San Lorenzo 2006 Etna Rosso doc | Voto 92/100


Etna Rosso 2006 Girolamo Russo

GIROLAMO RUSSO

Uva: nerello mascalese e nerello cappuccio
Fascia di prezzo: dai 25 ai 30 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Vista 5/5. Naso 27/30. Palato 26/30. Non Omologazione 34/35

Una delle cose sfiziose della viticoltura è che gli uffici marketing professionali, quelli che lanciano un rossetto piuttosto che un cantante, sul vino non ci prendono mai. Dopo il metanolo si cercavano vini leggeri, rossi vinificati in bianco addirittura, per conquistare giovani e donne si diceva allora.  Invece la rinascita della viticoltura italiana è passata per rossi concentrati, alcolici, sia pur morbidi.

E su questa tipologia ha puntato gran parte della Sicilia, soprattutto gli investitori venuti da fuori, per poi ritrovarsi vini sottili d’altezza, poco polputi, come emblema di un riscatto enologico che in pochi anni ha deprezzato la gran massa del Nero d’Avola e valorizzato l’Etna.

Uno dei protagonisti di questa inversione di tendenza è proprio Giuseppe Russo che ha ripreso le redini dell’azienda del padre conservando alberelli oltre i 700 metri e impegandosi in un’agricoltura estrema e pulita.
Il riconoscimento della chiocciola Slow Wine è una certificazione quasi naturale a un piccolo produttore simbolo della affermazione dell’area etnea.

Mi trovo questo vino conservato in un armadio nella casa di città, protetto per quattro dalla luce ma non dal caldo, e lo tiro fuori per il pranzo fin du monde organizzato con un gruppo di amici domenica scorsa a Casa del Nonno 13.

Lo servo dopo il Taurasi 2004 di Amarano perché immagino già quello che troverò in bottiglia. L’esperienza mi ha insegnato che bisogna, è vero, procedere sempre in ascensione con i vini, ma anche che questo movimento deve somigliare più a un grafico di Borsa che a una linea retta che parte dal basso a sinistra e sale verso l’alto a destra.
Credo, almeno vale per me, che sia necessario ogni tanto defatigare il palato, tornare indietro, allentare la tensione per poi ripartire. Ma per far questo servono grandi vini, capaci di colpire anche dopo una esecuzione pesante.

Così dopo il Taurasi ricco di tannini, di antociani e di acidità invoco l’eleganza e la sottilezza del Nerello Mascalese. Un passo indietro che restituisce priorità all’olfatto, ricco di frutta, note di cenere, di macchia mediterranea estiva, origano e salvia a bicchiere vuoto, al tempo stesso solido di struttura e giustamente alcolico perché è proprio questa componente che mi consente il tacco piede Aglianico-Nerello.

Me ne verso un sorso, lo verso ai commensali, mi giro per una chiacchiera, sento dire “buono, buonissimo”, mi rivolto verso la tavola e, porca puttana, il vino è già volato tutto via. Bevuto senza neanche aspettare la portata.

Era un vino elegante, con note dolci di frutta che ritornano a marcia indietro, ossia in bocca si percepisce prima la sapidità, il tono salato, anche un po’ amaro, per poi ritornare al ricordo di frutta percepito al naso.
Grande beva, tannini sottili, uno strato leggero e ammaliante. Direi pugno di acciaio in guanto di velluto.
Una beva terrona, ma non esuberante e teatrale, bensì composta e decisa. Sicula, appunto.

Sede a Castiglione di Sicilia, frazione Passopisciaro.
Via Regina Margherita 78. Tel. 0942.983142.
www.girolamorusso.it Ettari: 15 di proptrietà. Bottiglie prodotte: 15.000.