L’Italia patria del buon cibo? Forse, ma Schif’Alitalia propina il peggio del peggio a chi viaggia


le penne al pomodoro di Alitalia

di Albert Sapere

L’Italia conferma il primato europeo per numero di prodotti certificati, un totale di 822 denominazioni Food&Wine di cui 575 DOP, 245 IGP, 2 STG e 38 IG Spirits per un totale di 860 Indicazioni Geografiche. Siamo il Paese del buon cibo, delle materie prime prime più controllate da Nord a Sud. L’industria del Food&Wine produce una parte importante del PIL del Paese, con un trend in continua crescita.  Abbiamo 356 ristoranti stellati Michelin, secondo al mondo per numero di stellati, l’Osteria Francescana, primo ristorante al mondo per la The World’s 50 Best Restaurants. Questi dati, uniti a quelli del turismo gastronomico, rendono questo comparto “vitale” per l’Italia.

A prescindere da quale compagnia o gruppo di investimento, Alitalia faccia capo in questo momento, per storia, immagine, nel nome e nei colori rappresenta l’Italia. Il problema per me è sempre lo stesso: i manager di estrazione bocconiana, per cui quel famoso centesimo in meno ed il taglio verticale delle spese a prescindere sempre e comunque.

Capiamoci bene, non è che mi aspettassi un pranzo luculliano firmato magari da un grande cuoco, ma almeno del cibo che sia accettabile dal punto di vista del gusto e che soprattutto rispetti le Leggi vigenti in materia di sicurezza alimentare. Infatti tutti i prodotti imbustati, che siamo preparazioni o prodotti hanno il dovere di mettere sulla confezione gli ingredienti. Ovviamente su nessuna confezione somministrata da Alitalia c’era il minimo riferimento agli ingredienti.

Allora capita che ti portino delle penne al pomodoro che sono diventate un blocco unico, con due dita abbondanti di olio che sapeva di rancido, dubito fortemente che fosse extravergine. Oppure un cous cous con una fogliolina d’insalata talmente sfigato che faceva tenerezza. Il pane era un piccolo mattoncino, ancora peggio il pain au chocolat per la colazione del mattino.  

La cucina negli ultimi anni, in termini di tecnologia, di ricerca anche nella conservazione del cibo, ha fatto dei veri e propri passi da gigante, basti pensare che anche nello spazio si può mangiare un buon piatto di pasta, come ha dimostrato  Davide Scabin, con i suoi spaghetti al pomodoro pensati gli astronauti e presentati nel 2014 a LSDM. 

Qualcuno dovrebbe spiegarlo a questi manager che il cibo è una fetta importante del tessuto sociale ed economico del nostro Paese, un biglietto da visita fondamentale per chi si appresta a fare un viaggio in Italia e magari come si presta attenzione, giustamente, alla divisa delle hostess e degli steward, allo stesso modo  prestare una cura ed un’attenzione maggiore al cibo proprio perchè siamo l’Italia.

le penne al pomodoro, unico blocco e piene di grasso

 

Una pessima merendina per la colazione del mattino

2 Commenti

  1. Recentemente in Cilento con alta velocità a bassa ristorazione, ci si potrebbe ferire con i tagli delle spese a prescindere…

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