Bad News: Antonella Iandolo lascia La Scuderia e chiude il rapporto con i fratelli Oliviero


Antonella Iandolo

Abbiamo seguito con passione l’avventura de La Maschera di Avellino e poi descritto con entusiasmo la metempsicosi, secondo noi emblematica di un clima generale che si respira, nella nuova impresa della Scuderia. Purtroppo non sempre le storie hanno un lieto fine. E questa non ce l’ha.
La registriamo pubblicando il comunicato che ci ha inviato Antonella, consapevoli che, come in tutti i divorzi, le ragioni non stanno mai da una sola parte. Ci dispiace molto che le cose siano andate così. Auguriamo ad Antonella, a cui il Gambero Rosso aveva regalato la soddisfazione di un grande servizio nel numero di aprile, il futuro professionale che merita.

Comunicato Stampa

La mia avventura con “La Scuderia – Cucina in campagna” cominciata solo quattro mesi fa, oggi è terminata.

Ciò che era iniziata come una sfida, ha trovato il suo epilogo nonostante l’impegno e la passione da me profusi.

In questi quattro mesi, in quella che molti definivano la “casa di Antonella”, si sono avvicendati vecchi e nuovi ospiti.

Per loro ho preparato con amore vecchie e nuove pietanze, aggiungendo ad ognuna sempre un briciolo del mio cuore.

Ed è con grande dispiacere che non vedrò più i miei piatti oltrepassare la porta bianca per essere adagiati sui runners  bordati di pizzo, non converserò con gli amici accanto al camino, non congederò gli ospiti sulla soglia della porta come se lasciassero casa mia, con la promessa di rivederci presto.

Un pezzo di me resterà sempre in quelle sale, allestite con lo stesso amore di quando ho arredato la casa in cui vivo; conserverò sempre dentro di me l’atmosfera delle tendine di pizzo, dei plaids di lana a maglia, dei cuscini ricamati, dei soprammobili scelti uno ad uno, insomma di quella che, anche se per poco, è stata la mia casa.

Ma la vita ci pone davanti a scelte.  E ogni nuova sfida l’affronto con la passione che mi contraddistingue, da acrobata della cucina e della vita, in cima, sul trapezio e… senza rete.

Spero di ritrovare tutti i miei ospiti, di incontrarli nuovamente su quella che sarà la mia nuova strada.

Grazie a tutti coloro che mi hanno dimostrato apprezzamento, solidarietà e affetto.

Antonella Iandolo Supercheffa

21 Commenti

  1. Il comunicato di Antonella è struggente. Si riesce a comprendere quanta sofferenza le sia costato quest’addio a ciò che era per lei come un figlio. Ma Antonella non potrà che uscire fortificata da questa esperienza perché la conosciamo come una grande donna, forte, volitiva, ma col cuore caldo e tenero. Come diceva una mia amica questa mattina, ogni posto dove andrà sarà la “casa di Antonella” perché chi fa il proprio lavoro col cuore, spende sempre tutto se’ stesso e chi la incontra non può che amarla e rispettarla.

  2. Sembra…la fine di un “sogno”,il finale di qualcosa di luminoso che lascia spazio al “buio”,sembra,ma non è così.Un “addio”,lo è senz’altro e forse,per fortuna… I “Sogni”smettono di essere tali quando cominciano a prendere vita,cambiano,perdono la loro dimensione di assoluta bellezza quando iniziano a respirare in luoghi diversi dalla propria anima,a diventare parte di qualcosa e di qualcuno oltre che di “se stessi”.A quel punto l’arte,che ha voluto prendere vita affidando il proprio essere alle mani di Antonella,la straordinaria passione per cio’ che si ama,la convinzione di credere con tutte le proprie forze in cio’ che si sta facendo,può come in questo caso,non bastare.Perchè i sogni,quelli sì,”vivono” di notte,ma quando la notte,prima o poi,diventa”luce”,quella che si spalanca,prepotente e,per fortuna,luminosa,è la realtà.Una realtà fatta di luoghi,di scelte,di persone.Antonella ha dato tanto a tanti e continuerà a farlo,più forte ma più “consapevole”di prima.E quando durante una “passeggiata”,in una casa di campagna,qualcuno,come sempre accadeva,chiederà col sorriso di Antonella,può stare tranquillo…basterà spostare lo sguardo,un po’ più in là,avendo la certezza di trovarla.In mezzo a “chiassose”pentole,avvolta da un profumo che sa di buono…e una canzone sussurata,sotto voce,a cullare le sue creazioni…

