Fratelli Marco: i vignaioli cantinieri di Loranzè (TO)


Fratelli Marco-Roberto, Stefano e Danilo Marco

Fratelli Marco-Roberto, Stefano e Danilo Marco

di Floriana Barone

La storia dell’azienda “Fratelli Marco” di Loranzè (TO) è iniziata nei primi anni del Novecento e si intreccia con quella delle famiglie contadine del Canavese. All’epoca, in queste zone, l’agricoltura era di autoconsumo, basata soprattutto sull’allevamento e la viticoltura: la vigna era un’importante fonte di reddito.

Fratelli Marco - Danilo Marco

Fratelli Marco – Danilo Marco

Già agli esordi del secolo, il bisnonno di Danilo e Stefano Marco vendeva vino a bacca rossa; i nonni paterni costruivano carri agricoli, mentre quelli materni erano veri e propri viticoltori. Nonna Maddalena, in particolare, era “ossessionata” dalla vigna.

Fratelli Marco - i vigneti sotto la neve

Fratelli Marco – i vigneti sotto la neve

I ricordi della famiglia Marco sono ancora molto vividi: più di un secolo fa, un signore valdostano era solito comprare il loro vino. Arrivava in paese con piccole botti e alcune scatole di sardine e si fermava a pranzo dal bisnonno, che gli offriva la sua bottiglia di rosso. Nonna Maddalena aspettava quel momento con molta impazienza, anche se, su ordine della mamma, a tavola non poteva finire le preziose scatolette, affinché rimanessero in dispensa.

Fratelli Marco - le vigne

Fratelli Marco – le vigne

In questa zona l’economia è rimasta agropastorale fino agli anni del boom economico: la situazione si è evoluta dopo il 1955, quando papà Roberto ha iniziato a lavorare in fabbrica. A quel tempo, l’attività principale, la vigna, è diventata secondaria e, nel Canavese, è iniziato lo sviluppo industriale con l’Olivetti, grazie ad Adriano Olivetti, che ha messo in moto una serie di azioni mirate allo sviluppo del territorio e al benessere ai propri dipendenti, puntando sulla crescita delle attività industriali e rurali, con la creazione dell’Istituto di Rinnovamento Urbano e Rurale (IRUR), organizzando al meglio i turni di lavoro per permettere ai lavoratori di dedicarsi anche alle attività agricole. Un piano che ha soddisfatto, in particolare, tutti quelli che possedevano dei vigneti. Da quel momento in poi, la viticoltura non ha più rappresentato un’attività economica, ma un hobby: numerosi lavoratori avevano la propria cantina e producevano vino per autoconsumo.

Fratelli Marco - i vigneti

Fratelli Marco – i vigneti

Dopo la fine di quella generazione, molte vigne della zona sono state abbandonate. Negli ultimi dieci anni, però, nel Canavese si è registrata un’importante inversione di tendenza: diverse aziende stanno riprendendo vitigni storici stanno reimpiantando. Alla metà degli anni Novanta, queste aziende erano circa una decina: oggi, invece, sono almeno un’ottantina, molte delle quali guidate da giovani che hanno alle spalle una laurea in Enologia.

Fratelli Marco - Roberto Marco

Fratelli Marco – Roberto Marco

E, quando papà Roberto è andato in pensione, i fratelli Marco si sono trovati davanti a una scelta difficile: togliere le vigne o prendersi in carico la storica attività vitivinicola di famiglia. Danilo, grande appassionato di viticoltura, assaggiatore ONAV e architetto, è stato mosso anche dal desiderio di fare qualcosa di nuovo: quindici anni fa ha comprato le prime per iniziare un intervento razionale, reimpiantando tutto a Nebbiolo ed Erbaluce e adottando il sistema d’impianto del vigneto a guyot, invece che a pergola, che rappresentava il metodo tradizionale.

