Alla pizzeria Robertino Cupo di Palomonte Otto Mani e un Forno: la bella serata dei quattro pizzaioli degli Alburni e del Vallo di Diano

Otto Mani e Un Forno, da destra Francesco Di Rosa, Robertino Cupo, Aniello Mele, Vincenzo Santini
di Carmen Autuori
Non è scontato che quattro giovani pizzaioli, invece che farsi la guerra, decidano di impiegare il proprio tempo per creare una sinergia finalizzata (ed efficace) che li vedrà impegnati alla stessa maniera alla valorizzazione della propria terra, pur operando a pochi chilometri l’uno dall’altro.
E lo fanno attraverso la pizza che diventa una sorta di piano cartesiano dove si sono incontrati gli Alburni e il Vallo Di Diano e la passione di quattro artigiani del gusto: Aniello Mele di Napò Pizza e Sushi di Teggiano, Francesco Di Rosa della pizzeria Da Cicchetto di Sicignano degli Alburni, Vincenzo Santini di Small Village di Sant’Arsenio e il padrone di casa Robertino Cupo, ideatore del progetto itinerante Otto Mani e un Forno che nei mesi a seguire farà tappa presso tutti i locali dei partecipanti alla prima serata.
<<In un tempo in cui il mondo pizza viaggia ad una velocità supersonica – spiega Robertino Cupo – abbiamo voluto lanciare un messaggio forte e chiaro: ci siamo anche noi, figli di una terra straordinaria ricca di biodiversità, di storia, di cultura di tradizioni legate al cibo. Una terra che, sebbene fuori dai circuiti turistici di massa e per questo ancora poco conosciuta, ci restituisce una forte identità su cui abbiamo voluto centrare il nostro format. La mia idea è stata sposata immediatamente e con grande entusiasmo dai colleghi, senza secondi fini, ma con un unico obiettivo: valorizzare e comunicare il nostro territorio con le nostre pizze che diventano, così, il mezzo per esprimere l’amore per questi luoghi dai quali siamo fuggiti per poi ritornare attratti dalla forza delle nostre radici e dove vogliamo restare>>.
Protagonisti della serata non solo i quattro pizzaioli, ma anche piccoli produttori, pasticcieri, barman, cantine degli Alburni e del Vallo di Diano che condividono gli stessi obiettivi, ossia creare una rete concreta che valorizzi le eccellenze di queste terre. Tra questi Casa Iuorio, azienda agricola a Palomonte di produzione e conservazione da cultivar autoctone come il “broccolo spierto”, l’aglio e il pomodoro vernino, per citarne alcune. Pietro D’Elia de i Segreti di Diano che a Teggiano ha recuperato un’antica varietà di peperone corno, lo sciscillone facendone un importante motore di sviluppo, non solo economico, per la sua terra. Tartufi Gugliucciello che a Colliano ricerca e conserva i migliori tartufi. Il Consorzio Sele Tanagro di San Gregorio Magno che promuove la valorizzazione del vino, l’olio, i salumi e le patate della valle del Tanagro. L’azienda Moscato – Formaggi dal 1969 di Colliano che produce fiordilatte e formaggi di capra da pascoli incontaminati. Rosso Granato di Sicignano degli Alburni, azienda specializzata nella coltivazione del melograno e nella loro trasformazione in succhi, confetture e liquori, base del cocktail di benvenuto offerto dal Bar La Rotonda sempre di Sicignano degli Alburni.

Otto Mani e Un Forno, i prodotti in esposizione

Otto Mani e Un Forno il barman de La Rotonda
A precedere la degustazione un breve talk, che ha visto la partecipazione dei giornalisti Alfonso Del Forno, Talia Mottola e Marco Contursi, da cui sono emersi importanti spunti di riflessione sugli sviluppi del progetto Otto Mani e un Forno.

