50 Top Pizza. Martucci ha vinto perché non si è fermato, ma i giovani incalzano
Rilancio qui l’articolo di apertura dell’inserto speciale di 16 pagine pubblicato ieri con il Mattino
Se confrontiamo la classifica dei primi dieci di 50 Top Pizza di quest’anno con quella della prima edizione del 2017 colpisce il fatto che, a parte Enzo Coccia e Simone Padovan, i due fondatori della pizza moderna italiana insieme a Gabriele Bonci, sono tutti giovani e giovanissimi i protagonisti del mondo pizza oggi.
In effetti, al di là della notizia che riguarda la settima vittoria consecutiva di Francesco Martucci che ha trionfato al Teatro Manzoni di Milano è bene fare due considerazioni più approfondite che sono alla base del successo italiano e mondiale della pizza.
La prima riguarda appunto il fatto che i protagonisti sono ormai tutti giovani dai 30 anni ai 20 anni, spesso senza tradizione familiare, a parte quanto avviene per i pizzaioli napoletani. La seconda è una mera conseguenza: essendo giovani usano gli strumenti contemporanei, sono la prima categoria del settore gastronomico che si è affermata attraverso l’uso dei social e della comunicazione web perché, ad esclusione del nostro giornale, il mondo cartaceo considerava la pizza qualcosa di serie B rispetto al resto della cucina e della gastronomia.
Sono tanti i pizzaioli beniamini delle loro comunità, fatte soprattutto di giovani, da Porzio a Capuano, da Antonio e Gabriella di Maturazioni a Salvatore Lioniello, allo stesso Francesco Martucci.
Una comunicazione che dal punto di vista dei boomer e della generazione Z è carsica, nascosta, lontana dall’ufficialità dei media tradizionali, salvo poi scoprire improvvisamente fenomeni come Geolier nella musica in altri campi.
Questa situazione, che vede per la prima volta le generazioni più giovani maneggiare con maggiore sicurezza e competenza gli strumenti di comunicazione rispetto alle precedenti deve essere la chiave di un ripensamento globale da parte di chi opera nel settore. Non serve alzare le spalle, bisogna pensare che la vera semplicità si ottiene con un grande lavoro basato sulla vera competenza.
C’è poi un altro dato: Martucci ha vinto perché non si è fermato. Molti pizzaioli quando perdono le posizioni si chiedono per quale loro errore è stata assunta questa decisione. “Dove ho sbagliato?” è la domanda che più frequentemente si sente ripetere. La risposta vera e sincera non può che essere questa: «Non hai sbagliato nulla, sono gli altri che hanno fatto qualcosa in più di te».
La forza di 50 Top Pizza è che si tratta della guida che meglio di ogni altra riesce a cogliere le tendenze e a fotografarle, un po’ come faceva all’inizio 50 Best Restaurant prima di creare la Hall of Fame per non avere problemi, ovviamente in dimensioni molto più grandi delle nostre sia chiaro. Oggi le notizie sono sul web, ma la gente si affida ancora, come sapete, al caro e vecchio mondo di chi ha maturato competenza e autorevolezza. Ed è il passaparola l’arma vincente, anche se sui social e non più solo dal vivo.
Ps: ho letto da qualche parte sui social che qualcuno (che ringraziamo per l’attenzione facendoci da ufficio stampa gratuitamente) si chiede come mai i pizzaioli ringraziano anche quando non sono ai primi posti. Sono quesiti esistenziali fondamentali! La risposta è semplice, anche se per loro molto amara per come ci amano: i pizzaioli ringraziano proprio come fanno i cuochi quando sono semplicemente segnalati dalla Michelin. Perchè, matematicamente parlando, essere tra i primi 500 in Italia e fra i primi 2mila nel mondo nell’unica guida che conta nel settore è già un enorme risultato. Elementare Watson

