Cerasuolo di Vittoria Valle dell’Acate 2010-1996, viaggio nel tempo al Daniel di Milano


i campioni della degustazione

Monovitigno o doc di territorio? Il dibattito è aperto ma una cosa è sicura, le seconde non sono esportabili come ben sanno i francesi mentre le uve sono sempre in viaggio da quando l’uomo ha imparato a coltivarle. Al Cerasuolo di Vittoria il riconoscimento docg ha fatto bene, ma soprattutto gli ha giovato essere stato guardato dall’alto in basso nei “fantastici” anni ’90 quando il rosso doveva somigliare a un tortino al cioccolato con rimandi di vaniglia, compresa la consistenza.

Gaetana Iacono con Gaetana Jacono

Così alcuni grandi uve del Sud, notoriamente scorbutiche e difficili da lavorare, hanno fatto la fine degli indiani nel circo di Buffalo Bill: piallate da legni inverosimili e tagliate con merlot e cabernet erano talmente irriconoscibili da affidare le loro possibilità di successo solo ad un abile marchio. Purtroppo è accaduto al Nero d’Avola che solo negli ultimi anni si sta riprendendo grazie anche alla nuova cifra imposta ai rossi dai produttori dell’Etna.

Cerasuolo di Vittoria Valle dell’Acate

Ecco perchè la degustazione di Cerasuolo di Vittoria di Valle dell’Acate organizzata da Gaetana Jacono al Daniel di Milano è stata molto interessante. Prendere quel vino per mano dagli anni ’90 per capire su cosa aveva ragionato il produttore e come intende porsi nell’immediato futuro. La risposta è che ci si trova di fronte ad un vino economico, moderno, beverino ma non banale, soprattutto salato e fresco, dunque molto utile a tavola. Un vino operaio senza grilli per la testa che forse non ispirerà i poeti del 2.0 ma che fa camminare i piatti che escono dalle cucine e dai wine bar.

I sette vini delle sette terre

1996
Fifty fifty Nero d’Avola e Frappato, è un bel vino tranquillizzante e confortevole.  Sicuramente lontano dai modelli dominanti all’epoca in Sicilia e in Italia. Molto sottile e lungo, leggermente tannico, con un filo di ossidazione suadente, note di cuoio e di terziarizzazione tipiche dei rossi di lungo corso. Naturalmente se lo confrontiamo con altri rossi del Sud, tipo Aglianico, Gaglioppo, Nerello e Negroamaro, capiamo anche che ha resistito bene ma che l’invecchiamento molto lungo non è la sua vocazione.
Voto 87

Frappato Valle dell’Acate

2000
Venitemi in soccorso ma io non ricordo grandi 200o in Italia. Annata calda, con i rossi sempre molto contratti, incapaci di distendersi con l’aiuto del tempo. Un muscolo che si gonfia in continuazione senza mai essere utilizzato per sollevare i pesi. Anche questo rosso non fa eccezione, per me è stato il più deludente della batteria. I due vitigni stanno 60 a 40 a favore del Nero.
Voto 83

un momento della degustazione

2006
In questo caso la percentuale arriva 70 a 30. Il millesimo, come spesso accade, mi è davvero piaciuto molto: elegante, fresco, sottile. L’ho trovato perfettamente in forma, agile, con un sottofondo fruttato che sostiene note terrose. Sapido, lungo, persistente.
Voto 89

2007
L’annata calda si fa sentire attraverso una frutta al limite della maturazione ma non surmatura. Spicca dunque la nota di ciliegia e, come spesso accade per i rossi di questa annata, resta dominante determinando una gestione monocorde al naso. Al palato non si sconta alcuna sensazione dolce, come in tutti e sei i campioni, ed è decisamente più interessante e complesso. Un vino nel pieno della sua maturità.
Voto 88

i vini

2009
Annata piovosa, il Cerasuolo è al tempo stesso beverino ma di buona struttura grazie alla sapidità e alla incredibile acidità che gli conferisce una energia praticamente inesauribile. Un rosso dissetante persino, da poter servire anche fresco grazie a tannini molto ben risolti, presenti ma non invasivi.
Voto 90

2010
Sono passati quattro anni, ma il vino è ancora giovane e inespresso. Prevalgono le note fruttate, la trama enologica  però la stessa del precedente e sicuramente sapraà regalare molte soddisfazioni. Va solo atteso almeno un altro annetto in bottiglia prima di iniziare a stappare senza rimpianti.
Voto 89

Alessandro Franceschini e Massimo Zanichelli

I vigneti si trovano sull’altipiano Bidini Soprano e la struttura dei terreni è composta da sabbie rosse chiaro e scuro di medio impasto con una buona profondità. Quelli che si trovano sulla terra di colore rosso scuro producono il nero d’avola mentre quelli situati sui terreni di colore rosso chiaro il frappato.

Valle dell’Acate
Contrada Bidini
Tel. 0932.874166
www.valledellacate.it
Ettari di proprietà: 100
Bottiglie prodotte: 450.000