Castel Campagnano, la grande notte di San Lorenzo: il report


di Michela Guadagno

Manuela Piancastelli (Terre del Principe) e Antonio Buono (Fattoria Selvanova) (Foto di Michela Guadagno)

Notte di stelle che cadono, la leggenda vuole che siano le lacrime del martirio di San Lorenzo ad esaudire i desideri dei comuni mortali che il 10 agosto col naso in su affidano alle luci del cielo la propria buona sorte.
A Castel Campagnano, sulle colline caiatine che già di norma offrono uno spettacolo lunare al calar delle tenebre, Terre del Principe e Fattoria Selvanova, due aziende unite organizzano stasera per Calici di Stelle l’evento astro-enogastronomico legato al Movimento Turismo del Vino. S’inizia con Manuela Piancastelli ed Antonio Buono che introducono i loro due vini da pallagrello bianco dal nome simile, Fontanavigna e Acquavigna, un nobile esempio di come due aziende vicine sappiano mettere a confronto avvicinando le proprie produzioni territoriali.
Più tardi si passerà a Fattoria Selvanova per l’osservazione astronomica della volta celeste a cura dell’Associazione Cieli Sereni, intanto Manuela ci accompagna in vigna ed in cantina, ed illustra la storia che la vede protagonista affianco al suo Principe Peppe Mancini sulla riscoperta di queste uve, appartenenti alla Vigna del Ventaglio di Borbonica memoria. O meglio ancora sarebbe dire la scoperta, di Pallagrello bianco e nero, Casavecchia, le due varietà che i “Principi” di Castel Campagnano hanno studiato, registrato, lavorato, sperimentato e poi infine portato a produzione. La terra è custodita in una teca in cantina, strati di argille e sabbie che spiegano la mineralità presente in questo territorio e in questi vini.
Si è fatta l’ora di sederci alla lunga tavolata sotto la pergola di uva fragola, i piatti preparati da Maurizio Piancastelli, chef di casa, portano in tavola la maestria di un monsù d’altri tempi: piccoli gateau di patate, sformato di peperoni e ricotta, polpettine in agrodolce, ricottine con marmellata di limoni fatta in casa, salame e salsiccia secca di maiale nero casertano insaccato e stagionato da Manuela, panzanella con i pomodori dell’orto, marmellata di cipolle.

Aspettando la mezzanotte a Terre del Principe

A seguire riso e farro in pesto di erbe aromatiche e scaglie di formaggio affinato a Terre del Principe, piatto costruito appositamente per la degustazione del pallagrello bianco Le Serole fermentato in barrique, un abbinamento dove i profumi e il gusto concordano e contrastano in armonica contrapposizione.
E poi pasta con le zucchine dell’orto e caciocavallo di bufala cotto in forno a legna per il blend di casavecchia e pallagrello nero che si sposano nel Castello delle Femmine, prosciutto di maiale nero casertano cotto nel miele in forno a lenta cottura e peperoncini verdi ed erba porcellana. Qui entra il casavecchia Centomoggia ’03, il primo rosso vinificato dal naso amarascato e terziario evoluto di tabacco, cioccolato, caffè, nota ematica, si sprigionano ancora erbe balsamiche, il tannino è setoso, la bocca è piena, ritorna la polpa di marasca, buona ancora l’acidità, vuoi vedere che questa annata tanto vituperata per la calura estiva, a distanza si rivela grandiosa, e migliora nelle aspettative?
Il tempo, si sa, è galantuomo, e anche tiranno, il dessert di ricotta e perle di cioccolato al mosto cotto di pallagrello nero fa presto a sparire: è venuta a prenderci Margherita Rizzuto con un trenino trainato dal trattore per il finale di serata a rimirar le stelle a Fattoria Selvanova.

Margherita Rizzuto (Fattoria Selvanova)

Tra bagliori di stelline artificiali e una luna al planetario a forma di palla da rugby con i crateri, la degustazione dei rossi Silicata da aglianico e cabernet sauvignon, di Castello delle Femmine, e voluto da Nicola Sorbo di Slow Food Volturno, Nebbiolo delle Langhe dei Poderi Luigi Einaudi, con l’eleganza e la potenza che vanno a braccetto; di stelle cadenti nemmeno una, ma più che stelle, un faro che illumini la via.