Otto Mani e Un Forno, il talk. da destra Marco Contursi, Alfonso Del Forno, Carmen Autuori, Talia Mottola
Secondo Del Forno, la valorizzazione della straordinaria biodiversità di questi territori non si può trovare in un supermercato e questo lascia immaginare quanto la stessa possa diventare un vero motore per il turismo enogastronomico e la crescita delle comunità, mentre Talia Mottola ha posto l’accento sulla tenacia e la visione dei quattro pizzaioli che, nonostante le difficoltà oggettive di un territorio difficile, hanno deciso di fare economia a 360 gradi, non solo grazie alla loro idea di pizza che è la fotografia del territorio, ma anche alla capacità di fare squadra tra di loro e con i propri collaboratori.
Marco Contursi, giornalista enogastronomico e delegato O.N.A.S. per la Campania, ha concluso ponendo l’accento sulla necessità del buon uso dei salumi, prodotto di punta dell’economia dei due territori, sulla pizza.
La degustazione
La frittatina allo Scarpariello con formaggio pecorino locale ha fatto da starter alla degustazione delle quattro pizze, iniziata con il padellino di Vincenzo Santini di Small Village: zucca arrostita, crema di caciocavallo podolico, soppressata, funghi cardoncelli e salvia fritta, in abbinamento con il Rosato Paestum dell’azienda vitivinicola di Capaccio Paestum.

Otto Mani e Un Forno, la frittatina allo Scarpariello
<<Un topping prettamente autunnale – ha spiegato Santini – che parla di Sant’Arsenio. La scelta dei funghi cardoncelli, di cui il nostro sottobosco è ricco, non è stata casuale: vuole porre l’accento su un fungo poco utilizzato in pizzeria, e nella ristorazione in generale, eppure dal gusto unico e particolarmente adatto alla cottura>>.
Per Cicchetto pizza in pala con castagne alburnine in doppia consistenza, tartare di scottona e taleggio.

Otto Mani e Un Forno, la pizza di Cicchetto
<<Dici Sicignano e dici castagne – ha precisato Francesco Di Rosa – e dunque non potevo non proporle in una serata in cui si parla d’identità. Ho voluto abbinarle con la tartare di scottona della macelleria Marcigliano di Postiglione che si distingue per la maniacale ricerca di carni d’eccellenza, tutte di provenienza locale>>.
A seguire la pizza fritta e ripassata in forno farcita di minestra maritata, purea di patate, capocollo, peperone crusco sciusciullone di Teggiano di Napò Pizza e Sushi.

Otto Mani e Un Forno, la pizza di Napò
<<Ho voluto ricordare l’antica merenda contadina dei valdianesi – ha detto Aniello Mele -, in particolare quella di mio nonno che amava arricchirla con i salumi che si producevano in casa. Il valore aggiunto è il peperone sciusciullone che, grazie alla visione di Pietro D’Elia, da prodotto quasi dimenticato è diventato un vero e proprio motore per l’economia del mio paese>>.
Parla delle domeniche in famiglia la pizza di Robertino Cupo: ragù palomontese con costine di maiale, salsiccia pezzentella, che una volta era considerata il salume dei poveri perché realizzata con carni di scarto, cacio ricotta misto ai tre latti (capra, mucca, pecora). In abbinamento Rosso Palomonte di Tenuta Palaios.

Otto Mani e Un Forno, la pizza di Robertino Cupo

Otto Mani e Un Forno, il ragù palomontese
Il panettone artigianale di Parisi Tradizioni Artigianali ai marroni canditi di Sicignano degli Alburni in abbinamento con il Moscato Nyx di Vini del Cavaliere ha concluso la degustazione. Riccardo Parisi oltre ad essere un bravo lievitista, è esperto nella canditura delle sospensioni che parlano dei sentieri dei suoi amati boschi.

Otto Mani e Un forno, il panettone

La prima serata, che ha visto anche la partecipazione del giornalista e gastronomo Luciano Pignataro, ha registrato subito il sold out. Una gran bella soddisfazione per i quattro straordinari pizzaioli visionari sempre più convinti che la vera forza di un territorio sono le sinergie tra chi ha deciso di restare, nonostante tutto. Noi, intanto, restiamo in attesa del secondo appuntamento e degli altri a seguire.
Pizzeria Robertino Cupo
Strada Provinciale 36 B, Via Sperlonga 20
Palomonte (Sa)
Telefono 347 3742777