Grave Morae 2004 Aglianico del Taburno doc


FONTANAVECCHIA

Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 20 a 25 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Dobbiamo premettere che il vino farà ancora un bel po’ di mesi in bottiglia prima di entrare in commercio anche se è già tutto pronto e affina con tanto di etichetta. Un elevamento alla fine, pensiamo, non indispensabile se non come prosecuzione naturale di un processo lavorativo ormai terminato e il cui elevamento proseguirà per molti anni ancora perché in sostanza il Grave Mora 2004 ha già una sua regale compostezza e ha raggiunto un buon equilibrio fra tutte le sue componenti poste tutte ad alta quota: alcol, estratti, concentrazione. Si direbbe un vinone quasi fuori moda ma in realtà l’annata 2004, un po’ gracilina, sta regalando molte belle sorprese proprio perché la materia prima da cui si partiva era sicuramente molto diversa dalla popputa ed esuberante frutta dell’annata precedente. Eppure sarebbe sbagliato pensare al Grave Morae come a un vino spinto in senso modaiolo perché il legno è molto ben dosato, non c’è quel fragore di spezie e, peggio ancora, di vaniglia, che sempre stordisce in questi casi: il naso, pur intenso, è infatti un delicato equilibrio di frutta e di pepe nero, caffé appena tostato, un po’ di liquirizia, note balsamiche in sottofondo. In bocca la beva è molto gradevole, con la freschezza in prima battuta che libera la strada a tutti i sentori portandoli sino in fondo, alla chiusa elegante e composta, pulita e asciutta. Un grande vino insomma, che sicuramente farà parlare molto di sé: concenttualmente è la risposta al Bue Api della Cantina del Taburno, un cugino del Roinos di Eubea nel Vulture visto che la mano dell’enologo, Angelo Pizzi, è lo stessa. Insieme al Facetus costituisce la top wine aziendale di questa cantina appena costruita e molto bella, circondata da vigne in stile langaiolo sotto Torrecuso, con vista verso la Valle Telesina. Dopo il ciclopico sforzo di ristrutturazione, è bene adesso tornare a concentrarsi sul prodotto perché con questa frutta è possibile fare i più bei vini del Mezzogiorno: questa versione del Grave Mora lo dimostra ampiamente. Lo beviamo in assoluto, oppure su piatti molto spinti e strutturati, come la carne di cinghiale in umido e il soffritto di interiora di capretto.

Sede a Torrecuso. Via Fontanavecchia. Tel e fax  0824.876275. www.fontanavecchia.info Enologo: Angelo Pizzi. Ettari: 9 di proprietà. Bottiglie prodotte: 120.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, falanghina, coda di volpe.