Qualità e Quantità. Guida definitiva: le dieci migliori paninoteche della Campania


Il vecchio Chianina in Fossa di Gigione

Il vecchio Chianina in Fossa di Gigione

di Andrea Docimo

Il mondo del panino – è innegabile – amplia sempre più i propri orizzonti, spingendosi in territori fino a qualche anno fa inesplorati. In questo “mare magnum”, però, occorre fare un po’ di selezione per non imbattersi in cocenti delusioni. È per questo motivo che ora vi delineerò quelli che per me sono i locali più meritevoli in Campania. I parametri che hanno orientato le mie scelte durante la pianificazione e la stesura del pezzo? Andiamo per gradi.

Ho anzitutto evitato di prendere in considerazione attività in cui le derive “foodpornesche” facessero a cazzotti con ragionamenti legati all’utilizzo di buone/ottime materie prime. Una racchetta Wilson con un piatto-corde più piccolo della media non ti rende automaticamente Roger Federer.

Non ho peraltro preso in considerazione locali in cui la qualità delle materie prime risultasse bassa, pur se storici a loro modo.

Infine, ho rifuggito chi si spinge troppo oltre, finendo per scimmiottare i colleghi o, peggio ancora, gli chef.

Bando alle ciance, iniziamo.

Macelleria – Hamburgeria da Gigione
Pomigliano d’Arco (NA)

Partiti qualche anno fa proponendo panini take-away nella macelleria di famiglia a Pomigliano, sono stati tra i primi ad investire tempo e denaro nello studio. Adesso possiedono una hamburgeria-braceria completa sotto ogni punto di vista (cibo, birre, vino, cocktail) e sono il modello di riferimento in Campania. Tremendamente innovativi e sperimentali.

Il panino presentato da Gigione di Pomigliano d'Arco a LSDM 2017

Il panino presentato da Gigione di Pomigliano d’Arco a LSDM 2017

Agribraceria Fattoria Carpineto
Zona Ospedaliera, Napoli

Accanto ad un supermarket in zona ospedaliera, c’è una delle mie “comfort-zone” preferite. Grande facilità di parcheggio, ambiente “country” e carni di ottima qualità sono i punti di forza. I panini sono golosissimi e costano il giusto. Se devo rilassarmi, non v’è dubbio alcuno che io vada qui. Informale e “sapurito”.

Il panino di AgriBraceria Fattoria Carpineto

Il panino di AgriBraceria Fattoria Carpineto

Puok
Vomero, Napoli

Egidio Cerrone ha rivoluzionato il mondo del panino in Campania. È innegabile. Nel suo locale (solo take-away) propone panini che strizzano l’occhio all’America, basandosi sulla tradizione napoletana ed ampliando il respiro con scelte innovative. La golosità, l’apparente semplicità (solo perché sono immediati) e scelte strategiche d’avanguardia sono i motivi di un successo senza precedenti a via Cilea. Panino ex machina: cambia il soggetto, ma la reazione suscitata dall’artificio scenico è lo stesso. “Maraviglia”.

Il panino di Puok a Napoli

Il panino di Puok a Napoli

Birstrot
Montesarchio (BN)

Non ne ho mai scritto, perché è una scoperta nuova di zecca. Anzi, per me è la scoperta dell’anno. Cosa si può dire altrimenti di un locale che propone un panino con ostriche in tempura di Tipopils, Camembert, confettura di pomodori verdi ed erba ostrica, con a fianco una gelatina di Negroni? Ne scriverò appena possibile, ma nel frattempo seguite il mio consiglio. Vale la trasferta.

Il panino del Birstrot a Montesarchio

Il panino del Birstrot a Montesarchio

Public House
Caserta

A due passi dalla Reggia di Caserta, Ornella Buzzone – che oltre a possedere un locale fa per passione la foodblogger – propone abbinamenti azzardati che tuttavia colpiscono. I suoi panini contengono vere e proprie ricette: qui, ad esempio, ho mangiato un panino con capretto e piselli nel periodo pasquale. Il locale è piccolo ma carino ed essenziale. Un vulcano tra piastra e fornelli.