Fratelli Marco-le botti di rovere - Nebbiolo

Fratelli Marco-le botti di rovere – Nebbiolo

Questo progetto, poi, ha coinvolto anche il fratello Stefano, ingegnere meccanico. La famiglia aveva una piccola cantina, ma il passaggio dall’autoconsumo alla vendita ha significato un investimento economico importante: la prima bottiglia prodotta con la cantina a norma è stata, quindi, quella del 2015.

Fratelli Marco - parte dei vini

Fratelli Marco – parte dei vini

LE ETICHETTE DEI FRATELLI MARCO

I vigneti dei Fratelli Marco si estendono lungo una superficie di circa un ettaro e mezzo. Sono impiantati sulle pendici dell’Anfiteatro Morenico d’Ivrea, a circa 350/400 metri di altitudine. L’enologo dell’azienda è il valdostano Mattia Nicoletta.

Il loro è un “Canavese autentico”: hanno reimpiantato utilizzando i vigneti autoctoni, come Barbera, Nebbiolo ed Erbaluce e non internazionali. L’autenticità risiede anche nell’aver mantenuto questi vigneti all’interno dello stesso paesaggio storico, subalpino, caratterizzato da muri in pietra di sostegno.

Danilo è residente in Valle d’Aosta ed è appassionato di cultura alpina. Ecco perché ha adottato la dicitura “vignaioli cantinieri”, prendendo spunto da molte aziende del Canton Vallese per sottolineare la doppia attività di coltivazione della vigna e della produzione di vino. L’azienda è impegnata, quindi, in tutto il processo, dalla coltivazione del vigneto all’imbottigliamento. È importante sottolineare, inoltre, che i Fratelli Marco non utilizzano anticrittogamici sistemici o diserbanti.

Fratelli Marco - i vini e la bottiglia storica del Castello di Loranze

Fratelli Marco – i vini e la bottiglia storica del Castello di Loranze

Àura Erbaluce (Canavese bianco Doc) viene ottenuto dall’Erbaluce in purezza. L’esposizione prevalentemente a est del vigneto esalta il tono fresco, caratteristico del prodotto di questa cultivar. La selezione delle uve in vendemmia è accurata, con un leggero diradamento praticato all’occorrenza sulle piante con un eccesso di carico, per garantire il giusto equilibrio nel raccolto. Il colore è chiaro, algido, intangibile. Le sensazioni prevalentemente minerali, verdi, erbacee (fieno, erbe selvatiche, camomilla), distintive dell’Erbaluce, si accompagnano a note floreali e fruttate (mela verde, agrumi, frutti esotici), accentuate dalla vendemmia leggermente anticipata. Il gusto è decisamente secco (residuo zuccherino basso – intorno ai 2 g/l), l’acidità sostenuta e strutturante. Il corpo è messo in rilievo dalla tecnica di cantina di bâtonnage sui lieviti, praticata nel periodo ottobre-aprile. Grazie alla sua spiccata freschezza, questo vino si esprime al meglio abbinato per contrasto a piatti con sensazioni tendenti al dolce, come primi con sughi poco strutturati o secondi a base di crostacei (astici, scampi). Consigliato anche l’abbinamento regionale con piatti dal gusto delicato, come zuppa canavesana a base di cavolo cappuccio e brodo di carne, e tomini freschi. Caratteristico anche l’abbinamento con il vitello tonnato. Vinifica in acciaio a temperatura controllata e l’affinamento avviene in acciaio sulle fecce fini, con bâtonnages periodici.

 

