Cabernet Sauvignon 2001 Contea di Sclafani doc


TASCA D’ALMERITA

Uva: cabernet sauvignon
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Una serata da D’Angelo, lo storico locale di via Falcone rilevato dai Michele e Michele Giugliano di Mimì alla Ferrovia nel 1997 dove Carlo Petrini festeggiò la sua laurea honoris causa al Suor Orsola, l’incanto di Mergellina e Guido Lembo scatenato nel suo karaoke anglo-partenopeo che fa impazzire ogni sera gli ospiti di Anima e Core a Capri. Ma soprattutto un’amico appassionato che porta a tavola tre Cabernet sauvignon coperti per giocare. L’eterno fascino del vino,mi-piace-questo-no-quello, stavolta il protagonista è Le Diable, il vitigno internazionale contro il quale i parroci di tutte le regioni hanno dichiarato la loro crociata per scacciarlo come fecero gli spagnoli con i moriscos nel ‘500. Scoperte le bottiglie, spuntano il San Leonardo 1999 fatto da Carlo Ferrini, il Sassicaia 2001 di Giacomo Tachis e il Cabernet di Tasca d’Almerita 2001 nel quale ritroviamo la consulenza di Ferrini. Quando i vini erano ancora anonimi non ho difficoltà a dire che tutti hanno sostenuto la loro preferenza sul Sassicaia, a seguire Tasca e infine il San Leonardo. Tutti tranne io che invece ho subito indicato e mantenuto la mia posizione sul Cabernet siciliano, uno dei grandi vini che mi hanno fatto avvicinare a questo mondo e che resta, come ha scritto Francesco Aiello commentanto il 1997su questo sito, il miglior Cabernet sauvignon italiano. Naturalmente il confronto aveva dei parametri non uguali, perché nel rosso trentino ci sono anche cabernet franc e un pizzico di merlot, le annate erano diverse e, ovviamente, i territori davvero molto diversi, ma ilconfronto è stato ugualmente molto interessante perché le caratteristiche varietali olfattive sono state il filo logico conduttore ben marcate. A mio avviso la differenza sostanziale tra i tre rossi è la seguente: il San Leonardo appare compiuto, equilibrato, ma senza la capacità di promettere altro con l’ulteriore evoluzione, così il Sassicaia, però dotato di profondità e complessità di granlunga superiori, tali da farlo preferire a tutti. Il Cabernet di Tasca invece aveva dalla sua una freschezza ancora intatta, annunciata dal colore rosso rubino con addirittura unghie porpuree. Segno di una sua ulteriore possibilità di crescita e, soprattutto, di una sua maggiore possibilità di essere abbinato come in effetti è avvenuto, alla cucina tipica nella quale Michele ha proposto due suoi propilei della cucina napoletana, la parmigiana di melanzane e il peperone imbottito. Per questi due motivi, rafforzati da uno straordinario spettro aromatico da cui saltano fuori finocchietto, salvia, rosmarino, origano e sentori della macchia mediterranea che restano nel bicchiere vuoto facendo dimenticare la frutta rossa e le speziature dolci e balsamiche caratteristiche del primo impatto. Al mio gusto è arrivato primo il Tasca confermando quel che sempre si è scritto di questo vino, cioé la capacità del Cabernet di interpretare il territorio al di là delle tecniche enologiche più o meno spinte ed è questo il segreto del suo successo. Facendo poi il rapporto fra qualità e prezzo, che era poi il leit motiv del confronto, non ci sono state discussioni perché chi ha preferito il Sassicaia non lo ha affatto valutato sei volte superiore al Tasca! Ecco dunque un bel vino rosso, elegante e potente al tempo stesso, con la freschezza capace di non stancare il palato, cosa che avviene invece sempre con il Cabernet sauvignon in purezza (questo ilmotivo del taglio bordolese), ma che rimbalza dalla punta delle labbra sino in gola come un pietra piatta lanciata a pelo sul mare calmo, rimanda l’emozione del primo momento sino alla fine e fa venire il desiderio di ricominciare subito. Questo è il segreto dei grandi vini, primi nelle degustazioni professionali ma al tempo stesso bevuti sino in fondo a tavola. Il riscontro? Benché secondo al gusto (per gli altri) è stato l’unico di cui non è rimasto un goccio!

Sede a Sclafani Bagni, Contrada Regaleali. Tel. 091.6459711, fax 091.426703. www.tascadalmerita.it.Enologi: Laura Orsi e Carlo Ferrini. Ettari: 350 di proprietà e 60 in fitto. Bottiglie prodotte: 3.000.000. Vitigni: cabernet sauvignon, nero d’Avola, perricone, merlot, chardonnay, traminer, moscato, cataratto, inzolia, grecanico.