Il panino di Public House a Caserta

Il panino di Public House a Caserta

Lelena Burger
Aversa (CE)

Tra i primi a capire le potenzialità del modello americano, adesso i Girasole girano a pieno ritmo ad Aversa. Il bun c’è, così come ci sono anche le buone materie prime ed una grafica fresca e giovanile. Memorabile il panino creato in collaborazione con Marianna Vitale, 1* presso Sud a Quarto. “Tu vuo’ fa l’americano”, stavolta per bene.

Il panino di Lelena Burger ad Aversa

Il panino di Lelena Burger ad Aversa

Bubba Pub
Pozzuoli (NA)

Qualche occhio all’America, la competenza di Venerando Valastro alle braci ed il gioco iniziò, ed è già qualche anno che si va avanti in quel di Pozzuoli. Burger di pesce, una discreta selezione di birre e fritti interessanti tra i punti di forza del locale. “Il mare in mezzo al pane”, come da slogan.

Il panino di Bubba Pub a Pozzuoli

Il panino di Bubba Pub a Pozzuoli

Paninoteca Ciro Mazzella dal 1974
Monte di Procida (NA)

La “petite madeleine” di Proust è qui un panino. Sapori semplici, immediati e ancestrali, per un panino che è (ed anche in questo caso vale) un viaggio. Pochi tavoli, sale minute, ma l’accoglienza di una volta: niente camerieri giacca e cravatta altezzosi; al loro posto c’è il sorriso sincero e impagabile di Ciro Mazzella e consorte. La Tradizione, con la “T” maiuscola.

Il panino della Paninoteca Ciro Mazzella dal 1974 a Monte di Procida

Il panino della Paninoteca Ciro Mazzella dal 1974 a Monte di Procida

Sturgis Beerhouse
Brusciano (NA)

Giacomo Delle Cave ha studiato all’alberghiero, poi ha lavorato in qualche ristorante e dunque ha aperto Sturgis, prima a Pomigliano e dunque a Brusciano. Il pub è confortevole, ci si sente quasi come a casa. I punti forti del locale sono le birre, ma i panini non sfigurano, anzi. Erano già buoni, ma dopo le migliorie apportate al pane sono diventati buonissimi. L’ultima volta che ci sono stato ne ho provato uno con hamburger di scottona, formaggio caprino, fette di mela caramellate, pesto di mandorle e rucola. Sensazionale e accogliente.

Il panino di Sturgis Beerhouse a Brusciano

Il panino di Sturgis Beerhouse a Brusciano

Terrae Motus
Caiazzo (CE)

Una piccola gemma preziosa nella splendida cornice di Caiazzo. Vincenzo Coppola, agronomo che ne sa di tutto un… tanto, con Mario Cipriano di Birrificio Karma  ha dato vita ad un pub dove la ricerca sulle materie prime (partendo dal grano per il pane e finendo al companatico) e un’attenzione particolare alle birre si fondono al buon gusto (anche per quanto riguarda arredi e musica di sottofondo). Apparenza e tanta sostanza.

Il panino di Terrae Motus a Caiazzo

Il panino di Terrae Motus a Caiazzo

39 Commenti

  1. Piacevole come sempre leggere Andrea, ma una cosa voglio dirla:con sti bun hanno rotto le scatole, la tradizione fornaia italiana buttata nel water da questa brioche americana (uno dei panini qui sopra sembra proprio una brioche)……ottima per chi non tiene i denti…..a cui segue obbligatorio l’hamburgher , altra americanata che non ti aiuta a capire quello che mangi……a proposito….mi è sembrato di vedere slimer (Ghostbusters) in un panino…..

    1. Marco carissimo, ti ringrazio innanzitutto per i complimenti. Per quanto riguarda la questione dei bun sono d’accordo con te, anche se ti invito a provare anche quello cui ti riferivi nel commento (ho capito quale), perché vedrai che pur essendo all’americana è davvero piacevolissimo e non fa effetto “ostia”. Per quanto riguarda l’hamburger, anche qui sono d’accordo con te sul suo eccessivo utilizzo. La guida però non nasce per noi pesantoni, ah, ah, ah! Su Slimer ricordo un tuo commento affine qualche mese fa, ed anche allora se non erro ti dissi che trattavasi della luce del flash e dei filtri applicati successivamente alla foto. :)

      1. Buongiorno sig. Docimo,
        si parla di Campania.. nessuna paninoteca di Napoli merita di entrare in classica?

        Resto sorpreso
        un saluto
        Gianluca Consiglio.

