Ariano Irpino. La Cantina Giardino


di Mauro Erro

Cantina Gardino

Quando prendiamo la strada verso Ariano Irpino, direzione contrada Petrara, è già buio. Abbiamo lasciato i Fratelli Fischetti e l’elegante cucina terragna dell’Oasis a Vallesaccarda, bevuto forse la migliore bottiglia di sempre, e lasciamo che il freddo congeli in noi i pensieri e i ricordi.
È uno dei primi giorni del nuovo anno, nell’aria c’è foschia, le luminarie lampeggiano e Antonio e Daniela Di Gruttola, aiutati da un paio di amici, svinano.
“L’ingegnere Antonio, Antonio Corsano, ha tre figli sotto i cinque anni, venire in cantina è per lui una salvezza dal punto di vista dei nervi!”
Intorno a me c’è fermento. Lo spazio è angusto, e per noi muoverci senza scontrarci l’un l’altro, mantenersi vicendevolmente, abbracciarsi talvolta, è impossibile. A metà tra valzer e samba.
L’odore di frutta delle vinacce ti penetra nelle narici pulite dall’aria rarefatta – siamo sugli 800 metri quassù – e da ogni parte barrique, tini di rovere di Slavonia, botti di castagno, gelso e acacia. Alcune di un giovane bottaio Irpino: almeno ci provano.
“Ufficiosamente, abbiamo iniziato nel ’97, sì, doveva essere il 1997, io e Antonio giravamo per le campagne e vedevamo queste vigne vecchie, un colpo al cuore quando l’espiantavano. È per questo che è iniziato”, continua Daniela.
“In principio ci riunivamo e facevamo il vino nel garage del Professore Giardino, il socio più anziano, ha la cattedra a Ischia; autoconsumo, lo etichettavamo Cantina Giardino e da allora il nome c’è rimasto nel cuore”.
Nel frattempo Antonio armeggia e mi porta un bicchiere di aglianico taurasino da vigne vecchie di 80 anni di Luigi Tecce: Nude 2007, già pronto.
“Le vigne di 60, 80 anni  si difendono meglio dalle malattie e dai cambiamenti climatici, il loro sistema immunitario è superiore alla piantina clonata in laboratorio. La loro diversità è la loro forza di sopravvivenza, nessuna malattia potrà ucciderle tutte”, mi dice Antonio.
“Luigi è un ragazzo molto in gamba, avrà molto successo e diventerà un simbolo per il territorio, ne sono certa”, aggiunge Daniela, riprendendo a parlare.
“Cantina Giardino è quasi una necessità psicologica per le sei persone che ne fanno parte. Una specie di terapia… la vinoterapia l’abbiamo inventata noi.”
Io già stavo bene, ma effettivamente, mi sento meglio.
“Gli altri due sono Davide, mio fratello, fa il benzinaio con me, eredità di nostro padre, niente commenti, speriamo solo che finisca presto, e Nadia, la sorella di Antonio, infermiera a Roma, studia per passione Enologia: pochi esami alla laurea”.
Adesso è il turno del Drogone 2007, aglianico anch’esso. “Queste uve vengono dalle vigne di Castelfranci in contrada Baiano del viticoltore Giuseppe Perillo. Giuseppe è un filosofo inconsapevole, un personaggio con cui è un piacere parlare e se ha voglia, ti racconta delle storie fantastiche, io lo adoro. C’è ormai un rapporto di totale fiducia. Lo scambio con lui è stato molto proficuo, abbiamo imparato tanto e lui con noi si è potuto esprimere meglio, approccio naturale: il nostro apporto sul piano psicologico e soprattutto d’ informazioni ha fatto sì che ad oggi il suo vigneto sia fra i più qualitativamente elevati nella zona. Inerbimento spontaneo, abbiamo sotto le vigne un’infinità di specie vegetali; nelle vigne alberi di fichi, mele, pere, ciliegie”. Daniela si ferma un secondo e va a controllare che la piccola Sofia dorma ancora.
Antonio aggiunge: “Il sottosuolo viene rispettato non effettuando concimazioni e lavorazioni in modo che i microrganismi che vivono in associazione con le radici delle viti, che sono caratteristici e sessili del territorio, possano continuare a contribuire nelle espressioni delle componenti aromatiche del nostro vino”.
Continuiamo a parlare mentre ci dirigiamo sopra, in casa, per saggiare qualche bottiglia.
Iniziamo dal Sophia ‘06, uvaggio di Greco, Fiano e Coda di volpe, fermentato e macerato in orci di terracotta da 200 litri con lieviti naturali per 180 giorni e affinato in legno esausto scolmo. Tanto morbido al palato da sembrare un Borgogna bianco, con un finale di caramello bruciacchiato e profumi puliti, nitidi.
Paski 2007: chiudessi gli occhi direi Carricante dell’Etna!!!. No, coda di volpe bianca. Mai sentito un sentore di polvere da sparo così forte e netto abbracciarsi agli agrumi e a note di miele e fiori. E ancora il Greco Adam del 2006, potente, muscoloso, ma tanto acido e il Fiano Gaia del 2007 con le sue note gentili di frutta. Il T’ara ra’ 2006, invece, è un Greco proveniente dalla zona di Tufo, il 60% delle uve viene pigiadiraspato mentre la restante parte semplicemente pigiata. È macerato sulle bucce per 7 giorni in un tino tronco-conico aperto da 27 hl, la  sua fermentazione è affidata, anche in questo caso, ai lieviti naturali. L’affinamento si è protratto per un anno sui lieviti fini e in seguito 6 mesi di bottiglia. Al naso si percepiscono sentori di frutta matura su un sottofondo di sensazioni minerali; al palato è corposo, sostenuto da una bella freschezza acida e accompagnato da una lunga scia sapida finale.
Antonio porta in tavola una bottiglia di Volpe rosa 2007.
“Lo sai che quello dell’annata scorsa l’ho  eletto mio rosato dell’anno?”
“Si ho letto.”
“Ma mi dici una cosa? Che roba è?”
“Coda di volpe rossa, alcuni vecchietti hanno alcune piante attorno le loro case. Quell’uva che non marciva mai e che a Natale veniva utilizzata per i piatti tipici: pipilli ripieni con l’uva passa, baccalà con uva passa pinoli e mandorle, dolci con l’uvetta.”
Questo al naso ha meno frutta, ma un’interessante nota affumicata.
Ormai è tardi, nonostante la voglia di rimanere e continuare ad ascoltare dobbiamo andar via.
“Ah, un’ultima domanda: ma visto che non ci guadagnate niente, perché lo fate?”
“Perché farlo ci fa stare meglio”.
Cadono fiocchi di neve, la temperatura è scesa per fermarsi a zero gradi, ed anche noi ci sentiamo meglio.

Cantina Giardino, progetto enoculturale dell’enologo Antonio Di Gruttola, di sua moglie Daniela e di altri quattro vignaioli per passione: l’Ingegnere Antonio, il Professore Giardino, Davide e Nadia.

Sede: Cantina Giardino s.r.l., via Petrara 21/b, 83031-Ariano Irpino (Av).
www.cantinagiardino.com
[email protected] – Tel 0825-872288, Fax 0825-873084. Ettari di Proprietà: nessuno. Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco, Coda di Volpe bianca, Coda di Volpe Rossa. Bottiglie prodotte: tra le 10.000 e le 15.000 a seconda dell’annata.