Fattoria Borrello nel cuore del Parco dei Nebrodi


Fattoria Borrello nel Parco dei Nebrodi

di Francesco Raguni

Lasciandosi alle spalle il mare di Capo d’Orlando e addentrandosi nel cuore del Parco dei Nebrodi, si può trovare un luogo di ristoro ed accoglienza immerso nel verde: la Fattoria Borrello. Attività che si tramanda di generazione in generazione ha fatto dell’allevamento del suino nero dei Nebrodi il suo simbolo. Questo animale, che appartiene ad una razza autoctona scoperta nel VII sec. a.C. durante la colonizzazione greca, ha sempre vissuto sui Nebrodi. La sua carne, dolce e succosa, si presta a differenti cotture e preparazioni. I suini sono allevati allo stato semi-brado: infatti, sono liberi di pascolare tra castagni, noccioli e ulivi.

Fattoria Borrello, Il frigo delle carni

I cuccioli non vengono subito separati dalla madre, anzi, restano insieme in apposite recinsioni di grandi dimensioni. Questa accortezza per il benessere animale accompagna il suino in ogni step della sua vita, come spiega Franco Borrello, imprenditore e motore primigenio del ristorante. Il maiale, però, non è l’unico animale allevato: si trovano anche capre girgentane, ovini, bovini e conigli.

Fattoria Borrello, Esterno

Ad oggi, la fattoria Borrello è gestita dai due figli di Franco: Anna Laura (29) e Giuseppe (25). Anche altri membri della famiglia hanno un ruolo al suo interno, ad esempio nonna Anna (la mamma di Franco) ogni mattina sforna il pane che si trova ai tavoli del locale. Tornando ai figli, invece, mentre Giuseppe ha trovato il suo regno nella cucina, Anna Laura si occupa della sala e dell’accoglienza del cliente al tavolo.

Fattoria Borrello, scorcio esterno

Tavoli all’interno, ma anche all’esterno, immersi nel verde dove solo un’improvvisa pioggia di fine estate può far spostare il cliente, che si trova subito a suo agio. Il frigo delle carni, posto in bella vista all’interno della sala adiacente la cassa, mostra le puntine e le salsicce di maiale nero, le costate e quant’altro il menù offra.

Fattoria Borrello, tagliere

Gli antipasti costituiscono una parte importante di esso: in primis, spicca l’antipasto della fattoria, le cui porzioni sono tarate sui singoli commensali al tavolo. Questa voce del menù consta di diverse portate, che raccontano la storia dell’azienda ed il territorio. Così si possono assaggiare insaccati locali, come mortadella, salame e prosciutto crudo, accompagnati da differenti formaggi, pane fritto e confetture. Seguono la giardiniera fatta in casa, le panelle con lardo e rosmarino, lo scamone affumicato con polvere di porcini e – infine – il fiore all’occhiello di questa carrellata: l’arancino con la genovese d’agnello, dal sapore intenso, ma mai aggressivo, dove un boccone chiama l’altro. Gli altri antipasti spaziano dalla tartare di capra, battuta al coltello e condita semplicemente con olio, sale e pepe, alle crocchette di guancia di suino nero (cotto nella birra), crema di carote e cipolla. Presenti anche varie tipologie di primi, tra cui le immancabili tagliatelle con ragù di suino nero.

Fattoria Borrello, Tartare di capra

Fattoria Borrello, Scamone affumicato e polvere di porcini

Fattoria Borrello, Arancino con genovese di Agnello

Insomma, il maiale nero, animale simbolo dei Nebrodi, è il fulcro del menù già dall’inizio; tuttavia, la sua massima espressione si manifesta nei secondi. Lo stinco con le patate, ad esempio, è uno dei piatti più gettonati. Non mancano i piatti alla brace, come costolette e salsicce; per chi cerca una spinta in più, la cucina serve anche le puntine fondenti con senape e miele. La grigliata del macellaio – sulla scia dell’antipasto della fattoria – consente di provare più prodotti cotti alla griglia: costolette di agnello, involtini e salsiccia di suino nero. La brace è ben gestita e i tempi di cottura della carne sono rispettati: la valorizzazione della materia prima, in sintesi, è il centro di tutto.

Fattoria Borrello, Grigliata mista

Con una cucina simile non poteva mancare la carta dei vini. I rossi svettano sui bianchi, i metodi classici e i rosati. Le referenze spaziano dall’Etna, che è rappresentata nella sezione delle bollicine da Noblesse di Benanti, alla Faro DOC, presente nei rosati con Le Casematte. I bianchi, invece, arrivano persino alle Eolie, grazie al Salina di Caravaglio. I rossi, invece, sono divisi in base alla regione di provenienza: largo alla Sicilia nelle sue varie denominazioni, come la Faro DOC, l’Etna DOC e il Cerasuolo di Vittoria DOCG. Tra queste pagine, sono ben ritratte le contrade dell’Etna: Serra della Contessa di Benanti, Contrada G di Passopisciaro, Santo Spirito di Palmento Costanzo, Archineri di Pietradolce, Feudo di Mezzo di Girolamo Russo, Munjebel CR e CD sono solo alcune forme d’espressione del concetto di contrada sul Vulcano. La zona di Vittoria è ben rappresentata, invece, grazie a COS e Gulfi, la Faro DOC con Palari. Chiude la lista una piccola selezione di rossi veneti e toscani. Anche il fine pasto non è lasciato al caso, anzi: sono presenti sia dolci più classici, come il tiramisù, che altri meno diffusi, ma ugualmente buoni, come la torta di nocciole, servita con una crema al mascarpone, da accompagnare con un passito di Pantelleria o una malvasia delle Lipari dolce.

Fattoria Borrello, torta alla nocciola

L’esperienza gastronomica, comunque, non finisce al tavolo. I prodotti della Fattoria Borrello, infatti, possono pure essere acquistati: tanto in loco quanto sul loro sito web. Si può scegliere tra salumi – come il prosciutto crudo, la cui stagionatura spazia dai 24 ai 36 mesi – e formaggi, olio extravergine d’oliva (presidio SlowFood) e sott’oli (come le melanzane). Del resto, i terreni della fattoria – come accennato in apertura – non sono destinati esclusivamente all’allevamento del suino nero. Un paio di ettari sono quindi dedicati all’orto e agli alberi da frutto, tre all’uliveto e otto alle nocciole. Agricoltura, allevamento, rispetto della materia prima e valorizzazione dei prodotti locali sono, in conclusione, i quattro capisaldi di questa attività nascosta tra i Nebrodi.

Fattoria Borrello
Contrada Bosco, Raccuja – Messina
Aperto: da giovedì a lunedì (12:30–14:30, 19:30–21:30)
Chiuso: martedì e mercoledì
Tel: +39 377 362 3000
Mail: [email protected]
fattoriaborrello.it

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