Albèdo Erbaluce Metodo Classico è un vino spumante di qualità: il vitigno è l’Erbaluce in purezza. Grazie ad una permanenza relativamente breve sui lieviti di rifermentazione (18 mesi), questo spumante si caratterizza per coniugare le note tipiche del metodo champenoise (lieviti, crosta di pane) con un residuo ancora percettibile delle sensazioni primarie, come le note di fieno, erbe selvatiche, tarassaco. Il quadro sensoriale è completato dalla spiccata acidità conferita dalla vendemmia anticipata (inizio settembre), che dona importanza e struttura, e dall’assenza di dosaggio in sboccatura, una precisa scelta per dare spazio all’autenticità di questa particolarissima varietà viticola. Gli abbinamenti sono quelli a tutto pasto tipici degli spumanti Metodo Classico, con antipasti prevalentemente grassi e sapidi come il prosciutto crudo, formaggi grassi freschi come la burrata, o secondi a base di pesce, anche in questo caso nelle varietà tendenti al grasso come salmone o aringa. La sostenuta mineralità rende l’Albedo molto piacevole anche con i molluschi, specialmente le ostriche. La vinificazione avviene in acciaio a temperatura controllata, mentre l’affinamento prosegue in acciaio con bâtonnages periodici e in bottiglia sui lieviti di rifermentazione.

 

Nèmore Nebbiolo è un Canavese Nebbiolo D.O.C., elegante e raffinato. Viene ottenuto con il Nebbiolo Picotèner in purezza. I caratteri sono quelli tipici della varietà Picotener: colore rosso rubino che volge al granato con l’invecchiamento, profumo fine con bouquet complesso di fiori e frutti rossi, in particolare fragola e ciliegia sotto spirito. Le note terziarie non risultano predominanti, grazie all’affinamento in legno limitato a una sola parte dell’intera massa. La struttura è importante, corpo e persistenza sostenuti; la tannicità caratteristica del Nebbiolo è vellutata, l’acidità equilibrata. Sono interessanti le complicità fra i caratteri classici di questo grande vitigno piemontese ed il terroir prealpino, che introduce specificità in termini di composizione del terreno (morenico), morfologia (elevate pendenze, terrazzamenti), esposizione e clima. Gli abbinamenti ideali sono con secondi piatti umidi e stracotti aromatici, di carni rosse o selvaggina. La vinificazione prevede una macerazione sulle bucce di 7-8 giorni, a regolare l’apporto di tannini, preservare freschezza aromatica e garantire la pulizia organolettica: avviene in acciaio, a temperatura controllata, mentre l’affinamento si effettua in parte in acciaio e in parte in barriques di rovere francese.

 

Chèrmes Barbera è Canavese Carbera D.O.C., ottenuto da Barbera in purezza. Le note specifiche che ne risultano sono un colore rubino molto acceso, con riflessi violacei, profumo leggermente vegetale con sentori di frutti rosso scuro (mora, prugna), corpo delicato ed acidità spiccata, sostenuta da un grado alcolico importante. Le note terziarie sono solo accennate grazie a un affinamento in legno di terzo-quarto passaggio su una parte limitata del volume. La Barbera si accompagna egregiamente con minestre e zuppe saporite, carni bianche in umidi aromatici, carni rosse grigliate, formaggi di media stagionatura. Un classico l’abbinamento regionale con la bagna caoda. Vinifica in acciaio a temperatura controllata, mentre l’affinamento avviene effettua in parte in acciaio e in parte in barriques di rovere francese.

 

Vernàcolo è un vino rosso della tradizione, ottenuto da tre vitigni: Barbera, Neretto e Bonarda. Vinifica in acciaio a temperatura controllata e l’affinamento avviene in acciaio.

 

Da segnalare anche il Nebbiolo “sforzato”, prodotto in omaggio al conte Cesare Francesetti, che, già nel 1867, lo aveva portato alla seconda esposizione universale di Parigi e che aveva impiantato in vigna insieme all’Erbaluce. Il conte produceva un Nebbiolo “sforzato” con le uve messe ad appassire: i Fratelli Marco hanno voluto seguire questo stesso metodo per l’annata 2019. Il vino è rimasto in barrique per due anni ed è stato recentemente messo in acciaio: riposerà fino al prossimo dicembre e dovrà anche stare un anno in bottiglia. Un’etichetta che celebra un passato di storia ed eccellenza e rappresenta il trait d’union tra la viticoltura canavesana passata e l’attuale.

 

Fratelli Marco Vignaioli Cantinieri

via Conte Francesetti, 23

10010 Loranzè (TO)

Tel. 3495351924 – 3478869129

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