Birra, pellegrinaggio in Belgio. Brasserie Thiriez e Brasserie Fantome


Alphonse Minne e Paolo Mazzola da Fantome

di Paolo Mazzola

Con il mio amico Luigi Serpe siamo stati in Belgio, dal 6 al 12 agosto, con l’obiettivo di conoscere meglio alcuni produttori e birre, specialmente le  “saison” tradizionali, e di visitare alcuni santuari dell’affascinante mondo artigiano belga.

Il libro Farmhouse  Ales di Phil Markowski con la collaborazione di Ivan de Baets e Tommie Arthur è stato prezioso compagno di viaggio, oltre che ispiratore . 

In Belgio c’è molto fermento attorno alle saison tradizionali, birre di fattoria o contadine, tipiche del Belgio vallone, prodotte in fattoria in autunno o inverno, quando c’era meno lavoro nei campi, da bere in estate ,  leggere e rinfrescanti  compagne indispensabili  per affrontare il duro lavoro dei campi.

Si sono costituite recentemente associazioni per la difesa della saison tradizionale, soprattutto per difendere e valorizzare la tipologia vallone da alcune interpretazioni del mondo artigiano americano .

Il nostro viaggio birrario è iniziato in Francia, a pochi passi da Poperinge, dove abbiamo pranzato al Cafè de la Paix, accompagnando il pasto con un’ottima Oerbier del vicino De Dolle  .Ad  Abele, piccola frazione abbiamo visto numerosi campi di luppolo della più vasta e conosciuta zona di produzione belga. Appena oltrepassato il confine, ad Esquelbec, a pochi chilometri da Dunkerque, siamo arrivati alla Brasserie Thiriez .

La Brasserie sorge nella sede dell’antico birrificio Poidevin che ha smesso di funzionare dopo la 2.a guerra mondiale. Daniel Thiriez ha iniziato la sua attività nel 1996, riconvertendosi dal suo precedente lavoro di specialista in Risorse Umane per un’azienda della grande distribuzione.  

Daniel Thiriez al lavoro

Ha utilizzato inizialmente un impianto della Velo e  ciò sarà una costante in tutto il nostro viaggio, macchine di piccole aziende italiane, sia in fabbricazione birra sia nel confezionamento ,  ancora oggi ha un serbatoio di fermentazione di un’azienda italiana.  L’impianto attuale è di un’azienda ceca la MBA 21,   con fermentatori maturatori da 40 hl. Mi ha colpito in particolare l’automazione e il  relativo pannello operatore, che fatte le dovute proporzioni  mi ha ricordato impianti industriali della Huppman.

Produce circa 1500 hl/anno, 80% in bottiglie da 33 e 75 cl ( le medesime bottiglie adoperate per il sidro) e 20% in fusto. Dispone di alcune barrique cha hanno contenuto vino rosso della Cotes du Rhone per la produzione di birre particolari. C’era in maturazione durante la nostra visita una DIPA.

Fermentaper una settimana o anche meno, a temperature da 18 a 30 °c in funzione della tipologia, 23-25°C per la blonde d’Esquelbec, maturazione lunga a bassa temperatura per 2 settimane.

Daniel che spilla Blonde d'Esquelbec

I prezzi sono sorprendenti 3,20 Euro la bottiglia da 75 cl. venduta in Brasserie, a 4 Euro sul mercato e magari a Parigi arriva al massimo a 5 euro . E anche a voce Daniel ribadisce che i prezzi  delle birre italiane sono eccessivi, anche perché lì vicino c’è il Belgio con prezzi ancora più bassi.

Distribuito negli USA oltre che in Francia, non è presente in Italia, conosce lo sviluppo del nostro movimento artigiano, ma ci mostra anche un libro dove sono descritte le oltre duecento brasserie artigiane francesi, a dimostrazione di un movimento vitale che conosciamo poco. Presente al Moeder Lambic come Guest con una sua birra .

La sala degustazione è nella parte vecchia dell’edificio, un ambiente rurale e molto accogliente dove sono custoditi numerosi cimeli birrari  Daniel è un collezionista e ci ha mostrato le ultime tovagliette che aveva acquistato recentemente.

