Wine Spectator, il Consorzio Irpino vada a lezione di comunicazione a Montalcino


Taurasi 2016 Radici Riserva Mastroberardino

Negli ultimi giorni l’Italia del vino ha avuto una grande soddisfazione: il Brunello di Montalcino di Argiano 2018 è stato designato come primo vino al mondo per Wine Spectator.
Si può pensare quello che si vuole di Argiano e di Wine Spectator, resta un dato di rilevanza mondiale che non accadeva dal 2001 al Brunello e sul piano commerciale avrà una ricaduta enorme non solo per Argiano ma anche per tutto il complesso territoriale di Montalcino, si direbbe: piove sul bagnato. Capita quando uno è bravo non solo a produrre ma anche a comunicare. Infatti un minuto dopo aver appreso la notizia il Consorzio del Brunello ha espresso un comunicato di soddisfazione per questo faro acceso sulla denominazione. Il successo di uno è sempre un successo di tutti.
Il secondo italiano della top ten è il Radici Riserva 2016 di Mastroberardino, la prima volta in assoluto che un vino del Sud arriva così in alto. Bene, a questa notizia è seguito il silenzio tombale del Consorzio Irpino.
Sono queste sfumature di comportamento che alla fine fanno la differenza fra i territori, non i prodotti in quanto tali. Il saper cogliere le opportunità che la vita offre prima o poi a tutti.
Naturalmente sento già l’obiezione e l’anticipo: Mastroberardino non fa parte del consorzio.
Beh, al di là delle responsabilità, penso che se il faro di una denominazione, anzi, chi ha scritto materialmente le regole, è fuori, c’è un problema che dovrebbe essere affrontato con serenità pensando al vantaggio commerciale collettivo e non alle rivalse personali. Persino israeliani e palestinesi stanno trattando in questo momento in cui scorre tanto sangue fra loro.
Ora nella vita le occasioni di riavvicinamento personale possono essere due, opposte: fare le condoglianze per una perdita o le congratulazioni per un successo chiaro, oggettivo, opinabile ma inoppugnabile.
Ecco, la dico tutta perchè l’ho pensata e non voglio tenerla per me. Sicuramente il Consorzio dei Vini Irpini avrebbe fatto una bella figura ad emettere un comunicato di congratulazioni a Piero Mastroberardino.
Non stiamo valutando questo comportamento assente sul piano personale, perchè ognuno si comporta come ritiene. Ma quando si hanno cariche pubbliche, ruoli pubblici, funzioni pubbliche, il segreto per fare bene è sempre separare le considerazioni personali da quelle di carattere generale.
Il ritardo di un territorio si misura proprio su questo: se misura gli effetti del proprio agire sul diametro comunale e provinciale, oppure sul diametro del mondo. A Montalcino, credetemi, ci sono le stesse antipatie e gli stessi odi che troviamo in Irpinia e in qualsiasi provincia italiana, perchè noi siamo eredi dei Comuni, altro che di Roma.
Ma adottano, lì come in Piemonte o in Veneto, il principio comunicativo padre di tutta la comunicazione: i panni sporchi si lavano in famiglia
Tutto qua.

Ps: siccome siamo nell’era ebete dei social, cerco di anticipare alcune cose. Non ho mai avuto rapporti economici con l’azienda di Mastroberardino, con Piero in trent’anni di rapporti ci siamo frequentati solo in occasioni professionali e manco un caffè ci siamo presi fuori da questo contesto.
Pace!

 

Un commento

  1. Io faccio un lavoro che mi mette a contatto con i produttori di vino praticamente in tutta Italia e quindi , mio malgrado, vedo questo settore e questi operatori da angolature diverse e per questo non mi meraviglio.
    Mastroberardino è stato ed è un faro che ha illuminato tanti, in Campania certamente , ma anche fuori regione. Grande azienda fatta da grandi esperti che conquista grandi risultati.

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