Eduardo Buonocore, l’accoglienza di Antonino Cannavacciuolo a Vico Equense


Eduardo Buonocore

Eduardo Buonocore

di Antonino Siniscalchi

C’è un filo invisibile che unisce l’eccellenza gastronomica all’arte dell’accoglienza. Al ristorante stellato Laqua Countryside
di Ticciano quel filo porta il nome di Eduardo Buonocore, premiato come Maitre dell’anno dalla Guida Mangia & Bevi 2026. Figura discreta,
elegante nei modi e rigorosa nella professionalità, Eduardo Buonocore è da anni il custode della filosofia ospitale del locale firmato Antonino Cannavacciuolo. Nel cuore di Ticciano, tra gli ulivi e l’aria chiara delle colline vicane, Eduardo, 57 anni, sposato con Rosa, padre di due figli universitari, Domenico studia ingegneria meccanica e Mariangela architettura, incarna un’idea di accoglienza che trascende il servizio: un gesto, un sorriso, una parola al momento giusto. È proprio il senso di comunità, unito a una visione internazionale, a caratterizzare il suo approccio. È così che il maestro dell’ospitalità trasforma ogni visita al Laqua Countryside in un’esperienza, ricordando che l’enogastronomia, prima ancora che cucina, è cultura dell’incontro. Un maestro che non ama i riflettori, ma li accende – con naturalezza – su chi varca la soglia del locale che anima. Un sorriso, un gesto, una parola al momento giusto: così Eduardo Buonocore trasforma ogni servizio in un’esperienza, dimostrando che l’arte dell’ospitalità è, prima di tutto, un modo di essere.

Come si diventa manager dell’accoglienza in un ristorante stellato?

«Con umiltà, passione e sacrifici. Ho iniziato a quattordici anni come “extra” ai matrimoni. Il mio primo servizio durò fino a mezzanotte e pensai che non fosse il mio futuro. Una settimana dopo ero di nuovo in sala. Da lì è iniziato tutto».

Quali tappe hanno segnato la sua formazione?

«Gli anni al Liceo Salvemini di Sorrento e l’incontro con la mia insegnante di Chimica, Elena Minieri, sono stati decisivi. Dopo il diploma ho lavorato all’hotel Aequa come apprendista portiere, poi ho scelto di fare esperienze all’estero: Berlino, Cambridge e l’Olanda. Viaggiare mi ha dato metodo e disciplina».

Il ritorno a casa ha rappresentato una svolta?

«Sì. Al ristorante San Vincenzo e al Club di Castello Giusso ho ritrovato le radici. Poi la collaborazione con Peppe Guida e gli anni al
Nonna Rosa mi hanno affinato nello stile e nella cura dell’ospite».

Cosa rappresenta per lei un riconoscimento come quello della Guida Mangia & Bevi?

«Uno stimolo enorme. La professionalità nasce da impegno e passione, valori che condivido con il giovane staff del Laqua Countryside,
composto in gran parte da ragazze e ragazzi del territorio».

Cosa distingue l’accoglienza in un ristorante stellato?

«L’ospitalità non ha bisogno di stelle. Mi piace l’idea della “xenia”, il concetto classico per cui ogni ospite è unico. Il nostro compito è farlo sentire accolto in un ambiente speciale».

Com’è lavorare con una figura come Antonino Cannavacciuolo?

«È un’esperienza straordinaria. Tutto segue un protocollo preciso, dalla prenotazione all’arrivo. Ogni dettaglio è curato per far sentire l’ospite speciale. Con Antonino Cannavacciuolo si impara ogni giorno: ti senti parte di un grande team e allo stesso tempo protagonista della tua crescita».

Essere tornato a lavorare vicino casa è un valore aggiunto?

«Assolutamente sì. Dopo tanti anni in giro, lavorare a pochi passi da casa è un privilegio. Mi dà equilibrio e mi sprona a dare sempre il
meglio».

Progetti e prospettive per il futuro?

«In questo lavoro non si smette mai di imparare. La sinergia con il Gruppo Cannavacciuolo mi permette di reinventarsi ogni giorno. Ma il vero valore aggiunto è il mio team: ragazzi straordinari che condividono entusiasmo e dedizione. Questo premio è anche loro».

 

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