Caprè Spumante Metodo Classico da uve Caprettone Tenuta Le Lune del Vesuvio


Tenuta Le Lune del Vesuvio, Terzigno (NA)

Via Vicinale Lavarella

Telefono: 393 802 1077

Tenuta Le Lune del Vesuvio

Luciano Pignataro e Andrea Forno

di Antonella Amodio

Ci piace segnalare e raccontare eventi come questo, dove il vino è movimento, racconto e progetto. Occasioni che fanno bene al territorio, lo animano e lo rendono visibile attraverso nuovi linguaggi, mantenendo però intatta l’anima agricola e artigianale. Iniziative che danno voce a quei luoghi che, come l’areale vesuviano, portano nel bicchiere la forza di una terra tellurica e viva.
È il caso della presentazione ufficiale del Caprettone Spumante Metodo Classico “Caprè” 2021 Tenuta Le Lune del Vesuvio, tenutasi nella suggestiva cornice della Masseria Di Luggo.

Capré Spumante Metodo Classico Tenuta Le Lune del Vesuvio

Luogo dal grande valore storico e architettonico, la casa colonica è sorta in epoca borbonica come centro agricolo di riferimento per l’area. Un autentico gioiello architettonico del settecento, testimonianza di un territorio che è sempre stato al centro del “Vesuvius Vinum dat”, con la produzione vinicola destinata alle vicine Pompeii e Herculaneum. Con tanto di cantina, celle vinarie e botti, sapientemente recuperate dalla famiglia Di Luggo, la struttura è il luogo ideale per parlare di vino. Non a caso proprio a Terzigno agli inizi dell’800 i Medici autorizzarono la casata Menichini a far nascere la più importante officina di costruzione e riparazione di botti. Una zona, dunque, dove l’archeologia è anche vino.

Masseria Di Luggo

Masseria Di Luggo

Masseria Di Luggo

Masseria Di Luggo

A coordinare l’incontro, alla presenza di Andrea Forno e famiglia, Raffaele Di Martino, Luca Dalpiaz, Annalisa Fusco ed Ernesto La Matta, con interventi anche delle istituzioni locali, il giornalista Luciano Pignataro, profondo conoscitore del mondo enogastronomico campano e del sud Italia, che ha introdotto il progetto con uno sguardo critico e appassionato.

Gli enologi Luca Dalpiaz, e Raffaele Di Martino, il giornastia Luciano Pignataro, Andrea Forno, la grafica Annalisa Fusco e il delegato A.I.S. Paesi Vesuviani Ernesto La Matta

Caprè 2021, un metodo classico che racconta il Vesuvio

Protagonista dell’evento che ha chiamato in raccolta opinion leader, giornalisti, sommelier e ristoratori, “Caprè”, lo spumante da uve Caprettone vinificato secondo il Metodo Classico con sosta di 36 mesi sui lieviti. Un’interpretazione elegante e territoriale di un vitigno biotipo locale allevato a spalliera, che in questa veste acquista una nuova espressività e si aggiunge alla gamma dei vini di Tenuta Le Lune del Vesuvio. L’enologo Raffaele Di Martino, regista tecnico del progetto, ha voluto preservare e valorizzare pienamente l’identità del Caprettone, riportando in bottiglia, e quindi nel calice, la freschezza, la verticalità e la sapidità naturale del vitigno che attinge microelementi dal ricco e fertile suolo vulcanico.

La storia dietro il vino: la famiglia Forno e Le Lune del Vesuvio

Avevamo già accennato a Caprè in un articolo dedicato alla cantina Tenuta Le Lune del Vesuvio e alla storia della famiglia Forno, che a Terzigno ha costruito una delle realtà più interessanti e autentiche del Parco Nazionale del Vesuvio, che contribuisce al turismo enogastronomico. Dal 2014, l’azienda coltiva 12 ettari di vigneto che poggiano su suoli neri ricchi di cenere e lapilli, e di nefrite, le rocce vulcaniche dell’ultima eruzione del 1945. Terreni ad alta vocazione agricola. Qui si lavorano esclusivamente vitigni autoctoni: oltre al Caprettone e alla Catalanesca, anche Piedirosso, Aglianico, Coda di Volpe e Falanghina e naturalmente si produce il Lacryma Christi, ma sempre con l’intento di rappresentare il territorio in modo fedele e contemporaneo. La famiglia Forno si occupa di vino da oltre tre secoli. Un’eredità viva, che oggi trova nuova energia nelle generazioni più giovani, capaci di innovare e omaggiare la terra. È proprio questa tensione tra passato e futuro a prendere forma nell’identità di “Capre”.

Capré Spumante Metodo Classico Tenuta Le Lune del Vesuvio

L’etichetta Caprè: simbolo di origine e rinascita

Particolare cura è stata riservata anche all’etichetta di “Caprè”, come spiegato dalla grafica Annalisa Fusco che ne ha curato la veste. Il Vesuvio campeggia come elemento centrale e fondante, poi la luna affiancata da un ouroboros, l’antico simbolo del serpente che si morde la coda, a rappresentare il ritorno alle origini e la ciclicità della vita, ma anche una nuova linfa generazionale, che è l’identità visiva della Tenuta Le Lune del Vesuvio. Un design che sintetizza perfettamente l’idea iniziale del vino della famiglia Forno: memoria, territorio e rinascita.

Capré Spumante Metodo Classico Tenuta Le Lune del Vesuvio

Un progetto che fa bene al Vesuvio

“Caprè è un territorio che si rinnova”, come sottolineato da Ernesto La Matta, delegato A.I.S. Paesi Vesuviani, che ha guidato la degustazione tecnica. Una scommessa riuscita, che porta alla luce ancora una volta il potenziale dell’uva Caprettone e lo colloca tra le espressioni più interessanti della spumantistica campana. Il profilo aromatico è ampio e fine, con richiami floreali e fruttati che anticipano un sorso vibrante, snello, essenziale, con un finale pulito e marino, evidenziati dal perlage. Uno Spumante Metodo Classico profondo e teso, ma anche affabile e gastronomico.

Degustazione in abbinamento alla pizza fritta della Pizzeria Varnelli di Pompei

Varnelli Francesco

A concludere la presentazione e la degustazione, l’abbinamento con la pizza fritta della Pizzeria Varnelli, in un perfetto equilibrio di croccantezza dell’impasto fritto e le bollicine fresche del Caprè Metodo Classico, in un dialogo tra tradizione popolare e nuove visioni produttive.

Pizza fritta Varnelli

Pizza fritta Varnelli



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