Cerignola, Borgo e Libertà


Le Cantine de La Manna

Borgo e Libertà: le radici e la voglia di crescere senza gli antichi vincoli del latifondo. Siamo in agro di Cerignola, in provincia di Foggia, nel luogo scelto dai Cavalieri teutonici per innalzare la Torre Alemanna. La storica cooperativa agricola nata dalle ceneri di un’antica cantina sociale si presenta al mercato con nuovi prodotti e una struttura rinnovata con la Cantina de La Manna. Lo scopo è lo stesso, liberare i contadini dal giogo dei mercanti di uve, l’obiettivo è nuovo: coltivare un prodotto di qualità capace di far parlare nel bicchiere un territorio affascinante e ancora sconosciuto: il Tavoliere tra il Gargano e i castelli federiciani. Un’azienda vera, completa, poliedrica, grazie alla sua storia. Dopo vent’anni di oblio torna in auge la perla della Capitanata, il Cerignola Doc uno dei vini che vedono protagonista il possente Nero di Troia e che da tempo non trovava più spazio nella produzione locale. Le Cantine de la Manna presentano così il Rosso Cerignola doc vendemmia 2004, ottenuto da un vigneto di 1 ettaro in agro di Cerignola. In cantina si sta già lavorando alla vendemmia 2005 che nasce da 3 ettari acquistati successivamente. Per il futuro sono a dimora, in agro di Cerignola, Stornara e Stornarella 17 ettari di nuovi impianti. Rinascita culturale ed enologica, un perpetuo divenire che rende onore al territorio e ai suoi coraggiosi promotori.

La scheda tecnica
Vitigno: Uva di Troia, Negroamaro e Malbech nelle proporzioni previste dal disciplinare di produzione.
Zona di produzione: Vigneti ubicati in zona collinare dell’agro di Cerignola ad una altitudine di 250 metri s.l.m.
Geologia: Terreno leggermente argilloso misto a sabbia e ghiaia d’arenaria.
Vinificazione: Vendemmia manuale in cassette, selezione estremamente attenta ed accurata dei grappoli, diraspamento delle uve, fermentazione per 12 giorni a temperatura di 25/28°C in serbatoi di acciaio inox.
Affinamento di 4 mesi in barriques.
Colore: Rosso rubino intenso che con l’invecchiamento assume riflessi granati.
Profumo: Intenso e vinoso, con sentori di frutti rossi e spezie.
Sapore: Austero, morbido, giustamente tannico e vellutato, di grande stoffa al palato.
Alcole: 13% volume.
Abbinamento: ideale l’abbinamento con carni alla griglia o arrosto, con selvaggina e formaggi stagionati.
Servizio: il bicchiere consigliato è ampio e capiente.
Temperatura di servizio: 18 – 20°C.

La Cooperativa
La Cooperativa nasce nel 1954, per iniziativa dell’ente Riforma e successivamente Ente di sviluppo per agevolare la commercializzazione dei prodotti. Nel 1977 la struttura, una delle 102 del Foggiano, diventò autonoma, con un nuovo consiglio di amministrazione, sino ad arrivare agli anni Ottanta con 600-700 milioni di investimento realizzato solo con i soldi dei soci che credevano nell’impresa. Le attuali strutture sono costituite da impianti di stoccaggio e sementi. È da questo momento che si preparano le basi per il successo futuro con un costante aumento del lavoro e l’apertura a nuovi settori di attività quali l’ortofrutticolo ed il cerealicolo; notevoli anche i servizi per l’approvvigionamento dei mezzi tecnici per gli agricoltori. In particolare, nel decennio 1976-1986 si giunge a progettare e quindi a realizzare un grosso impianto di stoccaggio dei cereali con un sementificio per la produzione di sementi elette, cioè di grano da seme. Dal 1996 l’ulteriore salto di qualità con il vino.

