Borgo di Gete Tintore 2005 Colli di Salerno rosso igt


REALE
Uva : tintore
Fascia di Prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Luigi Reale con il padre Andrea

Il Tintore, “ ‘o vino ‘e Tramonti”, possente, spigoloso, livelli “impossibili”di acidità e alta concentrazione zuccherina a indicare forte struttura glicerica. Vinificato da secoli in questa zona, lo testimoniano le spettacolari vigne a piede franco dal grappolo spargolo presenti in tutta la zona. Dalla fine degli anni ’90 qualcuno pensa di fare sul serio, di provare a vinificare con i crismi dell’enologia moderna quest’uva scontrosa da domare, ma non imbrigliare con utilizzo moderato del legno e lunghe soste in bottiglia. E’ quello che hanno fatto il mitico Gigino Reale, patron dell’omonima Osteria nel Borgo di Gete a Tramonti e il giovane quanto esperto enologo Fortunato Sebastiano, amante delle sfide estreme. Viticoltura eroica, vendemmia a mano da vigne del 1920 esposte a ovest- nord/ovest, altitudine da Trentino del sud, terreno vulcanico e raggiera tradizionale di Tramonti per l’allevamento.
Vendemmia tardiva ad inizio novembre come per l’aglianico, macerazione in acciaio per circa 15 giorni e poi 18 mesi di botte piccola vecchia e 12 mesi in bottiglia. Tutto questo per attutire l’irruenza del Tintore e farne un vino profondamente territoriale, in tutto simile a quello della tradizione, soltanto piu’ netto e pulito in vinificazione. Ma deve restare sempre “’o vino ‘e Tramonti”, un patrimonio culturale inestinguibile da preservare e difendere con operazioni culturali di promozione che poco hanno a che fare con le tecniche commerciali moderne. Questo vino va venduto in un altro modo: sul territorio, portando direttamente le persone a scoprire luoghi nascosti e fantastici e innescando il meccanismo del “passaparola”. Il Tintore si deve bere a Tramonti o poco lontano con i piatti della cucina locale, le zuppe, il capretto, i fusilli al ragu’, qualche zuppa di pesce un po’ piccante, i salumi e i formaggi dei monti Lattari. Tutto questo non toglie che si tratta di un vino di dignità assoluta che deve essere riconosciuto a tutti gli effetti nella composizione della Doc Tramonti e Costa D’Amalfi e ricevere l’autorizzazione ad essere vinificato in purezza. I pochi e appassionati produttori della zona si stanno attivando per raggiungere quest’obiettivo.
Veniamo al vino, il Tintore di Gigino Reale, Borgo di Gete 2005, è quello che piu’ mi ha emozionata durante le degustazioni del Tintore day, ho respirato il territorio, intreccio seducente di acidità e potenza alcolica, profumi intensi e complessi di frutta matura e pepe. Bella corrispondenza gusto olfattiva e profonda lunghezza al palato. 2005, dunque, in grande spolvero, ha affrontato questi anni alla grande, con calma e pazienza a dispetto di chi lo definisce un vinello di pronta beva. E’ un vino che non si dimentica, si ama o, si odia, io l’ ho adorato subito, ha fatto breccia tra le mie emozioni. Un capolavoro della natura di Tramonti, della passione di Gigino Reale e di Fortunato Sebastiano, l’enologo delle sfide impossibili.

Questa scheda è di Giulia Cannada Bartoli

Assaggio del 6 novembre 2007. Dopo la Scippata di Apicella, ancora sulla scena il tintore, un clone di aglianico diffuso della Costiera Amalfitana e presente anche sul versante Sorrentino. Una scelta diversa caratterizza stavolta questa piccola azienda di Tramonti con locanda e deliziosa osteria sorvegliata da una chiesa e dalle viti a piedefranco ultradecennali: con il rosso Cardamone e, naturalmente il Getis rosato e l’Aliseo bianco si è sempre caratterizzata con vini di immediata bevibilità e franchezza. Stavolta invece lo sforzo è opposto, cercare cioé di fare un vino importante e significativo, da lungo invecchiamento con uve raccolte da viti a piedefranco vecchie almeno 70 anni.
Appena 1500 bottiglie che saranno mese in commercio a dicembre: una chicca per appassionati. A due anni dalla vendemmia, il Tintore si presenta ancora con un colore rosso rubino cupo, molto concentrato e una vivace unghia violacea, per non smentire il nome che gli hanno dato i contadini. Al naso prevalgono immediatamente i sentori dolci del legno, spezie e cioccolato e, in seconda battuta, la frutta rossa mentre in bocca la situazione è capovolta: dopo l’ingresso abbastanza morbido e dolce, la freschezza del vino prende immediatamente il sopravvento e segna indisturbata tutta la beva fino alla fine, volutamente lunga e pulita. sarà la suggestione del piedefranco, ma davvero il sapore in bocca è tipico e irripetibile.
Un vino certamente intenso ma molto piacevole, come si è dimostrato nella festa domenicale organizzata a Sant’Agata dei due Golfi da Vittoria Brancaccio nel suo agriturismo Le Tore con parenti e amici: il Borgo di Gete è infatti piaciuto molto a tutti, bevitori e non. Difficile parlare di evoluzione possibile per un vitigno di cui non si conosce il comportamento sui tempi lunghi: la freschezza conservata da Fortunato Sebastiano lascia presupporre ancora buone stagioni e discreta evoluzione, masostanzialmente ieri il vino ci ha dato l’impressione di essere prontoe godibile già adesso. Lo abbiamo speso sulla parmigiana di melanzane eun trippa di vitello agerolese da incornciare.

Sede a Tramonti, frazione Gete.
Via Cardamone, 75. Tel. 089.856144.

www.osteriareale.itaziendaagricolarealesteriareale.it.
Ettari: 1 diproprietà e 3 in conduzione.
Enologo: Fortunato Sebastiano.
Bottiglie prodotte: 10.000.
Vitigni:aglianico tintore, piedirosso, biancazita, biancolella, pepella.