  3. Certo che a distanza di pochi mesi fa un certo effetto leggere i commenti all’articolo che avevano annunciato l’apertura della Scuderia :-(
    Mi sono anche fatto una mia idea, ma preferisco non esprimerla, per rispetto di tutti

  4. Chi ama la cucina ,chi ama cucinare ,chi gode nel creare piatti semplici e particolari ma pietanze che nascono dalle tue mani,chi con occhi ansiosi cerca di leggere negli occhi dei commensali il gradimento, la gioia del gusto, il piacere del convivio, può comprendere il dolore di Antonella. Come è riportato sul suo blog: Invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passa sotto il vostro tetto. Questa era la filosofia di Antonella e lei si è sempre incaricata della felicità dei suoi commensali. Ma Antonella è fatta per volare alto. E così sarà. AUGURI SUPERCHEFFA!

  5. invece è proprio il caso di esprimerle io credo Antonella iandolo si è esposta in pri,a persona senza condizioni e adesso?

  6. Giusto Giulia! Sarebbe il caso di esprimere le proprie opinioni. Antonella si è giocata il tutto e per tutto, ci ha messo la sua professionalità, il suo nome. E adesso?

  7. Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Dio

    e perchè mi sovviene questo proverbio dopo aver appreso la notizia di Antonella che lascia sua sponte La Scuderia ?!?!
    boh !

  8. La vita spesso ci pone di fronte a scelte ed ostacoli che sembrano insormontabili ma NOI abbiamo una peculiarità, che ci contraddistingue: ogni volta che cadiamo, sappiamo rialzarci e ripartire con sempre maggiore forza ed entusiasmo.Sono certa che sarà così anche per te! Ti sono vicina in qs momento ma te ne sarò ancora di più e soprattutto sarò pronta a sostenerti nel momento in cui ripartirai…..spero al più presto!

  9. Sono un cliente prima della Maschera e poi della Scuderia. Tanto vecchio da aver conosciuto anche il vecchio chef Lino Scarallo che, guarda caso, anche lui improvvisamente lasciò il ristorante. Ho avuto modo di conoscere quindi personalmente Antonella, oltre che splendida chef, ragazza sensibile e col cuore in mano. Non credo che lei potesse avere nemici. Mi piacerebbe capire a cosa si riferisce Vincenzo. Quello che trovo inquietanti sono questi post sibillini.

  10. i post sibillini possono essere spiegati soltanto con i fatti avvenuti, spero qualcuno ne abbia il coraggio

