastare l’alto grado alcolico e la composizione tannica ancora giovane. Tattilità omogena, equilibrata, armonica, irradiante, arrotondata, ammaliante e dinamica. Longevità a lunghissima scadenza. Fraseggio finale decisamente appagante ed ultra persistente. Un vino da sballo, che si può benissimo abbinare a tanti piatti di terra, ma che diventa sublime anche da centellinare da solo.

Azienda Agricola Biologica Galardi
Sede a Sessa Aurunca (Ce) – Frazione San Carlo
Tel e Fax 0823 708900 – 0823 1440003
[email protected] – www.terradilavoro.it
Enologo: Riccardo Cotarella
Ettari vitati:10 – Bottiglie prodotte. 30.000
Luglio 2020

Vini Galardi

Vini Galardi

di Enrico Malgi

Per una ricorrenza speciale ho pensato bene di andare sul sicuro e così ho stappato due bottiglie di rosso di Galardi da condividere con familiari ed amici durante un ricco pranzo domenicale. Si tratta dell’intramontabile e pluripremiato Terra di Lavoro e della nuova etichetta Terra di Rosso che ha esordito a Vinitaly l’anno scorso col millesimo 2017. Il Terra di Lavoro in tutti questi anni ha saputo regalare infinite soddisfazioni all’azienda di Sessa Aurunca gestita da Maria Luisa Murena, Francesco e Dora Catello, Arturo Celentano e Allegra Selvaggi.

Controetichette Vini Galardi

Controetichette Vini Galardi

Questa volta l’annata del nuovo prodotto è il 2018 e quindi l’etichetta recita così: Terra di Rosso Piedirosso Campania Igp 2018. Piedirosso in purezza allevato a San Carlo di Sessa Aurunca a quattrocento metri di altezza su una superficie vitata di appena un ettaro. Vendemmia ad inizio di ottobre. Il contatto pellicolare si è protratto per venti giorni. Fermentazione in acciaio. Affinamento in barriques francesi nuove per otto mesi. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di 25,00-30,00 euro. Tremila le bottiglie prodotte. Bisogna affrettarsi, quindi, se si vuole godere di questa rara chicca.

Colore rosso rubino. Spettro aromatico ampio e bene articolato: ciliegia, susina, ribes, lamponi e mirtilli soprattutto. Note di viola, geranio, mirto e lavanda, intrecciate a gradevoli costumanze speziate e terziarie. Sfumature cenerine. Accenno tostato. Sorso caldo, secco, elegante, delicato, morbido, sapido, abbastanza fresco. Tannini dolci e levigati. Vino che possiede spessore, tensione e reattività e che sa conciliare la mediterranea purezza con uno stile moderno ed accattivante. Gusto balsamico, gioioso e succoso, che prelude ad un finale equilibrato, sensuale e goloso. Ottima performance di un vino eccellente da abbinare a carne bianca, parmigiana di melanzane e pesce in guazzetto.

La seconda bottiglia stappata si riferisce naturalmente al must aziendale, che fin dalla prima annata del 1994 ha saputo stupire tutti per la sua eccelsa e costante qualità: Terra di Lavoro Campania Igp 2018. Classico blend di Aglianico all’80% e saldo di Piedirosso coltivati sempre a S.Carlo di Sessa Aurunca. Vendemmia a metà ottobre. Contatto con le bucce per venti giorni. Fermentazione in acciaio ed affinamento in barriques nuove francesi per un anno. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 45,00-50,00 euro. Bottiglie prodotte per questo millesimo: ventimila bordolesi, cento magnum e cinquanta doppio magnum.

Che cosa vogliamo aggiungere ancora a questo eccellente ed emozionante vino sempre affidabile e che ormai è diventato un vero e proprio cult a livello internazionale? C’è soltanto da verificare la bontà dell’annata, che come sappiamo può variare a seconda dell’andamento climatico, per il resto si va sempre sul sicuro.

