Gambero Rosso: ecco le migliori pizzerie d’Italia e di Napoli


La protesta dello scorso anno di Gino Sorbillo contro il Gambero Rosso

Dopo le polemiche dello scorso anno il Gambero Rosso,  corre ai ripari: ponti d’oro chi riconosce gli errori, certo. Soprattutto a distanza di qualche mese.
E soprattutto se a far ragionare il nostro crostaceo è la munifica Camera di Commercio che si è presa in carico la Città del Gusto in quel di Nola facendo staffetta con la Regione che l’aveva tenuta a Città della Scienza ai tempi d’oro delle feste e dei tricabballacche dell’ultimo Bassolino.

Ad ogni buon conto ci sono i giudizi con una salomonica suddivisione

La grande tradizione napoletana

La pizza all’italiana

La pizza gourmet

Della serie: la pizza napoletana non può considerarsi italiana e neanche gourmet.
A volte per riparare una gaffe se ne fa una peggiore e il Gambero Rosso continua a camminare all’indietro.

PIZZA NAPOLETANA

I maestri della pizza napoletana curano e realizzano il proprio prodotto secondo lo stile e la tradizione della grande arte partenopea

CAMPANIA

Pepe in Grani – Caiazzo (CE)
Da Attilio alla Pignasecca – Napoli
Trattoria Fresco – Napoli
La Notizia – via Caravaggio, 53 Napoli
La Notizia – via Caravaggio, 94 Napoli
Sorbillo – Napoli
Starita – Napoli
Era Ora – Palma Campania (NA)
Pizzeria Salvo da Tre Generazioni – San Giorgio a Cremano (NA)
Massè – Torre Annunziata (NA)

PIZZA ALL’ITALIANA

Il prodotto pizza italiano, interpretato in modo diverso, secondo tradizione e fantasia, di regione in regione

PIEMONTE
Libery Pizza & Artigianal Beer – Torino

LAZIO
La Gatta Mangiona – Roma
Sforno – Roma
Tonda – Roma

ABRUZZO
La Sorgente – Guardiagrele (CH)

PIZZA GOURMET

Impasti a lievitazione naturale, materie prime selezionate, abbinamenti insoliti spesso cucinati come per veri e propri piatti d’alta cucina

PIEMONTE
Pomodoro & Basilico – San Mauro Torinese (TO)

VENETO
Ottocento Simply Food – Bassano del Grappa (VI)
I Tigli  – San Bonifacio (VR)
Saporè Pizza e Cucina – San Martino Buon Albergo (VR)

EMILIA ROMAGNA
O’ Malomm – Coriano (RN)
‘O Fiore Mio – Faenza (RA)

TOSCANA
Apogeo Giovannini – Pietrasanta (LU)
La Spela – Greve in Chianti (FI)

MARCHE
Urbino dei Laghi – Urbino

LAZIO
La Fucina – Roma

Le Tre Rotelle

Le migliori pizze a taglio

 

VENETO
Saporè Asporto  – San Martino Buon Albergo (VR)

TOSCANA
Menchetti – Arezzo
Divina Pizza – Firenze

LAZIO
Angelo e Simonetta – Roma
Pizzarium  – Roma

La migliore carta dei vini e delle birre

LAZIO
La Gatta Mangiona – Roma

La migliore ricetta

CAMPANIA
Massé – Torre Annunziata (NA)

CAMPANIA
Franco Pepe – Pepe in grani – Caiazzo (CE)

LAZIO
Gabriele Bonci – Pizzarium – Roma

Ora Bonci potrà togliere il cartello contro il Gambero Rosso:-)

Ah, qualcuno spieghi a questi Ufo che c’è un certo Guglielmo Vuolo, così, tanto per gradire.

27 Commenti

  1. tra le altre cose ci sono rimasto male, pensavo di vincere la categoria Pizza fatta in casa e invece niente! Protesterò

  2. Spiegatemi, niente premi a Berbere’ Castelmaggiore Bologna.
    Uno SCANDALO

    1. non è chi c’è o chi non c’è, questo non si giudica nelle guide, si giudicano i criteri

  3. Mi spiace……ma sulle pizzerie della Campania, di Napoli in particolare, non sono affatto d’accordo.Ne sono citate alcune che non sono, secondo me, tra le migliori ; al contrario mancano degli autentici luoghi di culto della pizza napoletana. Ma chi cavolo le stila queste queste liste?!?!??!!………

  4. Sono pienamente d’accordo con Teo, le migliori pizzerie, quelle che hanno fatto la storia della pizza napoletana, non vengono menzionate.

