Es Primitivo di Manduria Doc 2013 di Gianfranco Fino


Es Primitivo di Manduria Doc 2013 Gianfranco Fino

Es Primitivo di Manduria Doc 2013 Gianfranco Fino

di Enrico Malgi
Come sono lontani per fortuna i tempi in cui i mosti di vino rosso pugliese venivano spediti a basso costo via mare in Francia e spesso capitava che i viticoltori francesi assaltavano le navi nel porto di Sète nel Languedoc-Roussillon (la regione vitivinicola più estesa al mondo con più di trecentotrentamila ettari vitati!) e scaricavano il contenuto delle cisterne sulla banchina, temendo l’invasione e la contaminazione per i loro vini. Adesso, invece, la Puglia a giusta ragione è famosa in Italia ed all’estero proprio per la sua eccellente produzione rossista. E il vitigno che per primo ha scalato le vette della notorietà è stato il primitivo, una specie varietale a lungo sottovalutata e che adesso è diventata il simbolo di tutta la Puglia vitivinicola, connotata com’è da variegate produzioni e denominazioni tutte di ottima qualità. In tutto questo, un posto di preminenza spetta di diritto ad un’etichetta che è diventata famosa nel mondo, tanto da trasformarsi in oggetto di culto nel corso degli anni: “Es”, prodotta a Sava nel Tarantino dai coniugi Gianfranco Fino e Simona Natale. Una coppia molto affiatata nella vita e nel lavoro, che si è imbarcata nell’avventura enologica una dozzina d’anni fa.

Controetichetta Es Primitivo di Manduria Doc 2013 Gianfranco Fino

Controetichetta Es Primitivo di Manduria Doc 2013 Gianfranco Fino

Proprio in questi giorni mi è capitato di assaggiare l’Es Primitivo di Manduria Doc 2013. Viti allevate ad alberello vecchie di sessant’anni. Vendemmia effettuata a fine agosto, con uve leggermente appassite. Macerazione in tini di acciaio. Maturazione per nove mesi in barriques di rovere francese metà nuove e metà di secondo passaggio. Poi affinamento in vetro per altri nove mesi. Sedici e mezzo l’alta gradazione alcolica.

Nel bicchiere si scorge un  colore rubino concentrato. Al naso frutta rossa piccola e grande in grande quantità; e poi pregiati sentori floreali, vegetali e minerali; spiccati aromi di liquirizia, di goudron, di mentolo, di balsamo e di spezie orientali. L’ingresso in bocca del vino incendia subito le papille gustative, che fortunatamente trovano refrigerio in alitanti effetti piacevolmente freschi e salivanti. Tannini ancora leggermente mordenti com’è giusto che sia, ma gradevoli al massimo, perché tutto sommato il primitivo non è l’aglianico.

La forza di questo vino poi è quella di sapere esprimere connotazioni a prima vista contrastanti, ma che nell’insieme vanno a comporre un quadro perfettamente armonico ed equilibrato: opulenza, ma anche morbidezza; potenza, ma anche vellutezza; carnosità, ma anche eleganza; vigore, ma anche seduzione; austerità, ma anche finezza; imponenza, ma anche raffinatezza: esuberanza, ma anche rotondità. Insomma si tratta di un vero e proprio capolavoro, che fa onore a tutta la viticoltura pugliese e nazionale e che fa definitivamente dimenticare i momenti non certamente esaltanti della spedizione dei mosti in Francia. Finale lunghissimo. Serbevolezza infinita. Prezzo della bottiglia sicuramente conveniente. Da abbinare a piatti sostanziosi della terragna cucina pugliese. Prosit!

 

Sede aziendale a Lama (Ta) – Via Fior di Salvia, 8

Tel. e Fax 099 7773970 – Cell. 348 8838639

[email protected]www.gianfrancofino.it

Enologo: Gianfranco Fino

Ettari vitati: 7 – Bottiglie prodotte: 12.000

Vitigni: primitivo e negroamaro

 

2 Commenti

  1. L’invito a bere.Ad avercene ti assicuro che io ricordi mai una bottiglia è rimasta a metà .Come tutti i grandi vini va bene da solo o come meglio ci pare a condizione che la cornice sia elegante e confortevole.Buone bevute da FM.

  2. Ciao Francesco mi è rimasta un’altra bottiglia di Es, quando vuoi ce la beviamo insieme.

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