Edoardo Papa chiude per sempre la sua pizzeria In Fucina dopo tredici anni che hanno segnato un’epoca a Roma


Edoardo Papa

Edoardo Papa

di Floriana Barone

Edoardo Papa ha chiuso definitivamente In Fucina prima di Natale dopo quasi tredici anni di attività. Indubbiamente “Il ristorante che ama la pizza” ha rappresentato un indirizzo molto importante a Roma: con le sue pizze gourmet, infatti, Papa ha proposto uno stile di pizza nuovo, che poi, negli anni, è diventato di grande tendenza in tutt’Italia: sempre presente in 50 Top Pizza (nei primi 50 dal 2017 al 2019. 52° nel 2020 e 61° lo scorso anno). Un grande innovatore della pizza, il primo a concepirla come luogo di degustazione per fare una esperienza nella Capitale, tra i primi in Italia con Simone Padoan.

“Voglio aprire un altro locale”, spiega Edoardo Papa, che non intende fermarsi e che, a brevissimo, ricoprirà anche il ruolo di consulente nell’ambito di una nuova apertura in periferia.

Perché questa chiusura improvvisa?

“Giravo intorno a questa decisione da almeno due anni. Poi, con l’emergenza Covid, ho preso “la palla al balzo”. Ho altri progetti in testa: voglio aprire un altro locale, con pizzeria e ristorante, al centro di Roma. Sicuramente, quindi, riapriremo: non ci vogliamo fermare. E credo che la nuova inaugurazione porterà il mio nome”.

Il prossimo locale riprenderà lo stesso progetto di In Fucina?

“Sì, il progetto sarà lo stesso, ma questa volta sarà “In Fucina all’ennesima potenza”, con un’attenzione ancora più grande verso le materie prime e la sala”.

Edoardo con la moglie Emanuela e i figli Gabriele e Giordana

Edoardo con la moglie Emanuela e i figli Gabriele e Giordana

Ci sono altre novità in ballo?

“Assolutamente sì: lavorerò come consulente in una nuova apertura di pizza e fritti nella periferia della Capitale, che dovrebbe partire tra un paio di mesi. Ma, questa volta, farò pizza italiana tradizionale, seguendo sempre “la testa” di Edoardo Papa”.

Un bilancio di questi tredici anni di In Fucina?

“È stato un periodo a dir poco straordinario e soddisfacente per la mia famiglia, con numerosi riconoscimenti. L’unica cosa che mi lascia un briciolo di rammarico è il non aver ricevuto un minimo di riconoscenza per quello che ho fatto a Roma e in Italia: tredici anni fa non esistevano il concetto di pizza a degustazione e di pizza gourmet, se non da Simone Padoan. Poi sono arrivati tutti gli altri”.