  11. Nostro padre era un operaio, un uomo buono, pacifico, tollerante. Antifascista, innanzitutto, socialista di Nenni e Sandro Pertini, poi comunista, ma di quelli con il nome cambiato perchè innanzitutto la libertà. La libertà di quelle notti dopo il 30 di aprile, quelle notti in cui io, Gino -oste gatto e matto- e Ciro -piccolo grande fratello sornione ed ancor più gatto-, davanti ad un camino, prima cucina, poi desco, infine letto, unica fonte di energia e calore… d’improvviso, contro i soprusi di un un’arrogante “padrone/a” abbiamo sentito di meritare finalmente l’onore di essere “i figli di nostro padre”.
     Si fa presto a parlare di divorzio.
    I fatti, innanzitutto: 30 aprile, scendiamo al ristorante e l’energia elettrica è stata staccata, da una proprietà, (parente dell’amministratore) che animata, nella migliore delle ipotesi, da principi feudatari, ritiene che il potere del denaro e della progenie sia superiore alla legge, alle regole.
    Siamo costretti a sospendere l’attività, l’Asl ci fa distruggere le materie prime ed i prodotti preparati, oramai deperiti (l’amministratore è ammalato), ci chiudono d’imperio l’attività.
    Quattro denunzie ai Carabinieri per reato di violenza privata. Ci tolgono l’acqua (…mai l’acqua), vorrebbero privarci della dignità di uomini… Resistiamo.
    Questo dal 30 aprile. Il sei di maggio Antonella Iandolo si dimette dalla carica di amministratore e poi da quella di socio: sei giorni dopo.
    Dopo sei giorni in cui i Fratelli Oliviero, senza acqua, senza luce, davanti ad un camino si riappropriano delle loro radici. A difesa della Scuderia, della loro storia e della loro dignità.
    Non siamo verginelle della ristorazione. Possiamo comprendere, nei divorzi, gli amici dei coniugi ed i nuovi compagni che seminano sentenze acritiche e interessate; ma gli arbitri che non si sforzano di ascoltare, verificare, raccontare i fatti, quelli no.
    É questione di professionalità, di deontologia, di coraggio e di fiuto. E del colore delle porte, bianche o rosse che siano e delle acrobazie e delle reti, sentiamo perfettamente a chi appartengono, come le idee e le culture da cui provengono .
    Buona fortuna a tutti. Gino e Ciro Oliviero (Fratelli che siamo noi…)
     [email protected]

    1. Onore ad Antonella Iandolo. Che ha continuato e continua a mantenere la sua GRANDE dignità. Il resto non lo commento. Dignità.

  12. Ciò che la mente può concepire e credere , può realizzare, e tu cara amica devi ripartire da ciò che per tè era un traguardo.Una nuova sfida renderà al tuo carattere più determinazione al raggiungimento di un nuovo obiettivo.Ricorda che i più grandi successi si nascondino proprio dietro l angolo del nostro ultimo errore.
    AGISCI NON ASPETTARE.
    Un bacio

  13. Un poco di solidarietà anche sulle dichiarazioni dei f.lli Oliviero non guasterebbe . Se ci sono difficoltà economiche in una società commerciale , si affrontano per risolvele , se possibile , ma, di certo , non si fugge con le dimissioni . Lasciando i problemi agli altri .

  14. Voglio solo precisare che non ho rassegnato le dimissioni da amministratore della società. La carica mi è stata revocata in data 6 maggio come risulta dal verbale d’assemblea.

  15. conosco antonella e soprattutto la sua passione per la cucina, tutto l’impegno economico e gli sforzi per aprire “la casa ” per tutti i suoi ospiti, la sua decisione e’ stata dettata da motivi molto importanti . e’ una persona forte e combattiva e penso che con la sua grinta e la sua passione per la cucina ci troveremo al piu’ presto ad essere nuovamente suoi ospiti.
    grande supercheffa

  16. Il tempo è galantuomo… lui sì. E darà ragione dei fatti. Spero che Antonella ci tenga aggiornati su dove potremo degustare di nuovo le sue prelibatezze.

  17. per me e per mia moglie sia La Maschera che La Scuderia erano un rifugio, una seconda casa, il posto dove si andava quando si stava giù e si aveva bisogno di cose belle. Sono orgoglioso di dire che con mia moglie ci sarei andato anche se si fosse mangiato il panino con la mortadella, poiché le splendide pietanze che si gustavano erano merito di Antonella ma anche della meravigliosa atmosfera che si respirava. Per me Antonella da una parte, e Ciro e Gino dall’altra erano due facce della stessa medaglia, non riesco a concepire queste persone separatamente.
    Auguro a tutti e tre tutto il bene del mondo.

  18. Una sola affermazione sembra valida in casi come questo: che peccato! Sono stato cliente de “La Maschera” per molto anni, dai tempi del mitico Lino Scarallo, fino ad Antonella Iandolo. Preavvisati da Gino il 18/12/2010 sono statom, ma solo per una volta anche alla “Scuderia”. Le beghe tra soci non sono mai state foriere di validi risultati economici e di immagine per qualsiasi azienda che si rispetti. Ripeto ancora una volta: che peccato!

I commenti sono chiusi.