Aglianico 2006 Irpinia doc Vadiaperti |Voto 85/100


Aglianico 2006 di Vadiaperti (FotoPigna)

Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10
Fermentazione e maturazione: acciaio

Vista: 5/5. Naso 22/30. Palato: 23/30. Non Omologazione: 35/35

Pierpaolo Sirch si gira e mi molla improvviso un cazzotto: ma secondo te qual è l’archetipo dell’Aglianico? Già, della serie: dove si mangia la migliore pizza a Napoli?
Per il Greco e il Fiano le risposte sono abbastanza facili, la strada è stata tracciata da alcuni vigneti storici della Mastroberardino a Santa Paolina e Montefalcione che per alcuni anni hanno rappresentato il 40, 50 per cento della produzione. E poi da uno stile comune del territorio, unanime: acciaio e vetro, acciaio e vetro. Chi più, chi meno. Tanto che alcuni grandi bianchisti non hanno neanche enologo, Marsella, Picariello, Vadiaperti.
Già, ma l’Aglianico?
Il mio pensiero va dritto a due prototipi: l’Aglianico Irpinia doc di Struzziero, fermentazione in acciaio e legno grande. Il suo compare di merende è l’Aglianico di Raffaele Troisi, solo acciaio e tanto tempo ad aspettare la levigazione dei tannini. Due modelli opposti, se volete, ma didattici e provenienti dallo stesso areale: Pietradefusi/Venticano, che per decenni ha prodotto aglianico e tabacco, tabacco e aglianico.
L’Aglianico deve anzitutto esprimere un’acidità scissa, devi dubitare della esistenza della malolattica, non ha dolcezze ma tanta sapidità. Sono queste le condizioni che gli consentono poi di sedersi a tavola per affrontare formaggi stagionati, agnelli alla brace e ragù senza soccombere.
Di questo rosso dissetante di Raffaele ci è piaciuto il carattere rustico, ancestrale nonostante l’acciaio, la forza, la violenza, con cui riesce ad imporsi mettendo sotto tensione il palato e i denti, costringendo la testa a chiedersi cosa diavolo stai bevendo.

Ragionamenti estremisti? Niente affatto, perchè non sosteniamo che questa sia l’unica via possibile per l’Aglianico. Precisi però, giusto per capire dove si parte e se dunque lo spaghetto al pomodoro destrutturato non sia in realtà Ketchup. Tutto qui.
Uno sfizio mentale utile per costruire una trincea.
Brutta bestia, dice Pierpaolo, non lo afferri mai: uva davvero difficile.
Già, come questi montanari, non li acchiappi mai veramente.

Estremista come i bianchi. Raffaele, Tvb.

Sede a Montefredane, contrada Vadiaperti.Tel.0825.607270. www.vadiaperti.it. Ettari: 10 di proprietà. Bottiglie prodotte: 100.000. Fa il vino Raffaele Troisi. Vitigni: fiano di avellino, greco di tufo, coda di volpe, aglianico.

Un commento

  1. L’aglianico è questo, vitigno indomato e indomabile, almeno nel breve termine…E allora, anche i tentativi che si operavano nel passato (anni ’50 e ’60) nelle cantine dei contadini per renderlo più “abbordabile”, tipo l’aggiunta di pezzi di legno nel mosto, sono sempre risultati vani…Ma d’altronde, le nostre nonne in cucina, mica stavano a girare le mele…e giù grandi ragù di agnello, mugliatielli “aggogò”, caciocavalli e pecorini che spaccavano la lingua…ogni gastronomia ha il vino che…si merita ;-))

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