Casa Caterina: i vini del ribelle Aurelio del Bono a Il Posto


Il patron, i Del Bono e i vignaioli di Pieve de Pitti e L'Altradonna

Il patron, i Del Bono e i vignaioli di Pieve de Pitti e L’Altradonna

di Marco Bellentani

Il Posto (Pietrasanta – LU). Un locale che nasce per trasformare l’ambiente circostante in qualcosa che si riferisce sempre e comunque all’arte. Dalle frequentazioni della Piccola Atene, come viene definita la cittadina versiliese, alle opere esposte fino, non ultimo, a serate come quella che il patron Simone Andreano ha dedicato a Casa Caterina (30 novembre). Cibo e vino per palati eletti. L’occasione è ghiotta per approfondire il tema sull’azienda di Monticelli Brusati (BS) proprio grazie alla presenza dei fratelli Del Bono, Aurelio – genio del vino naturale – ed Emilio – espressione verace di un modo di essere vignaiolo e cultore della propria, amata, espressione territoriale.

Discussioni di vino con Simone Andreano

Discussioni di vino con Simone Andreano

Casa Caterina propone vini leggendari, biodinamici di nome e di fatto. Risultato perfetto dell’unione tra terra e cielo in quel meandro bresciano. Fece scalpore la decisione di Aurelio di uscire dal disciplinare Franciacorta per produrre i vini che piacevano a lui e sperimentare tipologie non ammesse. Adesso, le strade sono divise, lontane, e Casa Caterina raccoglie i frutti di una scelta controcorrente, limpida. 12 ettari ad alta intensità, ma a bassissima resa per pianta: uno dei segreti dell’azienda che porta il nome della madre di questi baldi fratelli.

Aurelio prepara i vini della serata

Aurelio prepara i vini della serata

“L’avventura è iniziata nel 1984.” – ci confida Emilio, addentando il primo felice abbinamento della serata, la Fettunta di pane brutto con crema al salmone, erbe e uova di pesce- “Già nostro padre, da anni, smerciava vini ancestrali, schietti, diversi dal gusto comune, ma è davvero dal momento in cui Aurelio torna dalla Francia, innamorato di lavorazioni eccelse che cambia la nostra storia. Nel 94-95 abbandoniamo il disciplinare perché troppo lontano dalla nostra idea di fare vino. L’ovvio declassamento iniziale ci ha portato almeno fino al 2002 a vivere anni difficili. La gente rimaneva impressionata ma non capiva.”

Brindisi dorati

Brindisi dorati

In tavola si serve (dei vini parleremo alla fine,ndr), il piatto della serata, la Mazzancolla cruda con guanciale caramellato, guacamole e salsa ravigote, davvero squisito, quando interviene Aurelio: “La vigna è musica, va ascoltata e accordata. Gaina, Colombaia e Persaga sono zone vocate per i vini che devono comunque e sempre avere il tratto di dove li si fa. Inutile fare vino diversamente, falsificando la propria resa.”

Mazzancolla cruda con guanciale caramellato, guacamole e salsa ravigote

Mazzancolla cruda con guanciale caramellato, guacamole e salsa ravigote

Qual è, dunque il segreto della longevità e della luce dei vini di Casa Caterina? Naturali ma di grande finezza, biodinamici ma persistenti nel tempo.

Emilio: “Il vino deve avere il sapore della propria terra e ce la devi sentire dentro. La potatura, poi, è l’attività più importante e cruciale per trasformare un grappolo in una bottiglia. Mai cambiare il senso della tipologia. No totale al diserbo. Noi ci abbiamo messo 30 anni a fare vino naturale. Ora sembra di modo e lo fanno tutti. Ma il vino naturale non è quello torbo.”

Aurelio: “Il vino naturale è il vignaiolo stesso. La sua idea e la cura ad ogni minimo dettaglio. Fondamentale è la vinificazione separata delle diverse tipologie poi utilizzate per il prodotto finale. Se in un vino metto 73% di Pinot Grigio e 27 di Pinot Bianco è perché 75 e 25 non avrebbero lo stesso equilibrio. Per quanto concerne l’uso di basse solforose (non aggiunte), è una scelta naturale. Non è la solforosa che protegge il vino. Il vino deve maturare nella tua cantina, nella tua terra. Non avrà timore del tempo, anzi. E’ il suo segreto.”