  2. Per essere fra le 10 migliori paninoteca della Campania da cosa parte
    Il risultato
    Se gentilmente potrei avere una spiegazione

    1. Caro Gennaro, è presto detto. Se leggi tra le righe, puoi facilmente accorgerti che ogni paninoteca citata è espressione diretta un filone di pensiero: c’è chi studia gli abbinamenti e le materie prime, chi lavora sul territorio, chi ti dà accoglienza ed anche un panino saporito, chi ti fa sentire come a casa, chi ti propone un format giovanile e fresco (ogni tanto ci vuole anche questo, non si può sempre e solo ragionare in un’ottica over 40/50), e via discorrendo. Il tutto si basa anche sui miei viaggi (con amici e in solitaria) per la Campania. Essendo un curiosone, ho (con la massima umiltà) avuto la fortuna di provare tanto e cerco di consigliare alle persone i posti in cui mi sono trovato bene. È un servizio rivolto alle persone, non ai gestori dei locali. Spero di aver chiarito i dubbi. Saluti.

  3. Ciao! mi ritrovo su tutto tranne che per Puok a mio avviso sopravvalutato al massimo! Consiglio anche Paninoteca da Gino a San vilitiano.

    1. Cara Marica, grazie per la segnalazione ed anche per aver espresso il tuo disappunto. Come mai credi sia sopravvalutato?

  4. Qualora non ci siate ancora stati vi invito a degustare anche i meravigliosi panini del concept “La Chiancheria” a Vairano Scalo (Caserta).

  5. Andrea premesso che io seguo questo blog quasi dalla nascita e leggo con piacere anche te che fai parte delle nuove leve . La mia era solo una considerazione senza voler fare alcuna polemica. Non mi permetto di suggierire nessuno perché non mi reputo un competente. Mi sembrava strano… tutto qua.

    1. Angelo, figurati, ero solo curioso di conoscere il tuo punto di vista. Mi fa molto piacere che tu segua il blog e mi legga. Purtroppo, tra i panini mangiati nelle due province da te menzionate, nessuno mi ha colpito tanto da rientrare in una mia ipotetica top10. Ti saluto, buona giornata.

    1. Ciao Enzo, conosco bene il locale del buon Angelo! Grazie comunque per la segnalazione e a presto.

    1. Caro Antonio (se questo è realmente il tuo nome), invece di buttare la “pretella”, come si dice da noi, perché non ti firmi con nome e cognome ed espliciti a chiare lettere ciò che vuoi far intendere? :)

  6. Ne conosco molti tra quelli citati. Concordo su Terrae Motus, Sturgis e Birstrot . Non sono un amante del take away e quindi non avrei inserito locali tipo Puok. Per me impossible tenere fuori due locali come Historia a Pugnanello e Malto Reale a San Leucio.

    1. Caro Fabio, rispondo sia al tuo commento precedente che a quest’ultimo. Se vuoi la “marenna”, puoi benissimo fartela a casa. L’articolo nasce per chi vuole un buon panino in una paninoteca (pub al limite). Perdonami, ma la tua è un’affermazione davvero grossolana. Per quanto concerne il tuo ultimo messaggio, be’, io Historia lo adoro, ma per lo stinco, la carne cotta a bassa temperatura, per le specialità bavaresi… Non mi pare che si punti tanto sul panino, lì. Anzi, io sono rimasto ai saltimbocca. E con questo non voglio assolutamente sminuirli, perché per proposta food (la migliore, ma non sul panino), ambiente, personale e selezione di birra per me è il miglior pub-birreria della Campania. Anche Malto Reale farà certamente un ottimo panino, ma ripeto che in una top10 che voleva per una volta – dato che vedo più soggettività che oggettività in giro – avere un’organizzazione e delineare in modo netto 10 indirizzi di pensiero, non si poteva prescindere da quelli già menzionati. Su questo sono irremovibile, pur apprezzando i tuoi suggerimenti. Buona giornata e a presto.

