Come difendere la stella Michelin dopo che lo chef ti ha abbandonato


Sei deluso e amareggiato: hai investito nella nuova cucina, assunto tutta la brigata che il tuo chef ti ha chiesto di assumere, comprato i costosissimi prodotti a catalogo per produrre i piatti più istagrammabili possibili. Sei stato perculato dai tuoi amici e dai colleghi che hanno i ristoranti pieni che ti hanno detto che dopo aver mangiato da te andavano a farsi una pizza. E, se hai un albergo, hai pure rinnovato le camere, gli ingressi, le sale, la grafica, accedendo ad un finanziamento in banca.
Però la stella era arrivata alla fine, nonostante lo chef ti avesse fatto ridurre il tuo locale da 40 a 8 posti (di cui due ospiti dello chef, fra giornalisti, sedicenti giornalisti, influencer, para influencer, presunti amici di ispettori Michelin e presunti votanti di 50 Best restaurant) per poter fare una esperienza completa di otto ore e 15 minuti. Chiuso il lunedi e il martedì, aperto solo la sera.
Gli avevi detto anche si a nuovi cuochi in cucina mentre ti affannavi a mantenere la sala che dopo un po’ ti abbandonava irrimediabilmente per incompatibilità caratteriale con lo chef che bullizzava tutti dopo aver visto Gordon Ramsay in tv.
Pensavi che con l’arrivo della stella tutto fosse finalmente risolto, a parte una successiva richiesta di aumento e la proposta di cambiare hotellerie e rifare la sala con un architetto di grido per puntare alla seconda e poi alla terza e l’ufficio stampa milanese da 80mila euro l’anno per fare lobbing in altre classifiche internazionali.
Poi, improvvisamente, poco prima dell’uscita della rossa, ti svegli, accendi il telefonino e su wa leggi un messaggio agghiacciante: “vado via con tutto lo staff, con te non riesco ad esprimermi”.

Panico totale, e adesso?

Tranquillo, respira profondamente e decidi il da farsi: aspettare serenamente il giorno in cui il Signore decide di farti chiudere e cambiare attività o accelerare tutto suicidandoti commercialmente?

So già che sceglierai la seconda. Primo perchè sai che lo chef ha già scritto alla Michelin riempendoti di merda perchè il 90% delle volte il rapporto risolto consensualmente nel comunicato stampo si trasforma in una vera e propria Guerra dei Roses in salsa gastronoica dietro le quinte. Lui ti dovrà dimostrare che senza di lui perdi la stella e dirà alla direzione della Michelin che la proprietà non gli garantiva di crescere professionalmente con i suoi nuovi indimenticabili piatti chiedendo di cucinare tortellini, risotto allo zafferano e spaghetti al pomodoro facendo magari la spesa alla Metro.
Tu hai investito un barca di soldi e a tua volta dovrai dimostrare che la stella è al ristorante, è tua come dice la guida, ormai sei come un kamikaze giapponese che punta la nave Arizona attraccata a Pearl Harbor.

Ecco allora cosa dovrai fare.
Prendete carta e penna (pardon, scusate sono boomer, volevo dire accendere il pc) e scrivete così il più rapidamente possibile prima che la cosa appaia sui siti gastronomici o che lo chef  lo pubblichi sul suo profilo Istragram che curava ogni sera in orario di servizio e la Michelin lo venga a sapere da li. “Gentile direttore e gentile redazione, il percorso con il nostro chef si è concluso dopo aver raggiunto risultati impportanti anche e soprattutto grazie alla vostra attenzione. Nel ringraziare lo chef per il lavoro svolto, ci teniamo a comunicarvi che il nostro progetto che punta sulla qualità va avanti nonostante la contingenza economica difficile. A breve vi comunicheremo il nome del nuovo chef”.
Poi chiederai al tuo ufficio stampa, in realtà quello dell’ex chef che gli pagavi, di essere almeno una volta utile diramando un comunicato di tal fatta: “Il nostro locale e lo chef dopo aver realizzato un entusiasmante percorso in comune annunciano che le nostre strade si dividono. Allo chef auguriamo ogni bene e di proseguire nella sua luminosa carriera ringraziandolo per il lavoro svolto. Noi nel frattempo ci prendiamo una pausa per la ristrutturazione dei locali già programmata da tempo per tornar tornare al più presto con il nostro progetto di ristorazione”.
Fatte queste due mosse nel più breve tempo possibile, vi metterete alla ricerca del nuovo chef. Il corso attuale Michelin, almeno a sensazione, premia più la solidità delle proprietà che gli chef in quanto tali, tolti ovviamente alcuni grandi nomi che qui è inutile citare, tanto più se siete in una località turistica e tanto più se avete un albergo.
Per cui la riconferma è certa.
Tranquilli.