Candida, Irpinia. La Corte dei Filangieri. Osteria del baccalà e non solo

Via Fontanelle, 4
Tel. 0825.986414 – 333.8429506
www.lacortedeifilangieri.com
Aperto la sera, domenica anche a pranzo
Chiuso lunedì e d’inverno anche domenica sera
Ferie variabili nell’anno
Menu degustazione a 30 e 35 euro senza vino. Alla carta da 24 a 35 euro No coperto
di Tommaso Esposito
Avellino si lascia a est e ci si inoltra lungo i sentieri che portavano alla Baronia dei Filangieri.
Famiglia napoletana che a Candida ebbe il feudo.
Restano nobili tracce nel centro, tra il Castello e il palazzo del Giudice.

Terra di nocciole e di Fiano.
Ma anche di chiodaroli, artigiani dell’utile ferro.

Bello: solitario campeggia un dazebao che ricorda come vien fatta la maccaronara.
Buon segno.

Qua ci tengono al semplice cibo.
Antonio Petrillo lavorava in fabbrica un tempo.
Passione gourmet da fanciullo.
Ora fa il cuoco.

Bella la sua Corte.
Non è più Winebar.
Interni da godersi la sera. Tubando e romanticando.
Oggi c’è ancora un bel sole e il pergolato con l’uva fragola, quella bianca e rara, ci invita.

Sediamoci, va!
Un buon vino. In cantina ce ne son tanti, eppure ci attira il Coda di Volpe del borgo.

Artigianale, ma ancor giovane e fresco.
Luis Armstrong e tanto blues nel sottofondo ci accompagneranno a lungo.
Vero è il pane cafone. E ti pare poco?

Un po’ d’olio Ravece . Splendido.

Arrivano gli antipasti con lo chef.

Tutto local. E buono.
Il fiordilatte filato a nodini in quel di Chiusano. Odorosi di fresco buon latte. Caseificio Capone.

Gino è l’amico macellaio che pressa in salagione il prosciutto.
A San Potito, ma compete e gareggia con Parma.
Rosea e dolce la carne.
Bianco e voluttuoso il grasso.

La polpetta di baccalà e patate è saporita.
Così pure i friarielli.
Badate non son broccoli, ma peperoncini a forma di corno. Quelli verdi di sciummo, il ruscello.
Anch’essi raccolti sul piano di Chiusano.
Immancabile parmigiana di melanzane. Di buona fattura e di gusto.
Una forchettata di primi per me.
Piatto pieno per i compagni di viaggio.

Fusilli fatti a mano, con semola, bianco fiore e acqua.
Come è d’uso nell’Irpinia e come graffito nel dazebao.

Conditi con sugo di pomodoro, basilico, crema di bufala e scamorza grattugiata.
Piaciona pietanza.
La puttanesca di baccalà con i cecatielli l’ho gradita moltissimo.

Ne prendo ancora un poco. Confesso il mio solito peccato di baccalofilo.
E son pure recidivo ai secondi.
Di nuovo baccalà, ma in pertecaregna. Cosiddetto.
Con il peperone crusco.

L’ortaggio amarostico com’è, insieme al pesce dissalato mi incanta.
Buono, buono, buono.
Questa ricetta avellinese dovrò imparare a ripeterla.
Stracotto di vitella con polpa di pomodoro arrecanata.

Il cuoco abbandona la rude sapienza e gioca col mixer.
Gli si perdona la vellutata di San Marzano.
Perché il muscolo è tenerissimo e molto saporito.
Ecco i dolci.

Tutti buoni dalla semplice frittella di mela limoncella, al gelato di nocciole di Candida, al cannolo con ricotta di bufala e al semifreddo di cioccolata.


C’è un vino dolce?
Sì, lo Zibibbo.

Oxydia, quello dei Florio che fanno anche il Marsala.
Moka caffè.
E da Antonio ci torneremo, anche perché ci siamo affezionati al suo gatto Bianchina.
4 risposte
I commenti sono chiusi.
Mamma che baccalà, tra l’altro qui alla Corte dei Filangieri declinato anche in moltissimi altri modi. Tomma’, puozzi sta’ bbuono, ma ‘na telefonata al sottoscritto, no eh??? ;-))
Complimenti per l`articolo e le foto e ad Antonio, ed il suo staff, per la sua passione e per quanto a creato in questi anni.
È il sogno di una vita… È sublime ció che hai costruito in questi anni, complimenti di vero cuore! Un abbraccio affettuoso, a presto…
Complimenti chef verro’ a trovarti presto!!!
I tuoi piatti sono molto invitanti!