Guerra ai panettoni fasulli: Pietro Parisi lancia il suo dolce identitario


Parisi lancia il suo dolce identitario

Il Sud non copia più. Una dichiarazione che scuote il mondo del food italiano: Pietro Parisi, il Cuoco Contadino, annuncia che quest’anno non  servirà il panettone.  Ma non è un capriccio. È una presa di posizione culturale. “Basta mode. Basta falsi maestri. Basta copie.”

Parisi punta il dito contro un fenomeno che negli ultimi anni è esploso senza misura:  il panettone prodotto ovunque, da chiunque, in ogni angolo del Sud.  «È diventata una mania.»  Barbieri, parrucchieri, fruttivendoli, gelatai: tutti a impastare panettoni.
E molti, secondo Parisi, non li fanno neanche loro.
«Il panettone è un’arte. Ma oggi chiunque si sveglia e si autoproclama maestro.
A discapito dei veri artigiani, che vengono messi nell’ombra da un mercato di copie e improvvisazioni.»

La denuncia: “È un Natale senza identità.”

Parisi accusa una deriva culturale: il Sud che rincorre tradizioni non sue, pagando “la moda del panettone” a prezzi altissimi.  «Molte famiglie non possono permetterselo.  E allora che Natale è, se ciò che portiamo in tavola non parla più  di noi?»

Il colpo di scena: nasce il Panbabà. Niente panettone. Niente pandoro. Niente imitazioni.

Panbabà . Il dolce che restituisce identità al Sud.  Una fusione che parte dal cuore della tradizione napoletana: il babà, trasformato in un simbolo di verità, memoria, radici. «Il Sud non copia. Il Sud crea.»
Parisi lo dice senza filtri: «Sono stanco di vedere il nostro territorio piegarsi a mode nate altrove.  È il momento di riportare a tavola ciò che siamo davvero.» Parisi chiude così: “È ora di rimettere il cuore in tavola. Non l’ego.”

Un commento

  1. Sarà sicuramente buono e gli fa onore l’idea che c’è dietro e che nel mio piccolo ho sempre sbandierato ma perché non recuperare anche le nostre tradizioni?Struffoli rococò mostaccioli e raffaiuli a Napoli pastorelle e scauratieddi nel Cilento che, a parte questi ultimi (fritti conditi e mangiati), anche senza conservanti si possono tranquillamente consumare dopo due settimane e quindi anche spedire.Ho detto come mia abitudine di quelli che conosco ma in tutte le regioni del Regno delle due Sicilie c’è una varietà di dolci non solo per il Santo Natale ma per tante altre ricorrenze impressionante e,giusto per fare un esempio, la cassata che nasce come dolce natalizio anche se oggi è universalmente nota quella colorata e baroccheggiante che arriva in un secondo momento come versione primaverile. FRANCESCO
    I

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.