  5. Mi spiace per il GR, ma facendo cosi’ non fa altro che incrementare l’utilizzo di mix di farina industriali, delle quali il nord abbonda, che non hanno niente a che vedere con la tradizione e con l’abilità artigiana dei veri pizzaioli. Con i mix che esistono oggi una buona pizza ( almeno per quanto riguarda la pasta), con un po’ di pratica, la realizza anche un bambino.La differenza la fà la scelta degli ingredienti, la fantasia ed il tasso di professionalità per quanto riguarda il mestiere di ristoratore.
    Bisognerebbe vedere chi é bravo e chi non con le farine di venti o piu’ anni fà, allora sarebbero cavoli amari per molti. E’ ovvio che esistono molti validi artigiani, ci mancherebbe, ma ricordatevi che la pizza é un business ENORME e che la tradizione napoletana si sta facendo, come al solito, lentamente rapinare. Cercano man mano di far modificare anche il gusto delle persone. Mi é capitato di mangiare a Napoli una pizza che era buona certo, ma che aveva tutta l’aria ( piu’ il sapore di soia) di una bella brioche…niente a che vedere con le pizze prodotte normalmente ( ed aggiungo purtroppo fino ad ora) a Napoli.

    1. Carmine al nord le pizzerie usano le farine che si usano al sud a parte qualcuno he usa farine del artigianali del nord macinate a pietra e anche biologiche. Piuttosto potresti farmi il nome di qualche farina del sud non industriale? Vorrei provarle.

      1. …l’industria molitoria é presente ovunque, ma la declinazione delle gamme di mix di farina per pizza é esagerata. Con la scusa della digeribilità e tutto il resto…allora non é piu’ pizza ma é pane : é questo che voglio dire…sai quanti “panettieri” restano in giro se gli togliamo le loro farine dette migliorate? Io faccio il mio pane da anni, e siccome uso farine di piccoli produttori il risultato non é sempre lo stesso, ed a volte é anche deludente ( non sono panettiere), ma almeno cerco di fare il mio meglio…é chiaro che un professionista non puo’ permettersi di sbagliare l’impasto a scapito della sua attività economica…quindi si standardizza tutto e addio mestiere e savoir faire. Io non vivo in Italia da una quindicina di anni, non posso indicarti molini artigianali, ma esisteranno senz’altro nel beneventano o in Moiise.
        .Io sono deluso dal fatto che posso mangiare la stessa pizza (parlo di impasto) di Napoli o di Mantova qui in Francia ( lavoro nell’ambito della distribuzione di prodotti alimentari italiani, incluso mix per pizza). E’ questo che mi rode, la standardizzazione del metodo e l’annullamento della tradizione, e cio’ vale per la pizza come per il panettone. Grazie Ettore.

  6. Ma non state sempre a criticare!!!!!!!!!!! LA PIZZA varia da pizzaiolo a pizzaiolo, non a tutti piace la stessa pizza….e allora non facciamo i filosofi, mangiamo la pizza e basta!!!!!!!!!!!!!!!

  7. tutte ottime pizze|||||||||||||
    ma c’è una piccola pecca…………..manca il migliore
    VUOLO!!!!!!!!!!!!!!!!

  8. Senza essere polemico
    ma credo che i pizzaioli in classifica,seppur facendo delle ottime pizze,si sappiano”vendere”meglio a livello mediatico.
    vedo giornali,riviste,internet ecc e il sig VUOLO non lo mai visto tranne che su questo blog.
    non vorrei essere ripetitivo ma andate a mangiare la pizza dal maestro Vuolo e poi fatemi sapere!!!!!!!!!!!!!!!!

  9. furti andati a male ,dopo la mozzarella cercano di derubarci anche la pizza ,non sono bastati 153 anni di furti e ipocrisie ,adesso lo fanno sotto al luce del sole , libertà e congelamento dal nord ladrone !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  10. Non so perche’ hanno voluto darsi questa zappa sui piedi…o forse si, lo so. Comunque devo ringraziare GR per avermi spinto a provare la pizza di Franco Pepe, che , senza voler fare paragoni tra i grandi nomi Napoletani, incontra sicuramente il mio ideale di pizza.

    1. uno scandalo però è non aver menzionato la casa madre: l’Osteria Pepe.

