Brutte Notizie: Antonella Rossi chiude Napoli Mia


Antonella Rossi

Antonella Rossi

Napoli Mia ha chiuso. Dalle parole di Antonella Rossi si capiscono le motivazioni di questa scelta: “E’ stato un grosso dolore per noi smettere dopo 15 anni ma purtroppo la ztl e il crollo dell’arco Mirelli ci hanno penalizzato non poco”.

A noi dispiace molto perché era una cucina di grande materia prima, legata ma non seduta alla tradizione, con buoni guizzi, in un locale molto carino e ben pensato.

Il grande successo delle pizzerie e dei locali di servizio sta in realtà oscurando la profonda crisi della ristorazione napoletana di città dove, a parte poche eccezioni che si contano sulle dita di una mano, il mangiare pubblico è ancora fondato sulla rete di trattorie a conduzione familiare ben riassunta nel lavoro di Giulia Cannada Bartoli.

Favoriscono questo immobilismo almeno tre fattori.
1-Il peso quasi insostenibile della rendita edilizia che trasforma i ristoratori in schiavi dei proprietari degli immobili.
2-L’inesistenza, a parte l’Hotel Romeo, adesso ben ripagato, di investimenti degli alberghi sulla ristorazione, a differenza di quanto avviene a Roma e a Milano.
3-La forte tradizione napoletana diffusa nel luogo comune che paradossalmente apre all’esotico (vedi i locali giapponesi molto buoni che ci sono in città) ma non alla innovazione e alla ricerca della nuova cucina italiana.

Tutto questo rende molto difficile il posizionamento di locali buoni a Napoli. In realtà, a mio giudizio, c’è spazio solo per cucine ancorate tradizione ma siano capaci di rivederla con qualche tecnica moderna restando ai prezzi delle trattorie familiari. Insomma, quasi la quadratura del cerchio.
Una sorta di Casa del Nonno 13 o di Oasis di Vallesaccarda in città per capirci.
Chi vivrà, berrà.

Intanto noi facciamo i nostri auguri ad Antonella e al marito Corrado. A Napoli si dice che per una porta che si chiude si apre un portone. Sicuramente sarà così.

 

23 Commenti

  1. Ridotta capacità d acquisto degli stipendi,affitti e tasse toppo alte,ignoranza alimentare di tantissimi.Queste per me le cause,vedo troppi posti vuoti che meritano.

  2. Purtroppo questo travaglio l’ho vissuto da vicino quando a poche decine di metri si vendeva robetta (oggi sono buono) e da Antonella e Corrado si faceva grande cucina.
    Pochi giorni orsono ho visto il locale totalmente smantellato e me ne sono rammaricato.
    Le motivazioni sono tante ma forse la principale è che quella zona è diventata di serie B residuando solo come area di transito consentita e con parcheggi da svenamento quando non abusivi (5 euro buon peso).
    Senza voler fare un’analisi logica da consulente vale la pena di puntualizzare che gli affitti dell’area non sono consoni alle promesse di adeguati ricavi e che la fascia di cucina occupata da Antonella è per target medio alti che spesso in quell’area non transitano più.
    La movida, baricentricamente spostata più a monte, con locali di scarsa qualità e vocati al consumo di alcoolici e superalcolici hanno ulteriormente contribuito ad abbassare il target. Non era la sola a soffrire in zona e lo testimoniano altre realtà del posto un gradino al di sotto della sua che faticano a pareggiare i conti.
    Spiace. E non poco.