    2. Siamo d’accordo con Antonio anche se non si firma, le hamburgerie più note della lista si riforniscono dallo stesso fornitore, quindi il prodotto di base è più o meno lo stesso! E poi si dimentica di realtà come i Paisàni ad aversa che è l’unico ad avere la carne Fassona, e inoltre non si comprende come ci si possa dimenticare di 12 morsi.

      1. Cara Grazia Lauro, e tu come sai da che fornitori si riforniscono? Stai a vedere che magari sei del settore e hai i tuoi interessi? Oltretutto, sii buona, quante sono a fronte del totale? Adesso sono tanto curioso. :) I Paisàni sono GLI UNICI ad avere la carne di Fassona? Ne sei proprio sicura? Dai, questa cosa mi fa molto sorridere. Per quanto concerne 12 Morsi, ho ritenuto che altre realtà fossero più meritevoli. La filosofia del panino “gourmet” (e non bastano qui mille virgolette, dato che è un termine che si dovrebbe lasciare alla ristorazione di un certo calibro) è già ben rappresentata da Birstrot, Public House e Gigione, tutti e tre in modi completamente diversi. Tuttavia, in una top15 avrei inserito 12 Morsi certamente. Adesso forse potrai comprendermi meglio.
        P.S. Come mai scrivi “siamo”? Tu e chi?

  7. Premetto di aver mangiato sia il django che il nonna assunta. Sapete cosa non mi è piaciuto del panino? La carne. Poco morbida, difficile da masticare e fin troppo cotta. Non regge assolutamente il confronto con gli altri, come un Gino o un Giggione per intenderci. Ammetto che i contorni vari sono stati di mio gradimento, ma non mi hanno entusiasmato. Credo che la paninoteca Puok venga esaltata troppo. Troppo per un take away dai prezzi esorbitanti.

    1. Grazie per il tuo commento, Marica. Capisco il tuo punto di vista e ti ringrazio per averci fornito il tuo feedback. Un caro saluto! :)

    2. Sono semplicemente attenta alla provenienza, quindi per questo più o meno so dove si riforniscono i posti in cui mangio, e la carne in una paninoteca è la cosa più importante(per me); tra l’altro tutti o quasi(per fortuna) oggi dichiarano chi è il fornitore di carne).. sul fatto che tanti abbiano la fassona è vero ma non credo che altri oltre Paisàni usino quella de la granda che è garantita da presidio slow food. Se sono del settore(questa fa davvero ridere)? No, ma sono una socia di Slow Food o anche se vuoi una foodie; ma comunque il fatto che un lettore di questo blog sia anche un consumatore consapevole non dovrebbe meravigliarla. Anzi spero vivamente che cambi idea sul fatto che i clienti dei ristoranti non capiscono nulla di cosa mandino giù e fossero tutti pronti a farsi abbindolare non sapendo niente di niente; il mondo del cibo è cambiato (credo che questo lo sappia molto bene). resto del mio parere in merito alla SUA classifica, ma chiudersi (dall’ “alto” della sua posizione), sopratutto anche nel modo in cui mi ha risposto, mette in discussione tutto il suo operato.
      Grazia e il suo ragazzo(con cui condivido le avventure culinarie ;)

      1. Cara Grazia, be’, allora assodato che non fai parte del settore (anche se fai parte di Slow Food come me e non perdi occasione di citarla parlando della fassona…), ti voglio solo far presente che quelli “più noti” non si riforniscono dal medesimo fornitore. Oltretutto, dovresti sapere che solitamente ogni gestore si fa fare l’hamburger “su misura”, nel senso che è lui a dettare “legge” col fornitore. “Il prodotto base” (inteso come hamburger), come dici tu, non è proprio lo stesso. Poi figurati, sono contento che mi leggano anche persone propensi ad interrogarsi sui prodotti e sul loro assemblaggio. Farlo con un pizzico di buon senso in più sarebbe ancor meglio. Non ho detto che i clienti non capiscono nulla, ma che in questo mondo di rapidi cambiamenti i fornitori mutano in continuazione. Oltretutto, se ho capito bene di quale fornitore parliamo (non ne sono certo, credimi), avrei potuto benissimo menzionarlo nel pezzo e non l’ho fatto. Non critico il tuo giudizio, ma l’ottica tremendamente complottista (peculiarità anche tua a quanto pare) che in questo Paese ci sta portando sempre più nel baratro. Il mio operato, per chiudere, è come sempre limpido e trasparente, dato che non sono vincolato da rapporti di natura economica con alcuno nel settore. Grazie per lo scambio di battute; pur rimanendo ognuno delle proprie idee, il confronto è sempre positivo. Saluti.