Il territorio
Torre Alemanna è un’antica costruzione medioevale che risale a Federico II. Il territorio circostante ha seguito le vicende del Tavoliere di Puglia con l’ordinamento della Regia Dogana delle pecore disposto da Alfonso I d’Aragona nel 1443 e durato fino all’epoca dell’affrancamento. Naturalmente a seguito di tale ordinamento si ebbe un notevole incremento della pastorizia, ma con lo sviluppo demografico della regione l’agricoltura cominciò a invadere i pascoli del fisco e a contendere i terreni alla pastorizia. Nel 1536 le popolazioni supplicarono Carlo V per la libertà di sviluppo dell’agricoltura, ma senza alcun risultato. Nell’ultimo scorcio del ‘700, con l’affermazione delle nuove idee, diveniva intollerabile un’istituzione in cui erano calpestati gli interessi dei sudditi e la ricchezza nazionale era sacrificata al maggior vantaggio del fisco. Da allora la questione del Tavoliere diventò una delle più vive e delle più discusse. Nel 1782 fu decisa finalmente la censuazione del Tavoliere che fu effettuata poi da Giuseppe Bonaparte. Con la legge del 21 maggio 1806 fu abolita la dogana sulla “mena delle pecore” e le terre del Tavoliere restarono censuate per sempre ai coloni. Tornati i Borbone a Napoli, vari armentari abruzzesi e pugliesi chiesero che fossero modificate le leggi del governo francese e fu così emanata la legge 13 gennaio 1817. Nel 1824 il Principe ereditario Francesco visitò la Capitanata e si rese conto delle tristi condizioni della zona. Nel 1830 il Ministro delle Finanze D’Andrea interpellò le persone più competenti sulla questione del Tavoliere circa l’opportunità di togliere il divieto di dissodare e permettere ai censuari di affrancare i canoni. Nel 1831 Ferdinando Il compì un viaggio ufficiale in Puglia e si interessò vivamente della questione del Tavoliere. Parecchi anni dopo l’intendente di Capitanata Lotti presentò i progetti di due colonie agrarie: una a Torre Alemanna; l’altra alla Posta di 8. Cassano, per migliorare la distribuzione delle popolazioni, per l’incremento dell’agricoltura e per ragioni di sicurezza e di ordine sociale.
Nel 1839 il Re approvò ed ordinò che si eseguisse il progetto per la fondazione della colonia di 5. Cassano che il 12 luglio1848 fu elevata a comune di S. Ferdinando; dopo oltre un secolo, ad opera della Riforma, Torre Alemanna ha dato vita a Borgo Libertà. Con la legge 26 febbraio 1865 furono sciolti tutti i vincoli e si consolidò il Dominio diretto. Così Giovanni Aquileccchia acquistò Torre Alemanna dall’intendente di Finanza di Foggia e la lasciò in eredità a sua figlia Annunziata, sposa di Ferdinando Aiossa, marchese di Calabria. La proprietà passò successivamente a Giovanni Aiossa, erede di Francesco ed Annunziata Aquilecchia. Giovanni Aiossa la trasmise nel 1924 alla figlia Maria, vedova di Luigi Pignatelli della Leonessa, principe di Monterodun. Nel 1951, per esproprio, la proprietà di Torre Alemanna passò alla Sezione Speciale per la Riforma Fondiaria in Puglia, Lucania e Molise, per compiervi le opere di trasformazione necessarie per il nuovo insediamento contadino. Nel 1951 la zona di Torre Alemanna era costituita dal 71% dei terreni a seminativo nudo, dal 22% a pascolo e cioè dal 93% ad ordinamento estensivo.
Il Borgo, inaugurato l’8 dicembre 1956, comprende la Delegazione Comunale, la Chiesa, la Caserma dei Carabinieri, l’Ufficio Postale e Telefonico, le Scuole, l’asilo, l’istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura, la cantina sociale in costruzione, l’ambulatorio con bagni pubblici, le botteghe artigiane, la locanda, la trattoria, gli alloggi ed il cinema. La borgata sorta a metà strada tra i centri urbani di Cerignola ed Ascoli Satriano riempie un vuoto preesistente che si estendeva per oltre 30 chilometri e per una superficie a coltura estensiva di circa 15.000 ettari.

Gli altri vini
Degna di nota la linea TURRIS Igt Daunia. In grado di distinguersi per l’ottimo rapporto qualità-prezzo, prevede le seguenti etichette
Rossi: Teutonico – Nero di Troia; Primitivo; Rosso – Nero di Troia e Negroamaro; Cabernet Sauvignon; Merlot.
Bianchi: Greco; Chardonnay.
Rosato da Bombino nero e Nero di Troia.
Via Montanara, 1. Cerignola (Fg)
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