  3. Mi dispiace moltissimo. Lo sapevo già da qualche giorno, ma in cuor mio speravo sempre che in qualche modo la decisione fosse reversibile. Ho conosciuto di persona Antonella e Corrado in un evento al Moera di Avella, anche se spesso interagivamo già su fb attraverso i soliti, simpatici cazzeggi. Antonella, sia sui social che di persona, ha sempre avuto un profilo basso, #dellaseriesesonobravamelodevonodireglialtrinonio , dalle sue sporadiche esternazioni si capisce subito che ha un grandissimo amore per il suo lavoro, e aggiungo una professionalità non da poco. Ho scoperto anche che è una persona che ha molto a cuore il prossimo, quindi, prima di fare ” i buchi in petto ” ai fornitori, e credetemi, ne gira tanta di questa gente, ha deciso di chiudere (spero non per molto). La tua lucida analisi, caro Luciano, la condivido in pieno eccetto che per il primo punto (i fitti sono scesi e non aumentati). Il nocciolo della questione è sempre la scarsa disponibilità economica delle persone dovuta alla crisi insieme all’effetto psicologico teso alla conservazione su chi magari non ne avrebbe motivo. Oltre a questo, aggiungerei anche l’abnorme aumento dell’offerta rispetto alla domanda : oggi chiunque sia espulso dal processo produttivo in genere, decide di aprire un’attività di ristorazione o pseudo tale e quindi la già ridimensionata domanda deve fare i conti con un’offerta più che raddoppiata. La soluzione? Bisogna uscire da questa maledettissima crisi, ma non per decreto!!! Sarebbe ora di mettere in atto le tre riforme che cambierebbero l’Italia creando le condizioni per rendere appetibili gli investimenti : fiscalità, burocrazia e giustizia!!! Faccio tantissimi auguri ad Antonella, che ritengo professionalmente bravissima al punto tale che sarei disposto a cucinare con lei, che è così brava particolarmente sulla cucina di mare, …#ilpescatofrescodellirpinia!!! :D

  4. Dispiaciuto è dir poco ,un locale fatto con amore che ha rubato tutto il tempo della loro vita e, per colpa di chi o cosa ha chiuso i battenti.Ma non bisogna rassegnarsi combatti ANTONELLA e CORRADO che abbiamo ancora tempo per riprenderci le nostre [email protected]

  5. Cari Antonella e Corrado, penso che leggerete e vi mando da qui un saluto ed un augurio affettuoso. Le difficoltà ce le siamo detti tante volte…sono quelle che elenca Giustino e, negli anni, si sono aggravate. Ma voi siete bravi ed appassionati e troverete modo di offrirci ancora il dono della vostra professionalità e del vostro garbo.
    Antonella tu sei una grandissima cuoca (cuoco…che bella parola…cuoco…Totò dixit) immediata, intuitiva, fantasiosa eppure rigorosissima (ne è prova l’immensa tua “pasticceria”)
    E soprattutto disponibile e versatile…posso nel mio piccolo testimoniarlo avendoti costretta nelle nostre Polpettica a cucinare all’impronta kibbeh libanesi….e altro!
    Sono grata a te, a Corrado, a Giuseppe delle belle esperienze, delle belle ore, della gentilezza e dell’amicizia.
    E della grande tua cucina
    Ad maiora sempre

  6. Non conoscevo il ristorante per questo mi soffermo sulle idee di Luciano del tipo di ristorazione che può funzionare. Sono in linea di massima d’accordo ma i due esempi non calzano molto. Sia che si scelga Casa del Nonno 13 che L’Oasis si spende in media 50 euro compreso il vino. Non direi prezzi da trattorie familiari. Questo perché per dare qualità e servizio i costi sono alti. Rappresento la quarta generazione di un ristorante campano e vi assicuro che, nonostante il perdurante apprezzamento della clientela, bisogna fare i salti mortali per tenere bassi i prezzi senza ridurre la qualità e far quadrare i conti. Credo ci sia spazio per tutte le formule di ristorazione, purché ben realizzate, coerenti nel prezzo e con il contesto.