Abbiamo provato la Blonde d’Esquelbec  6,5°alc, la prima birra prodotta dalla brasserie, di ispirazione saison del Belgio, ma nemmeno lontanissima dalle bière de garde. Birra fruttata, con sensazioni  di banana e di crosta di pane  sia al naso che al gusto, molto secca, con una luppolatura di contenimento che non prevale ed una speziatura di scorze d’arancia. Una birra dove predominano le sensazioni del malto e del lievito.  In rete dicono sia prodotta con il lievito French Saison, Daniel non ce l’ha confermato, ci ha parlato di lieviti che ha selezionato  e che fa replicare da un’università vicina, ma la secchezza riscontrata ci dice che è un’ipotesi probabile. Molto bevibile, come tutte le sue birre un approccio che privilegia la bevibilità piuttosto che le sperimentazioni estreme e le saison tradizionali della Vallonia.

La blonde di Daniel Thiriez

Etoile de Nord 4,5 °alc., prodotta in collaborazione con John Davidson , un birraio inglese della Swale Brewery, esportata negli USA. Una Birra a metà strada fra una french saison e una APA, con buona bevibilità e percettibili note maltate in equilibrio con una  luppolatura non estrema di East Kent Golding per la parte aromatica.

Etoile du nord

La Rouge Flamande 5,8°alc., dal nome delle omonime vacche di cui è ricco il territorio, birra ambrata, morbida con aromatica speziatura di scorza d’arancio e con una luppolatura di contenimento che esalta il carattere maltato/morbido della birra.

Seconda tappa nel Belgio lussemburghese nelle Ardenne,  a Soy vicino Erezeè, per visitare la Brasserie Fantome,il cui nome deriva da un fantasma che apparirebbe  nella zona di Durby alcune stagioni dell’anno.

Il fantasma di Fantome

Nata nel 1988 ad opera di Daniel Prignon, contemporanea alla Achouffe, ma con prodotti ed obiettivi diversi. Daniel non c’era , la visita l’ha guidata Alfonso Minne con sua moglie Leen Minne , degustatori belgi dell’EBC che conoscono molto bene Lorenzo Dabove e ne hanno un ottimo ricordo;  mi hanno citato  una sua battuta : in uno specifico pub del Belgio che non ricordo, per non pagare bisogna gridare tre volte  Lorenzo, Lorenzo, Lorenzo!

Fantome ingresso brasserie

 

Leen e Alphonse Minne da Fantome

L’impiantistica dell’azienda ci lascia molto perplessi, sia per le macchine molto antiche sia per le condizioni generali, ma si sa Daniel  è un creativo…..

Presente in Italia e negli USA e GB, Alphonse ci dice che la Brasserie Fantome è più famosa all’estero che in Belgio.

L’impianto ha una capacità in cottura di 7,5 hl. e produce abitualmente una sola volta la settimana. Conosciuto per le sensazioni particolari delle sue birre, fra cui le saison, addizionate di spezie, erbe e talvolta succhi di frutta.

Produce numerose tipologie di birre, a volte anche one-shot.

Proviamo la Fantome : una saison o meglio una belgian ale di 8 °alc. La birra non è pulita, presenti alcuni off-flavour, ma ha un olfatto ed un gusto accattivante, morbida con sensazioni di coriandolo , scorza d’arancio  e frutta tropicale. Secca ma anche un po’ piena e maltata al palato, di buona complessità ed equilibrio che rendono la bevibilità facile nonostante gli 8 alc. Ci sembra un miracolo dopo la visita dell’impianto.

 

la H bevuta da Fantome

Con Alfonso e  Leen  abbiamo provato un’anteprima della  Santè 16, una  APA, con sensazioni maltate forti , una buona corposità e una florealità e un fruttato   tipici da luppoli americani ;    è stata presentata dall’associazione umanitaria Heikanse Bierliefhebbers il 12 agosto presso la Brasserie Fantome e il cui ricavato è devoluto a scopi umanitari. Sono 15 anni che Daniel ospita questa manifestazione.

La Santè di Fantome

 Ultima birra provata la nHke una birra secca, gradevole e bevibile tipo blonde prodotta con luppoli Northern Brewer e Styrian Goldind,  senza aggiunta di spezie, brassata da Pirlot per conto dell’associazione di cui sopra.

Un commento

  1. …semplicemente bellissimo! Un territorio fondamentale per la birra e sottovalutato per il turismo. Grazie Paolo e Luigi, mi sarebbe molto piaciuto essere lì con voi…

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