Il Franciacorta millesimato di Cantine Biondelli


Joska Biondelli

di Antonio Di Spirito

La Franciacorta è una zona collinare situata a sud del Lago d’Iseo verso Brescia.

Nell’Alto Medioevo alcune piccole comunità di monaci benedettini si erano insediate in quelle zone e furono esentate dal pagamento dei dazi dovuti ai Signori ed al vescovo, per il commercio e per il trasporto delle merci. Per questa circostanza fu chiamata “curtes francae”, e da questa denominazione discende l’attuale termine “Franciacorta”.

Su queste dolci colline la vite è stata sempre di casa; basta ricordare che fra i rinvenimenti archeologici, sono stati ritrovati vinaccioli risalenti ad epoca preistorica oltre alle diverse testimonianze di autori classici, da Plinio a Columella a Virgilio. Fino a 50 anni fa si producevano soprattutto vini rossi e l’erbamat era il vitigno bianco locale più diffuso. Poi avvenne un disguido che, come tante volte succede nella vita, portano a grandi scoperte cambiando il corso della storia.

L’azienda Berlucchi ordinò delle barbatelle di merlot ad un vivaio ed impiantò alcuni ettari di vigneto; quando, dopo tre anni, si apprestavano alla prima vendemmia, si accorsero che l’uva impiantata era chardonnay; e, non sapendo cosa farne, lo spumantizzarono; e solo allora si resero conto che la Franciacorta era un territorio vocato per il metodo classico, sia per il terreno che per la notevole escursione termica tra il giorno e la notte.

La famiglia Biondelli si è insediata in Franciacorta nell’immediato dopoguerra quando, Giuseppe di origini Pesaresi, Console Generale e Ambasciatore d’Italia, conobbe e sposò Clementina dei conti Maggi di Gradella. La giovane sposa non voleva, però, allontanarsi dalla propria terra d’origine ed allora fu acquistata a Bornato una villa e l’annessa proprietà agricola. Nei decenni successivi sia la proprietà che le attività agricole e vitivinicole in particolare, sono state ampliate, ma sempre e soltanto come conferitori di uve.

Nei primi anni duemila Joska Biondelli, studi di economia internazionale, masters vari ed un lavoro da manager nella “city” sempre in ambito finanziario, si è lasciato rapire dall’agricoltura (questa volta è la terra che si è vendicata, riprendendosi un “cervello” dal seducente mondo della finanza!), dedicandosi alla viticoltura, sua grande passione, e si è messo alla guida dell’azienda familiare.

Biondelli, il vigneto

Appassionato di champagnes, ne beve soprattutto per affinare il suo gusto ed avere un modello preciso cui tendere. Sa benissimo che non si possono colmare i vantaggi accumulati con le esperienze maturate in circa duecento anni e tramandati di padre in figlio! La sua idea guida è quella di fare un vino il più naturale possibile, che stupisca per la sua bontà e per la sua eleganza e che deve suscitare un piacere immediato.

Gli ettari vitati sono 10 e sono coltivati osservando un protocollo biologico; producono attualmente trentamila bottiglie all’anno, con l’obbiettivo di raggiungere quota 50 mila quanto prima.

L’intervento sui vini è minimale e l’aggiunta di solfiti difficilmente raggiunge i 15 milligrammi/litro; l’aggiunta di liqueur prevede un grado zuccherino di 6g/litro per la versione Brut e 4 g/litro per la  versione Saten. Due, infatti, erano le etichette prodotte; ed a queste se ne è aggiunta una terza, lanciata in questi giorni e ne è prevista una quarta in versione Rosè, fatta con sole uve pinot noir.

Biondelli, le due etichette

Ma è della terza etichetta che ci vogliamo occupare: si tratta di una versione “millesimata”. Le scelte di base sono cadute su alcuni elementi determinanti: 40 mesi sui lieviti, nessuna aggiunta di zucchero o di solfiti, quindi no a liqueur, ma solo rabbocco da altra bottiglia; insomma, dosaggio zero o NATURE.

Per produrre un millesimato bisogna scegliere un’annata che dia particolari caratteristiche al vino, con le quali siano necessari tempi lunghi per la maturazione; di conseguenza si avrà una maggiore longevità del prodotto finito.

E questa serie di eventi si è verificata solo nel 2010. Si è fatta attendere a lungo, si è fatto desiderare prima di essere pronto ad essere immesso sul mercato: come tutte le primedonne; da qui il nome: Premièr Dame Millesimato 2010.

Biondelli, Premièr Dame Millesimato 2010

Le uve provengono da un unico vigneto: il Nave; sono state prodotte 1200 bottiglie in totale e con la sboccatura di settembre 2014 sono state approntate le prime 600 bottiglie.

Biondelli, il vigneto Nave

Il colore è giallo paglierino con spuma a grana fine non intensa; i profumi sono tenui e delicati di glicine e giuggiole; in bocca ha forte impatto la crosta di pane; ha una sostenuta acidità, è fruttato e secco; molto equilibrato ed armonico; senza sbavatura alcuna e, quando hai la sensazione che sia corto, ecco rinvenire l’acidità, la sapidità e la speziatura sulla lingua, accompagnate da una nota lievemente dolce con sapore tra il goudron e la liquirizia.

 

Cantine Biondelli sono in Via Basso Castello, 2 – Bornato di Cazzago San Martino – 25046 Brescia – Tel: 030.7759896 www.biondelli.com [email protected]