Barbera del Sannio, dieci etichette da bere a secchi


Giuseppe Lavorgna

di Pasquale Carlo

1 – Beneventano Barbera Grotta di Futa 2017
A’ Canc’llera

Da poco uscita sul mercato, imbottigliata a metà giugno, attendiamo sicuramente il momento più performante di questo vino che si caratterizza sempre per pienezza di frutto. Giuseppe Lavorgna da diversi anni trova la quadra tra la tradizione e la modernità, motivo per cui il fascino della sua barbera è straordinario. Bussola olfattiva perfettamente corrispondente alla tipologia: c’è la marasca, la mora, ma anche la rosa, come pure delle piccole speziature dolci. Perfetta la corrispondenza gusto/olfattivo. Notevole la freschezza.
www.acancllera.com

2 – Sannio Barbera Camaiola 2016
Simone Giacomo
Se la provassimo coperta, insieme ad un calice di Lacrima di Morro d’Alba, non sarebbe così facile distinguere le due tipologie. Tanta confettura di frutta rossa accompagnata da intense note floreali al naso. In bocca l’impatto è tutto di frutta, facendo emergere pian piano dei piacevolissimi sentori  balsamici che si avvertono con evidenza soprattutto in un finale persistente. Giacomo Simone è alla sua terza vendemmia ed ha compiuto grandi passi su questa tipologia, come conferma la sua versione rosato e le prove tecniche di passito, in dirittura di arrivo.
www.simonegiacomo.it

3 – Sannio Barbera 2017
Scompiglio
Questa piccola azienda è alla sua terza vendemmia e, dopo aver vinificato presso altre strutture, inizia a percorrere un percorso tutto proprio anche in cantina, dove la famiglia Simone (Valentino e il papà Michele, che attendono Clementina ancora impegnata negli studi universitari) hanno voluto affidare il timone alla mano esperta di Angelo Pizzi. L’enologo sannita lavora questo vitigno da circa due decenni, conoscendone i difetti e, soprattutto, i pregi. Quanto detto è confermato dal calice, giusta sintesi del vitigno: ovviamente frutti e fiori al naso, mentre al palato mostra subito la sua morbideza, un velo di tannino, un piacevole erbaceo.
www.aziendaagricolascompiglio.it

 

4- Beneventano Barbera Radis 2017
Di Santo
Tradizione, tradizione, ancora tradizione.  Radis sta per “radice”, o meglio sta per Raffaele Di Santo, il fondatore dell’azienda in cui oggi lavorano figli e nipoti. Questa è sicuramente la barbera “più contadina” che troviamo sul mercato. Vinificata nelle vasche di cemento che dominano nella cantina scavata sotto l’abitazione di famiglia. Proprio come era nei decenni addietro. E questa barbera ci trasporta all’indietro, con l’unica eccezione di non giocare sulla concentrazione, mantenendo un carico alcolico giusto. Piace per l’immediatezza.

 

5 – Sannio Barbera 2017
Vigne Sannite
Convincente interpretazione. Si avverte tantissimo frutto, soprattutto mora e amarena, accompagnato da piacevoli sentori che richiamano i petali della viola mentre è ben avvertibile anche un leggero tocco speziato. In bocca emerge subito la freschezza, con un tannino che mostra tutte le sue caratteristiche giovanili, percettibile, ma mai invadente. Gradevolissimo, dalle grandi potenzialità di abbinamento a tavola. Da bere senza sosta.
www.vignesannite.it

 

6 – Sannio Barbera 2017
Torre Venere
Vivace rosso porpora. Molto tipica nell’approccio olfattivo, con i sentori della frutta rossa ben marcati. In bocca entra fresco e via via il sorso si fa più maturo. Fragrante, bevibile, godibile, con il calice che mostra  un riuscito connubio, per un sorso maturo ma sempre fresco e incalzante, con finale di sostenuta vivacità acida. Si spende bene su alcune preparazioni tipiche della cucina partenopea, a cominciare dalla parmigiana di melanzane.
www.torrevenere.it

 

7 – Beneventano Barbera Don Bosco 2015
Vitivinicola Bosco
Il volto estremo del vitigno, con le uve portate a maturazione tardiva. Operazione non sempre possibile nei campi, considerato che la buccia è soggetta a repentina lacerazione nel momento in cui il frutto raggiunge la sua maturazione ottimale (una condizione che associa ancora una volta questa tipologia sannita alla Lacrima marchigiana, che deve il suo nome proprio a questo effetto). Frutti rossi che viaggiano verso la composta, quasi viscoso al passato, con tutte le caratteristiche di un vino passito.

 

8 – Sannio Barbera 2015
Castelle
Il vino sembra aver iniziato la sua parabola discendente dal punto di vista della piacevolezza. Campione didascalico per toccare con mano quello che da tempo andiamo professando: siamo di fronte ad una tipologia che da il suo piacere massimo entro i tre anni dalla vendemmia. Questa barbera l’abbiamo seguita per tutti questi tre anni, ora si avvertono delle note più evolute, ma il frutto non è più esplosivo. Piacevole da bare soprattutto per la sua ancora marcata freschezza.
www.castelle.it

 

9 – Sannio Barbera Thelemako 2017
Fontana delle Selve
Tanto frutto, bella concentrazione che avverte già dal colore nel calice, dal rosso porpora piuttosto intenso. Fragrante floreale e speziato, sorso fresco e fruttato. Insomma tutto quello che uno non si immagina di cogliere in un vino rosso. Il colore è rosso porpora piuttosto intenso, con giovanili sfumature violacee. Trama tannica sottile e finale lungo, persistente, che ci riporta ai piccoli frutti rossi avvertiti al primo impatto .
www.fontanadelleselve.it

10 – Sannio Barbera 2017
Mariamichela Grillo
Il vino si presenta particolarmente vivace alla vista, dominato da un rosso intenso con invadenti riflessi porpora. Al naso il calice irradia note inconfondibili di frutti rossi, in particolare di ciliegia, notevoli e piacevoli sentori di viola. Ingresso in bocca di piacevole avvolgenza, calice di  buon corpo, con una percettibile trama tannica. I frutti rossi accompagnano l’allungo finale, dove emergono anche delle spezie dolcissime.