  7. Grazie Giustino Catalano hai analizzato bene la condizione in cui dovevamo lavorare purtroppo ed a malincuore lascio in quel ristorante un pezzo del mio cuore

  8. Caro Lello Tornatore grazie per il tuo commenti, la mia filosofia di vita è sempre stata che per lavorare bene bisogna usare dei prodotti eccellenti ,avrei potuto abbassare la qualità dei prodotti per riuscire ad andare avanti, ma io non saprei cucinare con prodotti scadenti, e purtroppo l’aumento del fitto di locazione non ci ha permesso di continuare a fare un lavoro che amo grazie per la stima che hai nei miei confronti un abbraccio

  9. Mah che dire. Aggiungo alle vostre le mie idee:
    1. Napoli oggi non è crocevia di affari o di flussi turistici importanti, perciò nessuna grande cucina di albergo potrà mai imporsi come altrove in Italia e in Europa
    2. Vero ci sono tante trattorie. Ma quali fanno una buona cucina di tradizione? È dovuto nascere e binarsi un locale come Tandem per tessere l’elogio del Rraù e della Genovesa. Ditemi dove si mangia uno spaghetto a vongole o una frittura di pesce all’altezza. L’influsso malefico di scimmiottamenti alla Clerici TV ormai è giunto anche tra i fornelli sedicenti popolari.
    3. La cucina di servizio a Napoli si consuma presso pessime tavole o al contrario presso ottime pizzerie
    4. I costi di gestione di un ristorante sono più alti in una città senza servizi e senza regole certe così come è Napoli
    5. Paradossalmente in questa città chi ha soldi da spendere li spende nei locali peggiori o in quelli cosiddetti alla moda tutto fumo e niente arrosto
    6. Tanto è vero che buone cucine di tradizione rinnovata proposte a prezzi accessibili, proprio come Napoli Mia, chiudono

  10. Cara Raffaella Fortunato grazie dei tuoi commenti,sai bene quello che abbiamo vissuto sulla nostra pelle ma purtroppo così è andata mi fa piacere sapere che conservi ancora un bel ricordo di noi un caro saluto

  11. 10/3/2005 i Maccheronici si riunivano per la prima volta nel vecchio locale di Antonella e Corrado;
    10/3/2015 i Maccheronici si ritrovano da Antonella per festeggiare il decennale.
    Cari Antonella e Corrado in bocca al Lupo e buona fortuna, vi aspettiamo per altri eventi ed altre ricorrenze.

  12. Che peccato!!!!!
    L’unico ristorante cittadino che veramente rappresentava un punto di distinzione rispetto alla piattitudine generale che caratterizza il comparto ristorativo urbano chiude. Non è un caso infatti che se vuoi mangiare, o meglio, se vuoi emozionarti a tavola devi necessariamente andare in provincia, vedi Francesco Sposito oppure Iannotta con il Kresios o ancora l’Oasis di Vallessaccarda e tutto il circuito dei Mesali.
    Resta comunque che la signora Antonella è bravissima anzi, sono stato diverse volte da Napoli Mia ed ho sempre mangiato in maniera divina.
    Ripeto è veramente un peccato, l’unico ristorante cittadino che poteva seriamente fregiarsi della stella Michelin chiude.
    Auguro comunque alla signora Antonella ed al marito Corrado di ripartire quanto prima con grande entusiasmo e con l’ausilio di traguardare grandi risultati.
    Ad majora

  13. Che peccato!!!!!
    L’unico ristorante cittadino che veramente rappresentava un punto di distinzione rispetto alla piattitudine generale che caratterizza il comparto ristorativo urbano chiude. Non è un caso infatti che se vuoi mangiare, o meglio, se vuoi emozionarti a tavola devi necessariamente andare in provincia, vedi Francesco Sposito oppure Iannotta con il Kresios o ancora l’Oasis di Vallessaccarda e tutto il circuito dei Mesali.
    Resta comunque che la signora Antonella è bravissima anzi, sono stato diverse volte da Napoli Mia ed ho sempre mangiato in maniera divina.
    Ripeto è veramente un peccato, l’unico ristorante cittadino che poteva seriamente fregiarsi della stella Michelin chiude.
    Auguro comunque alla signora Antonella ed al marito Corrado di ripartire quanto prima con grande entusiasmo e con l’auspicio di traguardare grandi risultati.
    Ad majora

