Heavy su A&E, anche l’obesità diventa reality show negli Stati Uniti



La locandina di Heavy

di Gina Di Meo

 
NEW YORK- Tom ha 37 anni, viene da Houston, pesa 290 chili ed è alto poco più di 1 metro e 70. Cammina a fatica e non riesce a dormire più di due ore a notte perchè va in apnea. Per lui, una vita sessuale regolare è impossibile.
L’America dei superobesi giunge sul piccolo schermo, segnando la nuova frontiera dei reality show. In Heavy, in onda ogni lunedi sul network A&E, 22 partecipanti sono in bilico tra la vita e la morte a causa del grasso in eccesso, ma si battono per uscire dall’incubo.

 

 


Ma non è il solito show dove si fa carne da macello del ciccione di turno. Questa volta vanno in scena le tragedie di chi è ad un bivio e rischia di lasciarci le penne. Non è la prima volta che il pubblico televisivo Usa viene messo di fronte ai problemi dovuti alla cattiva alimentazione o al peso in eccesso. L’anno scorso ci aveva pensato lo chef inglese Jamie Oliver con la trasmissione «Food revolution», un un tentativo quasi disperato di convincere i genitori a far mangiare i figli in maniera sana a scuola.
È scesa in campo anche la first lady Michelle Obama con la campagna «Let’s move» (muoviamoci) che proprio in questi giorni festeggerà il primo anniversario.
«Heavy» va oltre. Mette a nudo i problemi di chi è superobeso, in un paese in cui 100 milioni di cittadini soffrono di obesità cronica. I partecipanti rischiano la vita e hanno sei mesi di tempo per «redimersi» imparando di nuovo a vivere senza eccessi di cibo.
Le loro storie sono quelle dell’America profonda, quella del Midwest e del Sud. Come Texas, Arizona, Alabama, Georgia, Carolina del nord. Sono Stati dove non esiste una cultura di cibo e dove si mangiano soprattutto alimenti in scatola, surgelati, pollo fritto e condimenti a base di maionese, burro e zuccheri chimici.
Sally, 30 anni, di Foley, in Alabama, ne è un perfetto esempio. Pesa 200 chili. Non riesce ad andare al cinema o al ristorante, le è impossibile allacciare la cintura di sicurezza in macchina. Le storie si assomigliano un pò e hanno soprattutto un denominatore comune: una tragedia o una forte delusione li ha portati a sfogarsi nel cibo. Sharon, 47 anni, texana, 166 kg, ha iniziato a mettere su peso dopo la morte della madre. È ingrassata prima di 50 kg e poi di altri 30 dopo il suicidio del figlio. Ashley, invece, 26 anni di Austin, Texas, ha subito abusi dal padre ed è diventata anche alcolista.
Tutti hanno toccato il fondo, ma ora hanno deciso che è giunto il momento di risalire la china. Il programma di perdita peso a cui sono sottoposti, di una durata di sei mesi, è duro e richiede determinazione oltre che sforzo fisico.
Dopo i primi trenta giorni si torna a casa sotto la guida di un personal trainer e si cerca di cominciare una vita nuova. Ma le tentazioni sono tante e alcuni non ce la fanno. Per loro si apriranno di nuovo le porte del centro di dimagrimento. Ogni puntata dura un’ora con due partecipanti per episodio.
Lacrime, rabbia, nervosismo e tracolli psicologici accompagnano i protagonisti, ma la costanza premia chi decide di «Scegliere la vita».

James Oliver, Food Revolution

Michelle Obama presenta il programma Let's Move

Un commento

  1. Già i reality sono di per sè di cattivo gusto, farli poi sui problemi delle persone diventa semplicemente vergognoso.
    Sono i segni della nostra società

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