      Se un premio Franco lo merita, è inconcepibile che la pizzeria di famiglia ne rimanga fuori, visti gli elevatissimi standards qualitativi che continua a mantnere…

      1. LEGGO…uno scandalo però è non aver menzionato la casa madre: l’Osteria Pepe.

        Se un premio Franco lo merita, è inconcepibile che la pizzeria di famiglia ne rimanga fuori, visti gli elevatissimi standards qualitativi che continua a mantenere…..PER AMORE DELLA VERITA’…che ne sappia io….l’Antica pizzeria Pepe non è stata esclusa dalla guida ma è stata declassata a 2 spicchi e ci sono anche le motivazioni!E’ BRUTTO FAR PASSARE LA COSA COME..scontro tra…..FRATELLI ..per rispetto alla figura del papa’…

  11. Caro Luciano, vinta una battaglia (ma non con i risultati sperati) se ne deve fare un’altra: con tutto il rispetto per i curatori, ma da quello che mi hanno riferito ieri a Nola, non ci sarebbero napoletani/e tra loro. Non è assolutamente ammissibile una tale mancanza. Induciamoli, convinciamoli a colmare questa lacuna e, forse, la guida sarà davvero completa ed attendibile.

  12. Nessuna scienza resta immobile nei secoli, quello accade solo alle superstizioni. Perciò anche la gastronomia e in particolare la pizza cambieranno senza che nessuno possa evitarlo. Non è detto che sia un male: le cosiddette pizze gourmet sono buone, a volte eccezionali, bisognerebbe assaggiarle prima di sentenziarci su facendo appello a discorsi sugli ingredienti. La volta scorsa, senza queste categorie, trovare Padoan nei primi quattro e solo Pepe tra i campani ha segnalato esattamente questo, anche se la mancanza totale di napoletani suonava strana. Stavolta hanno usato dei criteri che suddividono le pizze cercando di evitare polemiche, ma è chiaro che solo chi non fa non sbaglia. Io preferisco di gran lunga lo sbaglio di quest’anno.

  13. facciamo un pò il riassunto delle puntate precedenti;
    l’anno scorso il GR decide di unire in una sola guida sia i ristoranti che le pizzerie giustificando questo fatto con con la consapevolezza che il pizzaiolo avava raggiunto il gradino più alto riservato allo chef.
    teniamo presente che le due guide ( pizzerie e ristoranti ) storicamente non hanno mai avuto pari dignità. lo scorso anno tutto fu fatto in pompa magna a Roma con i grandi chef, le televisioni nazionali, critici enogastronomici di fama nazionale ecc. ecc. Tuttavia dopo tutto questo ( il pizzaiolo diveniva santo ) a Napoli scoppia la rivolta con a capo il masaniello di turno ed in prima linea le truppe d’assalto della critica enogastronomica napoletana.
    quest’anni il GR molto sapientemente ha preso due piccioni con una fava.
    la guida è stata riproposta solo per le pizzerie ( netta retrocessione ), presentata a Napoli con i soliti giornalisti napoletani ( la loro conoscenza non va oltre i confini partenopei ) e …. rullo di tamburi…. vengono premiati molti di quelli esclusi l’anno precedente come a voler dire “si ci vulite sta’ ppe forzà allorà vi metto int’a’ guida e’ seriè b ma nun potetè sta’ cu e’ chèf!”.

    prosit

  14. le persone premiate dal gambero rosso sono i soliti noti,cioè quelli iscritti all’associazione verace pizza napoletana che con il suo potere mediatico riesce a far passare per “maestri” alcuni di loro che nemmeno lontanamente stanno a livello di alcuni pizzaioli meno noti alla stampa ma molto apprezzati dal popolo napoletano, che dovrebbe essere l’unico giuduce in grado di valorizzare o discriminare la pizza e le pizzerie in quanto come conoscitori e maestri del palato. vorrei sapere qual’è la commissione e con quali parametri sono state assegnate queste stelle….

  15. QUANDO IL GAMBERO ENTRERA’ IN TUTTE LE PIZZERIE D’ ITALIA , E PAGA IL CONTO E SOLO DOPO SI PRESENTA ALLORA SI PUO’ CHIAMARE GUIDA!!!! UN PO’ COME FANNO I MISTER X PER LE GRANDI AZIENDE.

  16. Credo… che l’espressione massima quest’anno……della vera pizza napoletana……vada data a Franco Pepe……che ha saputo dare lustro…..ad un’arte antica…..quella dell’impasto……..lavorato all’ennesima potenza..per dare quella sofficita’ ..quella digeribilita’ che e’ l’essenza della pizza….con abbinamento di prodotti del territorio…per non ricadere nelle solite “pizze”……..in un contesto di recupero di un palazzo caiatino portato allo splendore e reso pizzeria…..!!!

  17. Vorrei far notare la " centenaria dal 1920 " che conserva i segreti dell ' arte bianca ciao ha detto:

    Per info 3314812026

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