Colore rosso rubino. Bouquet intriso di avvolgenti e perforanti umori fruttati di sottobosco, di amarena e di prugna. Caleidoscopio ricco di nuances di violetta, rosa, macchia mediterranea, noce moscata, chiodi di garofano, zenzero e vaniglia. Calibrati e sensitivi i profumi di goudron, resina, ginepro, eucalipto, china, fumé e balsamo. In bocca esordisce un sorso austero, maestoso, materico, sensuale, paradisiaco, profondo, armonico e solido, mettendo in mostra così tutto il suo talento. Superba la trama tannica. Appeal imponente, ammaliante, integro e raffinato. Beva monumentale, sapida, tagliente e dinamica. Estrazione ed elevazione di rara precisione. Rovere ben dosato. Vino che termina la sua corsa in trachea donando una persistenza ad oltranza ed appagante. Anche questo millesimo non ha tradito le aspettative, dimostrando tutta la sua valenza ed una potenzialità di serbevolezza a lunga gittata. Da preferire su cacciagione, agnello al forno e formaggi stagionati.

Sede a Sessa Aurunca (Ce) – Frazione San Carlo
Tel e Fax 0823 708900 – 0823 1440003
[email protected]www.terradilavoro.it
Enologo: Riccardo Cotarella
Ettari vitati: 10 – Bottiglie prodotte nel 2018: 23.000 bordolesi, 100 magnum e 50 doppio magnum.
Vitigni: Aglianico e Piedirosso.  

4 Commenti

  1. Per l’evento “speciale”(ma ogni anno che passa più che bene secondo me fa male)un’azienda l’ho beccata ma mi aspetto altre conferme.Su Terra di Lavoro (Il Sassicaia del sud come qualcuno l’ha definito)mi ripeto:per me tra i grandi vini del mondo ma sta venendo fuori alla grande anche il loro piedirosso vitigno che merita di più per cui mi permetto di rilanciare un messaggio subliminale al Gran Capo:perché non riprendere la “trasmissione “Rosso Rosso Piedirosso ?FM

  2. Hai ragione caro Francesco, il Terra di Lavoro ormai non ha bisogno si essere spinto, perché cammina benissimo sulle sue gambe da più di cinque lustri, mentre il Terra di Rosso Piedirosso può stargli alla pari se solo venisse considerato un poco di più. Il fatto è che in Campania si trova e si parla dell’Aglianico dappertutto anche fuori dal territorio regionale, mentre il Piedirosso stenta a trovare una sua giusta collocazione geografica in modo integrale perché è allevato a macchia di leopardo, pur mantenendo una presenza capillare in alcuni areali, ma fuori regione non è affatto conosciuto. Ecco perché bisognerebbe attivare un’operazione di salvaguardia e di promozione di un vitigno a bacca rossa che ha dimostrato di essere in Campania l’unica alternativa all’Aglianico e che vuole recitare la sua parte, senza andare ad intaccare la supremazia dell’affermato Aglianico. E per questo, quindi, che auspicherei una maggiore produzione di Piedirosso in purezza.

  3. Egregio Enrico, ma non aveva recensito anche le annate 2017 e 2019 di questi due grandissimi vini ? Mi sa che se non ho preso una cantonata ci siamo conusciuti anni fa tramite Antonio Sorice ex mio collega di lavoro, mi corregga se sbaglio ma sicuramente per me il Terra di Lavoro è sicuramente uno dei migliori vini italiani oramai da 27 vendemmie icona della vitivinicoltura campana.
    Per il fratello minore Terra di Rosso ne acquisterò sicuramente una bottiglia per provarlo visto che oramai è alla quarta vendemmia
    Un saluto

  4. Gentile sig. Alfredo, le annate che lei cita le ho tutte degustate e recensite, a parte il millesimo 2017 di Terra di Rosso. Certamente di tratta di vini straordinari, vero vanto della vitienologia campana e nazionale, Fa bene ad acquistare i due millesimi del 2020 di Terra di Lavoro e di Terra di Rosso che sono davvero dei fuoriclasse. Il Terra di Lavoro è considerato tra i migliori vini rossi d’Italia e del mondo, stando anche ai giudizi di noti esperti giornalisti americani , mentre è davvero sorprendente il Terra di Rosso 2020 che ho appena assaggiato e che mi ha molto entusiasmato.
    Per quanto riguarda la nostra conoscenza diretta non ricordo bene, però ho chiesto a mio cognato Antonio che mi ha confermato l’accaduto. Mi ha fatto molto piacere.

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