Degustazione dei vini di Mario Mazzitelli all’azienda La Morella di Battipaglia


una delle sale della Morella dove si è svolta la degustazione

di Enrico Malgi

Ebbene sì, ci siamo proprio divertiti sabato scorso 19 gennaio all’Azienda Agricola La Morella di Battipaglia, ospiti del simpatico enfant du pays Fabio Miletto Granozio. A parte il resoconto della giornata, di cui ho già tracciato a parte il profilo, bisogna sottolineare la bontà dei cinque vini assaggiati, che hanno intrattenuto in ottima compagnia tutto il pranzo, come una scrupolosa badante russa, nonché sapientemente illustrati dall’ottimo Nevio Toti.

Per primo abbiamo degustato come aperitivo sulle frittelline di verdura il Costacielo rosato 2011 Campania Igt dell’azienda Lunarossa di proprietà di Mario Mazzitelli.  Il blend è composto fifty-fifty da Merlot e Cabernet Sauvignon. Il vino, dopo la fermentazione, ha tirato avanti per otto mesi tra legno, acciaio e vetro. Il colore è abbastanza carico, un rosa lampone con riflessi quasi ramati. Al naso si sprigiona un bouquet complesso, fitto di terriccio, foglie secche, peonia, pesca, melograno, ciliegia, fragola, ribes, peperone verde e nuances silvane di resina e di mentolo. Al palato si percepisce una buona freschezza, unita ad una spiccata morbidezza e con una progressione gustativa sapida, fruttata, rotonda, e calda, per terminare poi con un allungo armonico e lievemente amaricante.

I vini di Lunarossa – foto di Novella Talamo

Il secondo vino che abbiamo assaggiato è stato l’Ascolto Aglianico 2010 Colli di Salerno Igt de La Masseria La Morella di Fabio Miletto. L’effetto cromatico nel bicchiere fa risaltare un bel colore riubineggiante. Il profilo aromatico è canonicamente floreale e fruttato, con innesti speziati. Al naso salgono effluvi di ciliegia, prugna, ribes e noce moscata. La tensione gustativa esprime una dinamica e reattiva componente di frutta rossa matura, unita ad una buona dose di acidità che rinfresca il palato. La bassa gradazione alcolica e i tannini, già godibili ma ancora in fase di spinta, esaltano la sensazione di una beva intrigante e piacevole.

I vini e i prodotti de La Morella – foto di Novella Talamo

Terzo assaggio con il Ragis rosso 2009 Colli di Salerno Igt, dell’azienda Le Vigne di Raito di Patrizia Malanga. Il vino, frutto di un’agricoltura biologica certificata e che non è stato né chiarificato, né filtrato, è connotato da un assemblaggio all’80% di Aglianico e saldo di Piedirosso. Il tipico blend campano, quindi, che anche in Costiera Amalfitana, a parte l’entroterra tramontino, è sfruttato a dovere. Il colore è proteso verso uno step più scuro, ma per adesso è ancora rubino con riflessi purpurei, segno che il vino sta evolvendo verso la piena maturità, ma che è ancora in fase di accelerazione, tenendo anche conto, come vedremo in appresso, della sua elevata alcolicità, della buona acidità, della sostanziosa carica glicerica e con i tannini ancora non del tutto masticabili. La timbrica aromatica è profumata di marasca, di prugna, di sottobosco, di macchia mediterranea, di viola, di vaniglia, di catrame e di cuoio. Il respiro in bocca è subito “tratteggiato” da una buona astringenza tannica, attenuata, però, da una “manciata” di morbidezza, derivante dall’elevata dose glicerica, come ho anticipato prima. Il sorso, ancorché caldo, è carnoso ed estremamente saporito e ricorda ancora l’aggraziata componente di frutta rossa matura già percepita all’olfatto. Chiude su un armonioso ed equilibrato “puntello” finale.

Il Ragis di Le Vigne di Raito – foto di Novella Talamo

Il quarto vino da prendere in esame è il Rossomarea 2007 Colli di Salerno Igt di Lunarossa, blend di Aglianico e poco Merlot. Vino importante e dalla spiccata personalità, che ha fatto “strada” in acciaio, legno e vetro per 30 mesi esatti. Effetto cromatico scuro, ma con splendente luminosità sul giro. Spettro aromatico subito segnato da un frutto fragrante e piacevole. Il naso è speziato, mentolato ed empireumatico, per via dei 16 mesi che il vino ha trascorso a dormire in botte. Suggestioni vegetali, floreali e fruttate assalgono le narici da ogni posizione, come il repertorio pugilistico di Mike Tyson: erba, viola, ciliegia e liquirizia, soprattutto. La bocca è grassa, polposa, sapida, fruttevole di amarene, prugne, more e mirtilli ed è intensa, complessa, speziata, voluminosa e con tannini già abbastanza maturi, anche se relativamente pungenti. Finale lungo e godibile. L’accostamento con la grigliata di carne mista è stato perfetto.

Ultimo vino degustato è stato il Nyx, uno spumante Moscato metodo Charmat dell’azienda I Vini del Cavaliere di Giovanni e Katia Cuomo, che è stato associato a due crostate di frutta. Il colore è tipicamente paglierino scarico. Il perlage è fine e persistente. Il bouquet è delicato, pulito, sensuale, giustamente aromatico, fruttato di fiori d’arancio e pesca bianca matura e/o di salvia e di glicine. Al palato il sorso è fresco, aromatico, consolante, denso, compatto, con uno sviluppo organolettico teso, con calibrata effervescenza e piacevole fragranza. Finisce con ottima ed amplificata persistenza.

I Vini del Cavaliere – foto di Novella Talamo

Prosit!   

2 Commenti

  1. E’ dispiaciuto anche a me non vederti a La Morella, caro Mimmo, perché ti saresti “sollazzato”. La tua assenza è stata notata.
    Sarà per la prossima volta, spero.
    Abbracci

I commenti sono chiusi.