Una passeggiata con Salvo Foti sull’Etna: la bottiglia è più importante dell’etichetta


Salvo Foti

Salvo Foti

di Francesca Marino

E’ dal 1989 che Salvo Foti, figura storica  della viticultura etnea, custodisce nove ettari di terra  coltivati sull’Etna in assoluta biodiversità: ciliegi, meli autoctoni, noccioleti, castagneti e, soprattutto, il  vitigno a bacca bianca autoctono della Sicilia, il Carricante, prodotto nel comune di Milo.

La produzione risente molto dei versanti e quindi della distanza dal mare, e si sviluppa in verticalità per cui ogni “terrazza” ha le propriecaratteristiche: nella parte Est, la più vicina al mare, si coltiva un vero e proprio mondo vegetale racchiuso in soli 25 Km, dall’avocado alla betulla. La verticalità si ripropone anche nei suoli dell’Etna, formati da continue eruzioni vulcaniche che sviluppano dei profili di terreno molto diversi tra loro.

I Vigneri, vigne

I Vigneri, vigne

Nella parte est c’è un altro suolo, quello che arriva dal cielo, perchè quando ci sono le eruzioni, i lapilli di pomice leggera cadono giù e diventano parte integrante del terreno. E’ proprio nel versante Est, tra vecchie case e palmenti, che troviamo Milo, unico posto in cui è possibile produrre l’Etna bianco superiore (Carricante). Ciò è reso possibile da motivazioni ambientali, climatiche, e anche sociali perchè, essendo unazona vicino al mare, era uso fare scambio del pesce crudo con il vino bianco dell’Etna, acido e rinfrescante. Attraversando agrumeti ci si sposta nella parte nord, zona asciutta e rigogliosa in cui, tra noccioleti e castagni, si sviluppano vigneti grazie al terreno sabbioso che non ritiene acqua (la vite non vuole acqua!). Ci sono condizioni climatiche particolari in cui il viticoltore è riuscito a selezionare vitigni autoctoni: in queste zone si tocca con mano come la vite sia stata plasmata dall’uomo, come lo sviluppo della vite sia il prodotto di una coevoluzione tra abilità dell’uomo e natura. “Noi abbiamo viti che hanno 200 anni. E’ la cura che li rende vivi e produttivi”, spiega Salvo Foti, “il lavoro che noi facciamo sull’Etna non è solo di coltivazione della vigna ma è di custodia del territorio, di conservazione di un modo di fare viticultura”.

L’azienda vitivinicola di Salvo Foti, I Vigneri, è composta da una squadra di viticoltori autoctoni etnei ciascuno di essi coltivatore, allevatore, enologo, contadino, specializzati nel fare “vini umani” nel rispetto dell’ambiente e delle persone.

“Oggi ci si sofferma molto sul marketing e sulla comunicazione del prodotto e poco sul frutto stesso ma bisogna ricordare che alla fine godiamo di quello che c’è dentro la bottiglia e non della sua forma o dell’etichetta, l’attività di marketing de I vigneri è far conoscere il territorio portando in giro le persone per i vigneti caratteristici e facendogli assaggiare i vini”. Su queste parole di Foti, ci ritroviamo nella contrada di Caselle, a Milo, tra alberelli di più di cento anni, a passeggiare su un terreno ricco di silicio, luccicante, da cui si ergono dei pali in castagno,protetti alla base da delle reti, a cui sono avviluppate le viti nel tipico “impianto a quinconce del vigneto”, il più antico del mondo, un’ eredità romana in cui la vite cresce in verticalità da una profondità delle radici che arriva fino ad un metro e mezzo, due.

La passeggiata è una vera esperienza culturale, visiva, tattile e gustativa: ci troviamo a degustare su un muretto a secco due vini particolarissimi,

Aurora, (vigna di Milo, carricante ed un 10% di minnella), acido, brillante, minerale, e Vinulidice, senza solfiti, prodotto nel vigneto più alto dell’Etna (1300 metri), acido ma non aggressivo.

I Vigneri, vini

I Vigneri, vini

A conclusione di questa meravigliosa esperienza, Salvo apre le porte del palmento del casale settecentesco, sede dell’azienda: un luogo magico, permeato dalla storia in cui le mura, ancora affrescate, sprigionano odori intrisi di racconti di vino che si confondono con quelli della passione de i vigneri. Sensazioni indimenticabili in compagnia di una persona davvero speciale…