  14. Grazie mille Giuseppe Capece le sue parole ci sono di grande conforto, come lei sa e ne abbiamo parlato più volte, Napoli è una città strana, dove la materia prima ha poca importanza rispetto al prezzo, la ringraziamo e ci auspichiamo anche noi di ripartire dopo aver riordinato le idee, un caro saluto da me e Corrado

  15. Giuseppe Minniti come dimenticare le cene maccheroniche, grazie per gli auguri un saluto affettuoso

  16. Il vero crollo della ristorazione di tutta la fascia S.lucia, chiatamone, riviera di chiaia ,borgo , posillipo si è verificato da quanto l’amatissimo Sindaco, ha autorizzato da Sindaco è con il consenso dell’assessore al commercio migliaia di posti a sedere sulla pubblica strada ,”VIA Partenope “è creando una concorrenza scorretta,

  17. Non brutta ma pessima notizia. Cucina ottima come il rapporto qualità prezzo.Memorabili le conviviali dell’Accademia Italiana della Cucinai cui soci, singolarmente, ne erano diventati, quasi tutti, clienti abituali.
    Speriamo che riapra al più presto in qualche altro posto

  18. Ho pranzato presso Napoli Mia a fine ottobre scorso. Grande cucina con prodotti eccellenti.
    Speriamo che la Sig.ra Antonella ed il marito riprendano di nuovo la loro attività in altra location.

  19. Da piccolissimo operatore del settore, mi dispiace tantissimo per questa chiusura,comunque qui dalla Puglia auguro un grande in bocca al lupo ad Antonella dove anche io ho avuto modo di apprezzare le sue doti culinarie al Moera di Avella ed al marito Corrado.

  20. Sono rammaricata e molto dispiaciuta per Antonella ( membro dell Associazione Nazionale Donne del vino della Campania)
    e Corrado.Veramente in questa città accadono cose strane!! Un talento come lei non si è trovata al posto giusto al momento giusto! Insomma ZTL e crollo Arco Mirelli hanno arrestato la sua ascesa
    Ma non bisogna arrendersi quando si è alimentati da una grande passione per il proprio lavoro!!
    Ringrazio ad alta voce il grande nostro Sindaco che sta continuamente spogliando Gesù per vestire Maria!!!!
    Anto un grande e sincero bacio!!

  21. Premetto che non conosco questo locale e neanche il precedente, ma, conosco bene i proprietari per altre ragioni. So della passione, dell’amore e della dedizione che hanno sempre messo in questo lavoro. Va riconosciuto ad entrambi la definizione di “grandi lavoratori”. Quando le persone vengono definite “grandi lavoratori” allora non c’è da preoccuparsi perché prima o poi i risultati si raggiungono. Purtroppo la ristorazione a Napoli e in provincia è in una crisi irreversibile. Solo chi è del settore sa e capisce che questa è la realtà. Quelli bravi e capaci devono lottare con fitti altissimi, studi di settore, tasse sullo smaltimento rifiuti improponibili, tasse sugli utili pari al 60%, spese di personale, fiscalista, etc., oltre all’acquisito della materia prima, che se di qualità costa, e, dulcis in fundo le eventuali spese/camorra. Siamo a Napoli mica a Zurigo, Londra o Parigi. Quindi a Napoli non si fa ristorazione, ma miracoli per sopravvivere. Chi riesce a fare miracoli e sopravvive o siede vicino al Padreterno che gli ha donato i poteri per poterli fare, oppure è seduto alla scrivania di una grande Lavanderia con 10 lavatrici industriali che lavano “abiti” in continuazione senza fermarsi. Auguro di cuore, ad entrambi, di uscire presto da questa situazione. Spiace non poco sapere che amici e/o parenti, con i quali hai condiviso gioie e dolori, oggi si trovano in difficoltà. Comunque dal profondo del cuore posso solo dire rialzatevi subito e combattete, perché la forza e la volontà non vi manca, forse non avete più l’età dei ragazzini ma, l’amore e la dedizione che mettete in questo lavoro supererà anche questo ostacolo. Solo per la morte non c’è rimedio, il resto è sempre rimediabile. In bocca al lupo.
    Fabio

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