Arrivano i Vignaioli a Riva del Garda: la Nosiola fa una grande squadra!


i relatori al completo

dall’inviata a Riva del Garda
Teresa Mincione

Un vecchio detto dice: “sposa bagnata, sposa fortunata”. E’ quello che può dirsi della Nosiola, unica protagonista indiscussa dell’evento “ArRIVAno i Vignaioli” svoltosi nella storica rocca di Riva del Garda.  Nonostante la pioggia e il freddo, la degustazione per gli addetti ai lavori dal titolo “Declinazione Nosiola: annate, territori e uomini di un’insospettabile passione trentina” si è svolta con grande successo. Al timone dei lavori Aurora Endrici, splendida donna del vino e comunicatrice di straordinario talento e charme che per l’occasione, ha diretto e guidato con grande maestria la sequenza dei 16 vini proposti in degustazione.

Presenti accanto a lei Rudy Zeni (azienda agricola Zeni), Erica Pedrini (azienda agricola Pravis), Marco Zani ( azienda agricola castel noarna) Stefano Pisoni ( azienda agricola Pisoni), Alessandro Poli ( azienda agricola Francesco Poli) Francesco Cesconi (azienda agricola cesconi) Mario Pojer ( azienda Pojer & Sandri) e Giuseppe Pedrotti( azienda agricola Pedrotti). Una schiera di straordinari produttori di uve Nosiola, che prima ancora di essere chiamati tali sarebbe più appropriato appellarli “cultori del territorio”, quello trentino. Uomini che non esitano a sottolineare quanto la loro  storia affondi le radici tra quelle terre, tra quei filari e in quelle bottiglie. Nicola Balter, presidente dell’associazione vignaioli trentini, è il primo a prender parola e sottolinea quanto in questa seconda edizione della manifestazione, sia  forte l’impegno messo, essendo questo periodo di vendemmia, ma nonostante tutto forte il legame con il pubblico al quale è dedicata la mostra-mercato del pomeriggio. Un’occasione non solo per i tecnici, ma anche per chi vuole accostarsi con curiosità, magari comprando direttamente il vino che più gli è piaciuto al prezzo di cantina per berlo comodamente a casa. Arrivano i vini, si stappano le bottiglie.

E’ il momento della resa dei conti. Un vento di curiosità accarezza tutti. Chissà quale verdetto avrà concesso il tempo. Tutti lì per verificare proprio questo. Primo della lunga schiera è il Maiano Bianco 2008 Francesco Poli. Nonostante l’annata difficile non risparmia una bella acidità accompagnata da un finale leggermente mandorlato tipicamente delle nosiola giovani. Ancora un 2008 a seguire: Vignaiolo Fanti Nosiola: un vino introverso, diesel direi. Lasciato al suo tempo nel bicchiere riesce a “conversare “ meglio con l’olfatto sprigionando note minerali e pungenti. Il Vignaiolo Fanti Nosiola 2006, al contrario, riesce a dialogare meglio al gusto non risparmiando la spiccata sapidità e mineralità. A presentali non è il produttore, ma se non avessero svelato questo particolare nessuno l’avrebbe mai inteso. Lo zelo nei dettagli e la partecipazione nella spiegazione è tale da far pensare il contrario. Si resta stupiti. Tanti produttori, un unico spirito, un’unica squadra! La Nosiola fa squadra! E’ raro, ma possibile. Qui minuto dopo minuto si va dimostrando proprio questo. Si percepisce aria di condivisione, e  vivere ciò regala belle sensazioni.   Ci si avvicina alle annate più datate e la curiosità di scoprire come siano, cresce assieme all’emozione . Cesconi Nosiola 2002. Dieci anni all’appello,cifra tonda! Responso: fantastico! Croccante ed energico dalla tenace mineralità, integro e giovane. Qui il tempo ha donato un’evoluzione impeccabile. E’ emozione!  Il Cesconi Nosiola 2001 fa a gara con il precedente per la forza e giovinezza che dimostra. Il fermento in sala si avverte, ormai i pensieri iniziano a circolare come particelle volatili e Mario Pojer prende parola. “Abbiamo tra le mani un tesoro, ma non è capito, ed è un peccato”.

Fino ad oggi la Nosiola, per vox populi, è stato un vino sottovalutato, considerato dalle aziende( e non solo) un vino leggero, fruttato, di pronta beva, d’annata, quasi da consumare di corsa. Al contrario proprio dai calici in degustazione ne vien fuori esattamente  il contrario. Il tempo capovolge le credenze. Si sottolinea che c’è l’abitudine a consumare solo vini rossi d’invecchiamento, oggi è il caso di mutar convinzione per il territorio trentino, per la Nosiola. Non è un caso che tutte le aziende più importanti del Trentino abbiano Nosiola ed è quella, come si evince dalle ultime ricerche, che riesce a domare più il tempo. Più si procede nella degustazione, più si addiviene a punti fermi. La Nosiola si è riscoperto essere un vino plastico, che si plasma a diverse interpretazioni, polivalente fungendo esso da base per il Vino Santo trentino, ma soprattutto longevo! Una curiosità sotto forma di notizia Ansa viene condivisa in sala:negli anni 70 la Nosiola era al primo posto tra le varietà bianche trentine con 46.000 qt, nel 2000 i numeri scendono(13.000qt) fino ad arrivare nel 2011 a 9468 qt. Rabbia e dispiacere nelle parole di Pojer. Un vino storico, territoriale e cosi generoso non viene capito. Il trentino crede nella sua Nosiola, ma il mercato ed il pubblico non riescono a capirlo e quindi apprezzarlo. La nomea al di fuori dei confini trentini è quella di vino frugale, semplice e poco impegnativo. Al contrario, il suo spirito è quello di un vino importante, e come tale – sostengono i produttori – va trattato. Da ciò consegue anche la difficoltà di inserire questo vino nella carta dei vini. Ma i passi vanno fatti uno alla volta. Bisogna superare il valico e divulgare quanto in questa degustazione sia venuto fuori. Onestà intellettuale impone. E’ la volta di Castel Noarna Nosiola 2002 e 2001. Tipici nel rispecchiare con le proprie caratteristiche i vini di Castel Noarna. Arriva il 2003 di Pojer e Sandri: c’è chi ritrova la somiglianza con uno chablis francese.