      2. Ah, Grazia, un’ultima cosa: il fatto che il tuo ragazzo (con il quale ti firmi) curi il marketing e la comunicazione per il primo dei locali da te menzionati quanto ha inciso nel tuo commento? L’avevo quasi bevuta, ma come al solito basta scavare giusto un po’ oltre la superficie (basta una ricerca su Facebook) per trovare tutte le risposte che si cercano. Ti saluto definitivamente, non essendoci motivo di proseguire questa discussione.

  8. “Il mio operato, per chiudere, è come sempre limpido e trasparente…”

    C’è solo Paolo Vizzari che ti supera.
    Mi riferisco anche a altre risposte cariche di sicumera(sulla marenna ecc…)
    Andrea Docimo hai mai cucinato un hamburger?
    Scendete dal piedistallo.
    Specialmente Vizzari, Paolo.

    1. Luca, ho solo detto la verità, fino a prova contraria. Questo valga anche per la questione “marenna”: la discussione era un’altra e si era andati off-topic. Di hamburger ne ho cucinati, a casa mia e con gli amici. Puoi venire a provarli quando vuoi. :) Sul piedistallo non ci sono mai salito, né mai lo farò. Gli obiettivi possono essere raggiunti anche salendo le scale come tutti, non c’è bisogno che il narcisismo faccia da ascensore.

    2. Ah, Grazia, un’ultima cosa: il fatto che il tuo ragazzo (con il quale ti firmi) curi il marketing e la comunicazione per il primo dei locali da te menzionati quanto ha inciso nel tuo commento? L’avevo quasi bevuta, ma come al solito basta scavare giusto un po’ oltre la superficie (basta una ricerca su Facebook) per trovare tutte le risposte che si cercano. Ti saluto definitivamente, non essendoci motivo di proseguire questa discussione.

  9. Bella e elegante replica, come quella di Marco Galetti nell’altro post.
    Caro Andrea, il mio vero bersaglio era Paolo Vizzari: mi sono appoggiato un po’ “troppo pesantemente” a te.
    Saluti.

    1. Avrei potuto firmarmi in maniera anonima, invece sono una lettrice di questo sito e non amo nascondermi dietro falsi nomi come fanno tanti qui. Ad ogni modo, questa tua ricerca “accanita” mi ha fatto ancor di più convincere della faziosità dell’articolo(e tu sai cosa voglio dire). quindi siamo pari. saluti

      1. Ah, ah, ah! No, non so cosa tu voglia dire, né mi interessa dopo che ho scoperto che sei TU ad essere di parte. Saluti.

  10. Interessante guida e mi rovo d’accordo quasi su tutto essendo un divoratore di panini. Anche io penso che forse tante volte ci si nasconde dietro l’hamburger, infatti quando posso a casa preparo panini con le fette di carne, sarà rozzo ma per me sono incredibili, forse è per questo che reputo tra i migliori Gigino è sempre un amico, probabilmente non rientrerà per questioni qualitative? In ogni caso, se ci atteniamo alla qualità allora locali come Puok potranno anche rientrare in questa classifica, ma avendolo provato e riprovato vi dico che pur avendo magari le materie dei migliori i suoi panini non sono assolutamente comparabili a quelli degli altri. Sarà la preparazione? Troppi ingredienti? Quantità sbagliate? In ogni caso i sapori a volte non si distinguono e addirittura molti panini si assomigliano come gusto. Tanto successo forse deriva più da una ottima pubblicità e una clientela giovanissima che si fa colpire facilmente e non si sofferma più di tanto sul prodotto.

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