I Fratelli del Bono con Simone Andreano

I Fratelli del Bono con Simone Andreano

Parole, fatti concreti di gente che ha preferito mettere a dimora le proprie bottiglie piuttosto che farsi dominare dal demone della vendita. Intanto, lo staff de Il Posto servono piatti che riflettono lo stile del locale: Risotto seppia, moscardini, pachino giallo cotto nel brodo di cicale – Baccalà al forno , fagioli e confettura di cipolla. Eleganza, un tocco di “vecchio stile” tradizionale, calibrazione: le regole che Simone Andreano propugna con successo da anni.

I vini

Cuvee 36 Brut Rosé 2011 (Pinot Nero 75%. Pinot Meunier 25%). Un rosé che mantiene controllata quell’entrata leggermente amarognola che fugge repentina lasciando spazio alla finezza della bollicina e ad una mineralità spiccata, frutto del suolo calcareo di Casa Caterina. Miglior inizio non si poteva sperare. Eccelso.

Brut Reserve 2004 (Pinot noir 93℅ – Chardonnay 7℅). Ci troviamo di fronte ad un vino complesso, non facile, inadatto al palato inesperto. “Violento” è infatti il naso, dove tutta la terrosità di cui parlavano i Del Bono viene improvvisa e compatta a spiazzare. 13 di forza pura. La sorpresa arriva al palato perché il vino si presenta fine, con ossidazione controllatissima, appena accennata. Avvicinarsi con cautela e poi…abbandonarsi. Gli schemi saltano completamente, Aurelio gioca con la sua idea e ci regala un vino senza compromessi.

Brut Reserve 2004

Brut Reserve 2004

Emilio e il Brut Reserve 2004

Emilio e il Brut Reserve 2004

Le Vieux de La Maison, Brut 2002 (Pinot Grigio 73%, Pinot Bianco 27%). Un colore che ti fa innamorare e presagire la forza lucente di questo piccolo capolavoro. Le due bacche si esprimono in perfetto equilibrio, ancora una volta si apre un fascio luminoso per un vino di pura luce, energia, mineralità elegante mentre il fieno della cascina riempe le narici.

Le Viex de la maison 2002

Le Viex de la maison 2002

Un bicchiere di Le Vieux de la Maison

Un bicchiere di Le Vieux de la Maison

Autoctono 08 (Invernenga 100%). Vitigno bresciano che rischiò l’estinzione. Il suo nome deriva dall’abitudine delle famiglie bresciane di conservare in inverno l’uva e farla appassire nei solai, potendola così mangiare durante le festività natalizie. Una bacca spessa i cui 3 anni di cemento giovano magicamente. Un vino che costa sui 15 euro e sa di Alsazia al naso e travolge, ancora una volta, con uno stupendo palato. Dalle grammature calcaree alla lucente acidità, passando per un corpo suadente, persistente, addentabile. Vino straordinario.

Sec Demy 2001 – Magnum (Pinot Nero 100%). Un’onda cremosa invade il palato, bollicina d’autore. 10 anni sui lieviti. Vibrante, ricco e sospinto da una nota cedrina. I fratelli Del Bono ci salutano così: davvero non confrontabile alla miriade di riproduzioni di Pinot Noir che stanno inflazionando la Franciacorta. Siamo in un piccolo eden, tagliato e ritagliato a mano.

Casa Caterina è un patrimonio enologico di primo ordine, per i vini naturali e biodinamici ma non solo, per l’idea di un vino che rifugge il facile assoggettamento al mercato, bensì domina la sua nicchia. Splendente anche l’abbinamento offerto da Simone Andreano de Il Posto, ristorante pietrasantino che, se passate di la, vi consigliamo sia per la scelta gastronomica che enologica.

 

Casa Caterina
Via Foina 32
25040 Monticelli Brusati (BS)
+32 84 78 17 01

Il ristorante:
Il Posto Wine & Food
Piazza Carducci 12 – Pietrasanta – 55044 – Lucca
0584791416