Duca Enrico 2008 1997 e 1987, la storia del Nero d’Avola


Duca Enrico Duca di Salaparuta

Cosa è stato nella storia recente del vino italiano il Duca Enrico? L’ambizione di inserire tra i grandi vini nazionali e internazionali anche il Nero d’Avola. Su questo progetto partì la cantina, all’epoca di proprietà della regione oggi del Gruppo Ilva di Saronno, affidando a Giacosa questa responsabilità.

Un grande successo che, come spesso è capitato ai vini degli anni ’90, è stato poi soporiferamente ignorato dalla critica del decennio successivo, secondo me peccando di superificalità.
Il modello produttivo di quegli anni è sicuramente lontano dalle corde dei bevitori più colti di oggi, ma questo rosso ancora oggi ha molto da raccontare.
Con Benedetta Poretti abbiamo provato tre annate al Vinitaly per festeggiare i trent’anni e ci sono piaciute molto.

Duca Enrico 2008 è sicuramente molto giovane, ha un rosso rubino intenso, profumi di frutta rossa e grande freschezza in bocca. Al palato è una giusta mediazione tra il passato più materico e l’aspirazione all’eleganza e alla finezza. Il vino è sapido, chiude lungo, intenso, decisamente persistente. Da conservare e dimenticare in cantina per avere ampie soddisfazione da qui a dieci anni. 88

Duca Enrico 1997 riflette le problematiche di un’annata considerata all’epoca la migliore del secolo, ma era tutta una costruzione di abile marketing bordolese. In realtà ci si è spesso trovati di fronte a rossi abbastanza grevi e poco distesi. Questo  Nero d’Avola riflette l’andamento generale: ha sicuramente ancora moltissima energia da spendere, intero, nessun cenno di ossidazione, più materico che elegante, ha difficoltà a dispiegarsi nel palato nonostante la freschezza sia ancora molto ben presente. 87

Benedetta Poretti, responsabile della comunicazione

Duca Enrico 1987. Sicuramente il tempo ha realato a questo vino un grande fascino, quella dimensione onirica in cui solo i grandi rossi sono capaci di entrare. Molto elegante, fine, poco concentrato anche nel colore, retto da una fantastica ed energica freschezza, esprime la ciliegia del 2008 croccante nella versione di frutta sotto spirito. Sapido, con piacevoli rimandi tostati, è sicuramente una bottiglia che può spendere ancora molti racconti nei prossimi anni. 90