Dom Perignon Plenitude 2000 P2, il coraggio dell’armonia


Roma, Dom Perignon

Roma, Dom Perignon

Il tema scelto da Dom Perignon per presentare l’ultimo nato, il Plenitude 2000 da uve chardonnay e pinot noir, risultato di sedici anni di elaborazione di un annata tutt’altro che facile da gestire, è il tempo. Dalla terrazza della Casa dei Cavalieri di Malta le rovine della Città Eterna rivelano l’ambizione su cui lo chef de cave Richard Geoffroy sta lavorando da alcuni anni a questa parte.

Roma, Dom Perignon

Roma, Dom Perignon dalla Casa dei Cavalieri di Malta

In un mondo assillato dalla velocità e dalla quantità solo ciò che richiede tempo e lentezza acquista valore e diventa eterno. Ma non basta essere solo capaci di resistere al tempo, bensi di usarlo per migliorare, conquistare il coraggio dell’armonia e della affidabilità.

Richard Geoffry, chef de cave Dom Perignon

Richard Geoffry, chef de cave Dom Perignon

E l’armonia non è stata facile da trovare con questo millesimo complesso che dopo 16 anni si presenta all’appuntamento in perfetta forma. Non ci si sofferma a parlare dei sentori, freschi di pompelmo, minerali, balsamici, e del palato assolutamente perfetto, integro, profondo. No, il tema, racconta Geoffry, è che un Dom Perignon può vivere anche cento anni.

Francesca Terragni responsabile Itaia Moët Hennessy

Francesca Terragni responsabile Itaia Moët Hennessy

Questa, alla fine è la scommessa che ogni presentazione rilancia nel tempo: «Dom Pérignon si concentra sul concetto dello scorrere del tempo, sulla sedimentazione degli anni necessari affinché profondità di questi anni che Dom Pérignon realizza la sua magia e porta alla vita un Millesimato trasformato».
Il gioco sul tempo è anche quella del menu, affidato a Roscioli in una sequenza di piatti classici, a signficare appunto che questo Champagne, come gli altri di Dom Perignon, non sono l’effimero, la moda di un momento, ma l’esaltazione della precisione e del metodo.

Dom Perignon, gricia

Dom Perignon, gricia

Ogni Vintage Dom Pérignon evolve gradualmente e, durante il suo percorso di maturazione, compie una serie di metamorfosi che ne esaltano le caratteristiche: sono appunto le «Plénitude».
Ecco esattamente il concetto spiegato da Geoffry: “DomPérignon Vintage, anche detta la Plénitude dell’Armonia. La DeuxièmePlénitude si ottiene dopo oltre sedici anni di elaborazione: il vino è intenso, vibrante, preciso, è l’energia al suo apice, questo è DomPérignon P2, l’età dell’Energia. La TroisièmePlénitude si raggiunge dopo almeno venticinque anni di elaborazione; il vino assume una complessità intrigante, mai raggiunta: è DomPérignon P3, la Plénitude della Complessità”.
Provare per credere

Dom Perignon, Il servizio Fis della serata

Dom Perignon, Il servizio Fis della serata con Richard

Dom Perignon

Dom Perignon: le mie sensazioni visualizzate