Sannio Fiano 2011 – Voto 89/100


FONTANAVECCHIA

Uva: 100% fiano
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Vista 5/5 – Naso 27/30 – Palato 27/30 – Non omologazione 30/35

Libero Rillo

Libero Rillo

Libero giunge, con la vendemmia di quest’anno, alla sua quarta annata di produzione dell’etichetta ‘Sannio Fiano’. Quello che all’inizio veniva giustificato come una scelta aziendale per avere, oltre alle due diverse etichette di falanghina, un altro vino bianco a diversificare la gamma produttiva, oggi è una lettura a dir poco approssimativa, anche perché nel frattempo al fiano si è andato ad aggiungere il greco. Era la tarda primavera del 2009 quando provammo, ancora campione di vasca, quella prima annata 2008. E da allora siamo più che convinti che questa etichetta, così come il greco, siano riuscite a trovare la loro giusta dimensione e soprattutto iniziano a dimostrare, insieme ad altre compagne sannite prodotte dai due vitigni (pensiamo al greco di Fattoria La Rivolta prodotto sempre a Torrecuso, così come al fiano di Aia dei Colombi sul versante di Guardia Sanframondi) i possibili percorsi sanniti.

Se con la vendemmia 2010 aveva più convinto il greco, con la 2011 senza dubbio è il fiano a sbalordire. Sbalordire sopratutto in termini di freschezza e grande mineralità. Proprio quest’ultima è la caratteristica che si percepisce netta e immediata al primo impatto al naso, dove emergono anche ampie note di frutta bianca. In bocca la trama è sottile, verticale, lunga, di notevole persistenza. Al nuovo assaggio, dopo la degustazione della tarda primavera scorsa, mostra maggiore complessità, è il merito della giusta attesa dei tempi, con l’affinamento in vetro che dona parecchio. Buono sulle zuppe autunnali, con legumi protagonisti, esaltate dall’ottimo olio extravergine di oliva che Libero produce con olive ortice. Ottimo vino quotidiano, come giustamente segnalato da Slow Wine.

Proprio in merito alle degustazioni va detto che nelle ultime due annate Libero ha volutamente tenuto da parte i mostri sacri. “Meritano più tempo – spiegò oltre un anno e mezzo fa – ne parliamo tra due anni”. Non solo per fare spazio e dare giusto risalto alle bottiglie più immediate – oltre ai due citati bianchi la versione base della falanhina e soprattutto il ben riuscito piedirosso. Libero lo diceva particolarmente convinto. E noi, alla luce della sua convinzione, aspettiamo con impazienza che passino questi ultimi sei mesi.

Questa scheda è di Pasquale Carlo 

Sede a Torrecuso – Via  Fontanavecchia – Tel.0824.876275 – www.fontanavecchia.info –  Ettari: 15 di proprietà più 3 in fitto – Bottiglie: circa 150.000 –  Enologo: Angelo Pizzi – Vitigni: aglianico, peidirosso, falanghina, fiano e  greco

Un commento

  1. Questo vino, come altri del suo genere dimostrano come al di la’ del vitigno fondamentale sono le interazioni territorio, mano del vignaiolo e lavoro in cantina che influiscono sul risultato finale.
    Bisognerebbe spiegarlo a chi ostinatamente esclude a prescindere uvaggi o vinificazioni con uve non considerate all’altezza di quella a cui si e’ “affezionati “di piu’.
    Sbaglio?

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