Pojer e Sandri 1983

La diamo per buona! Un vino complesso, di buona struttura che stupisce l’olfatto con gradazioni di profumi diversi tra loro.

Teresa Mincione, Aurora Endrici, Peter Brunel

Un attimo prima inebria con profumi di frutti esotici, lasciato qualche istante vira su note minerali. Ben fatto! Con l’Ora Nosiola 2001 Pravis ci allontaniamo dalle note minerali essendoci in produzione un leggero appassimento delle uve e vinificato in botti d’acciaio. Particolare e diverso da quelli sin ora proposti è il Fontanasanta Nosiola 2009 Foradori: il vino è vinificato in anfore ,dando vita ad una nosiola atipica piu pungente e con sentori di erbe aromatiche.

Fontanasanta Nosiola 2009 Foradori

Curiosità spinge a chiedersi come sarà tra qualche tempo. Il Maso Nero Nosiola 1992 Zeni, porta 20 anni sulle spalle e questo Rudy Zeni lo racconta mentre spiega, con emozione, che quelle in degustazione sono le uniche 2 bottiglie rimaste. Mentre nel bicchiere il vino rotea, il passaggio dei 20 anni scivola lento sulle pareti del bicchiere: mineralità e grinta! 

Maso Nero Nosiola 1992 Zeni

Arriviamo al capolinea dei Nosiola versione ferma… Nosiola 1983 Pojer e Sandri. Che dire?
Adrenalina pura! Quasi trent’anni ed è lì che come un adolescente gironzola nel bicchiere. Il tempo se lo porta a spasso. Una grande promesa.  Dulcis in fundo, è il caso di dire, i quattro calici di Vino Santo trentino: Francesco Poli, vino santo 1994 ; Pisoni, Vino Santo 1993; Gino Pedrotti, Vino Santo 1986;  Pravis, Vino Santo Arèle 1982. 

Vino Santo Trentino 1986

 

Vino Santo Trentino Francesco Poli

 

Vino Santo Trentino Pisoni

 

Un momento del servizio

Dinanzi un oro d’alta quota come questo si resta piacevolmente colpiti. Ogni goccia è preziosa.  Anche in questo caso, cosi come per la versione ferma, la Nosiola stupisce ancora. Longevità ed eleganza sono le parola d’ordine. L’annata 82, la più datata della batteria, sembra una giovane donna, affascinante e sensuale. Ha ancora tempo davanti. Il color ambra ammalia chi guarda e l’olfatto attende la sua prova. Succulento, poderoso,complesso.

Da meditazione ci sta tutto. Pensando ai vini dolci verrebbe da pensare alla stucchevolezza di zuccheri in eccesso ed invece la bocca è pulita, desiderosa del prossimo assaggio. Le righe si sciolgono e gli animi sono piacevolmente colpiti. La Nosiola trentina ha fatto centro, resta solo da trasferire la lieta novella altrove. E sia!

Ad attendere gli ospiti degustatori, le creazioni gastronomiche di Peter Brunel, stella Michelin del trentino noto per la sua cucina raffinata e innovativa.

Peter Brunel e Teresa Mincione

Gli ingredienti insoliti e preziosi provenienti da ogni parte del mondo  sono i suoi strumenti preferiti. Con delicatezza e disponibilità spiega le preparazioni. C’è chi chiede curioso i vari ingredienti e le risposte sono sempre cortesi e dettagliate. Trota cruda con olio d’oliva del garda, pop- corn cotti al vapore e affumicati al ginepro, crema d’uovo al vino Nosiola al miele di Sulla, conchiglie al nero di seppia, rigorosamente prodeotte in Trentino,reidratate e abbinate al broccolo di Santa Massenza con carne salata trentina, risotto (qualità San Massimo, prettamente pavese)  con cortecce di muschio ed erbette secche con base all’ olio di Santa Massenza e per finire come dessert  uno yogurt all’olio d’oliva con susine di Dro.

trota cruda con olio d'oliva del Garda

crema di uovo al vino Nosiola al miele di Sulla

 

pop corn cotti al vapore ed affumicati con il ginepro

 

Risotto san massimo con cortecce di muschio ed erbette

conchiglie al nero di seppia prodotte in trentino con broccolo di santa massenza e carne salata trentina

Un plauso alla terra trentina per i suoi prodotti, per la Nosiola che ha lasciato tutti a bocca aperta, per le persone come i produttori angeli custodi di preziose uve, per lo chef innovativo e raffinato.
Al prossimo anno, per seguire nuove evoluzioni!

Un commento

  1. …… Brava Teresa, questo articolo va giù tranquillo e riempie di interesse chi mastica di vino ………. COMPLIMENTI.
    ……. Per Aurora, qualche tempo fa gli promisi di partecipare a qualche suo evento ……
    Ah la lontananza…….
    Però mai dire mai…..

    Salvatore LANDOLFO (WINEVENT)

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