Coda di Volpe 2009 Irpinia doc Perillo |Voto 83/100


Vista 5/5. Naso 22/30. Palato 23/30. Non Omologazione 33/35

Ci sono bicchieri cordiali e sinceri che riportano all’uso alimentare del vino. Si tratta spesso di etichette poco conosciute, da scartabbellare nelle pieghe della guide se avete un po’ di pazienza, o da centrare con una buona ricerca su Google.


La Coda di Volpe di Michele Perillo, bravissimo artigiano del Taurasi in quel di Castelfranci, ossia sul versante più alto della docg rossa più importante del Sud, risponde a questo requisito. Lo beviamo sulle paste con gli ortaggi estivi, anche su pesci abbastanza strutturati perché i bianchi irpini non si intimidiscono davanti a niente.
Lo scegliamo per la nostra estate soprattutto per la sua serietà. Sì, avete letto bene. È un bianco serio perché Michele ha continuato a farlo nonostante il mercato non lo recepisca con faciltà preferendogli la Falanghina.

Siamo dunque in presenza di una delle rarissime aziende irpine che non spacciano uva dal vicino Sannio per entrare in ristoranti con più faciltà. Un motivo più che sufficiente per farlo entrare nell’Olimpo dei nostri preferito.
Ma non basta. Si tratta anche di un bianco commercializzato un anno dopo la vendemmia. Michele fa con la Coda di Volpe, che ne avrebbe meno bisogno, la cosa che tutti dovrebbero con il Fiano e il Greco: aspettare, dare modo ai mesi di far integrare bene l’acidità con il corpo. Un momento indispensabile per evitare di bere bicchiere alla fine molto simili o marcati dalla sola freschezza come elemento caratterizzante.
Troverete dunque in giro la 2009 e solo se siete caproni penserete che sia vecchia. È invece un bicchiere nel pieno del suo fulgore, dai profumi cedrati e ancora floreali, la bocca segnata da freschezza e anche buon corpo. Un bianco da bere in compagnia, non potrà mai essere più di un piccolo grande vino. Una chiave per poter entrare nell’anima della gentile e non strillata viticoltura irpina, dedicata a chi sa aspettare: i vini e gli uomini. Ma soprattutto il cibo.

CASTELFRANCI
Contrada Valle, 19
Tel.0827.72252
Ettari: 4 di proprietà
Bottiglie prodotte: 15.000
Enologo: Carmine Valentino
Vitigni: aglianico e coda di volpe

2 Commenti

  1. Solo 10 giorni fa ho bevuto una 2008. Un grandissimo bianco che farebbe arrossire tanti greco e tanti fiano di aziende più blasonate. E’ un vino da “emozione,” Concordo tutto quanto scritto sul vino e su Michele Perillo, un “grande”. Sicuramente tra i primi 5, per qualità ed onestà, nella provincia di Avellino.

  2. alcuni bianchi, certe volte, al primo ingresso in bocca danno proprio la sensazione d’un tuffo: è bello quando senti che l’angolo di entrata è ortogonale, senza schizzi, né scarso né abbondante

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