Enosteria Morosini: cucina autentica laziale e rifugio sicuro nel cuore di Ferentino
Enosteria Morosini
SP33, 166, 03013 Ferentino FR
Telefono: 331 790 4284
Aperto tutti i giorni pranzo e cena – Chiuso il martedì
di Francesca Pace
Lo dico subito e senza ombra di dubbio, per me la Ciociaria è una delle zone più sottovalutate d’Italia e sinceramente non capisco perché. Se ne dovrebbe parlare sempre, ad alta voce. Ha praticamente tutto, piccoli borghi, storie antiche, panorami mozzafiato, cucina straordinaria ed è per questo che ogni volta che ho la possibilità vado con piacere. Basti pensare che da Napoli ad esempio in un’ora e mezzo si è lì, praticamente si impiega lo stesso tempo di un giro al Vomero. E dunque, nel cuore di Ferentino, antica città laziale ricca di fascino e storia, sorge Enosteria Morosini, un luogo in cui la buona tavola incontra il valore del tempo e della tradizione. Il colpo d’occhio della struttura, conquista subito: il ristorante è stato recuperato da un vecchio mulino di cui si possono individuare diverse tracce, lasciate volontariamente per ricordare un tempo che fu. Le mura in pietra, i dettagli in legno e la luce calda che avvolge gli ambienti, il vecchio serbatoio sottostante che oggi è adibito a cantina e che un domani sarà votato alla creazione di una sala accogliente per le degustazioni, creano un’atmosfera intima e confidenziale, ideale per chi cerca un’esperienza gastronomica capace di emozionare. La cucina, guidata dalla consulenza dello chef stellato Andrea Impero ed eseguita dal giovanissimo Chef Nicolas Ziarelli, racconta una storia di territorio, stagionalità e ricerca: piatti curati in ogni dettaglio, che nascono dall’incontro tra tecnica, creatività e materie prime d’eccellenza. A rendere l’esperienza ancora più speciale è l’accoglienza calorosa di Massimiliano e Daniela, che con passione e dedizione fanno sentire ogni ospite come a casa, trasformando un pranzo in un momento di convivialità sincera e di scambio culturale.
Ogni ingrediente viene scelto con attenzione, privilegiando i produttori locali e le eccellenze del Lazio, come Fattoria Lauretti e il Caseificio Gerardi, oppure l’azienda agricola Occhidoro e la Macelleria Spallaforte, giusto per citarne alcune. Come mi spiega Massimiliano, è importate creare un’economia circolare, che faccia vivere il territorio circostante. Le proposte cambiano con il ritmo delle stagioni, esaltando i sapori autentici e la semplicità della buona cucina. La carta dei vini, ricca e accuratamente selezionata, abbraccia tutta l’Italia e accompagna i piatti con etichette che raccontano la diversità e la ricchezza del nostro panorama enologico.
Per la degustazione, dopo aver dato un occhio al menù, decido di restate e omaggiare il Lazio, ordinando una bella (e molto buona) bottiglia di Atina DOP Cabernet, di Antica Tenuta Palombo, che poi si rileva perfetta nel pairing. E visto che l’Autunno è la stagione del mio cuore, gastronomicamente e non, sono felice di poter assaggiare alcune delle proposte che sulla carta mi fanno gola parecchio.
Direi grande inizio con la polenta infornata, fonduta di Parmigiano, ragù bianco di salsiccia e cipolla in agrodolce. Bella da vedere, il palato conferma ciò che gli occhi avevano percepito. I sapori si distinguono tutti e la morbidezza del piatto mette a proprio agio. Che relax, Signore e Signori.
Da baccalà addicted non perdo l’occasione di provare anche gli sfilacci di baccalà in tempura con maionese al limone e misticanza. I tocchetti teneri e gustosi sono delle piccole pepite d’oro che valgono quanto pesano. La maionese al limone dona una bella freschezza a patto che non si esageri con essa, ma è molto difficile resisterle.
I bottoni di pasta ripieni di salsiccia con crema di patate e porcini arrostiti sono un vero e proprio inno a questa stagione. Fatti a mano, ovviamente, sono un modo sapiente di portare a tavola tutti i profumi e i colori di questo periodo. Mi sono piaciuti talmente tanto che mi è dispiaciuto finirli tutti.
E se negli orti le zucche sono le regine, le tagliatelle all’uovo fatte in casa con crema di zucca, salvia e guanciale croccante ne sono una validissima carrozza.
La purea arancione viene equilibrata dalla sapidità del guanciale e la salvia dona una nota aromatica molto gradevole.
Lunga vita poi ai brasati e lunga vita anche al loro brasato di Chianina al cesanese del Piglio con caponata autunnale. La carne che ha subito una lunga e lenta cottura si taglia praticamente con la forchetta. Deliziosa. Sfiziosissimo inoltre l’abbinamento con la caponata invernale, che aggiunge un tocco croccante al piatto rendendolo divertentissimo (assieme ai bottoni il mio piatto preferito).
La rollata d’abbacchio nostrano, pesto alle erbe aromatiche e millefoglie di patate ci ricorda che siamo pur sempre nel Lazio e qui questo tipo di carne è un vero e proprio must.
Decisamente ottima la foresta nera al cioccolato con amarene sciroppate ma strepitosa senza se e senza ma la millefoglie di pistacchio, yogurt di bufala, e more. Architettonicamente perfetta, al taglio nasconde una bellissima sorpresa, le more non sono solo in cima ma anche dentro il dolce. Consigliatissimo.
Enosteria Morosini è un bel rifugio dalla vita frenetica, a pranzo si può scegliere anche una formula easy lunch, ma venire in questo poso di proposto significa anche scoprire Ferentino, con le sue mura ciclopiche, i resti romani, le chiese medievali e i panorami che abbracciano la valle del Sacco. È un luogo dove cultura e gusto si incontrano, dove il piacere del cibo si fonde con la bellezza del territorio. Qui la storia si fonde con il sapore e l’accoglienza autentica.
Spesa media 50 euro pax, vini esclusi










