Cinque modi per riconoscere un ispettore Michelin


Ispettore Michelin

Ispettore Michelin

Inutile negarlo! La figura dell’ispettore Michelin ci ha sempre affascinato, al punto da fare un libretto in omaggio con la raccolta di tutti gli episodi letterari scritti da Fabrizio Scarpato a cui Enzo Vizzari ha fatto una prefazione.

Ma in realtà, sono davvero così anonimi questi ispettori?
Formalmente sì, ma basta un po’ di esperienza per riconoscerne subito uno nel vostro locale.

1-In primo luogo è sempre da solo. Prenota anche per due e poi dice che c’è stato un impedimento. Se dunque in uno stellato c’è una sola persona seduta a un tavolo, magari anche di sabato sera, puntate tutto sul fatto che si tratti di uno della Rossa. Si tratta di persona di mezza età, mai eccentrica nel vestire, insomma un po’ come un impiegato dell’Esattoria, con accento nordico.

2-La psicologia dell’ispettore Michelin, come ci spiega bene Fabrizio Scarpato, è un po’ in difficoltà in questi ultimi tempi nei quali il potere si manifesta democraticamente in tutta la sua banalità con post su facebook e su tweet. L’idea gesuitica-massonica che il vero potere non si debba mai manifestare è fuori tempo ed è difficile esercitarlo resistendo alla tentazione di esibirlo. Dunque il tono dell’ordine sarà perentorio, le domande saranno ficcanti, stile Guardia di Finanza, il tono serioso, per verificare sino a quando la sala capisce quello che esce dalla cucina. E guai a sbagliare. Per cui, se non siete sicuri della vostra sala, portate direttamente voi i piatti al vostro ispettore.

L'Ispettore Michelin di Fabrizio Scarpato

L’Ispettore Michelin di Fabrizio Scarpato

3-Sceglierà sempre due piatti facendo magari un inserimento sul dessert che può anche essere alternato tra dolce e formaggio. La scelta sarà indirizzata ai piatti basici perché l’ispettore Michelin non ama la cucina d’avanguardia e tende a identificarsi con il cliente medio. Da bere prende sempre un vino non costoso o, meglio, un servizio al calice se disponibile e averlo è sicuramente un plus ai suoi occhi di routinier.

4-L’ispettore Michelin visita i ristoranti con lo stesso entusiasmo di un dentista al suo ventesimo appuntamento del venerdì pomeriggio. Inutile fare moine e  proporgli vostre creazione una volta che lo avete riconosciuto, avrete solo l’effetto di irritarlo. Il nuovo direttore della Michelin, Sergio Lovrinovich, ha dichiarato in una intervista a Isabella Fantigrossi del Corriere della Sera: «Gli aspetti negativi di questa vita? La costante lontananza da casa e il fatto di viaggiare sempre in solitario. Per questo bisogna fare questo lavoro solo se c’è la passione e la disponibilità a muoversi tanto, anche per lunghi periodi, fine settimana compresi, quasi sempre soli».

5-Ormai alla fine della visita, dopo aver pagato, l’ispettore si manifesta con parole incoraggianti e complimenti. Gli basta il palcoscenico costituito da un solo spettatore, il cuoco. Ma in cuor suo ha già preso la decisione, cercate solo di mostrare meraviglia quando rivela la sua identità e non fate capire che lo avete riconosciuto: il suo ego vi sarà grato e vi compenserà:-)

3 Commenti

  1. No, infatti, nessuna notizia, ma non è neppure una cazzata, perché tutto quanto scritto è assai condivisibile, salvo qui : “il tono dell’ordine sarà perentorio, le domande saranno ficcanti, stile Guardia di Finanza” . E no, lo stile gdf è un po’ diverso, e comunque si tutela anche dalla furbizia di alcuni ristoratori, quelli che mandano il ragazzo di cucina a visionare il parcheggio alla ricerca di indizi … e si, perchè il look da tramviere in pausa pranzo può ancora essere un valido stereotipo, però L’Inspecteur se met a table non dopo aver parcheggiato la Peugeot gommata Michelin e con i sedili coperti da cartine e guide rosse e verdi di Normandia e Bretagna, ma bensì arriverà più probabilmente a bordo di un’utilitaria giapponese gommata Bridgestone e spargerà sui sedili almeno tre edizioni della Guida de L’Espresso. Depistaggio che potrebbe portare a risultati perfino più concreti.

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